TERZA GUERRA MONDIALE IN UCRAINA: IL CAOS NEL DONBASS

Il Donbass è il “nuovo teatro” della guerra in corso tra Russia e Ucraina e la città di Severodonetsk si sta velocemente trasformando nella “nuova Mariupol”: il Governo di Kiev si dice certo che il conflitto in corso nell’Est del Paese dovrà essere sostenuto dall’Occidente se non vuole ritrovarsi tra qualche mese con una terza guerra mondiale totale.



«Da un minimo di 50 a un massimo di 100 ucraini muoiono ogni giorno sul fronte orientale della guerra contro la Russia», lo ha detto nel suo discorso da Kiev il Presidente Volodymyr Zelensky, valutando al momento le zone più ad alta tensione per bombardamenti e scontri in Severodonetsk e Lysychansk, due aree del Donbass. In particolare a Severodonetsk, nella regione di Lugansk (Donbass est), i russi «stanno facendo terra bruciata, distruggendo deliberatamente la città», lo denuncia il governatore regionale Sergei Gaidai affermando che «Mosca sta riposizionando lì le forze che si sono ritirate dalla regione di Kharkiv, altre coinvolte nell’assedio di Mariupol, le milizie separatiste filorusse e persino le truppe appena mobilitate dalla Siberia per concentrarsi nell’est dell’Ucraina». Intervistato dalla Reuters, consigliere di Volodymyr Zelensky, Mykhailo Podolyak, nonché capo delegazione nei negoziati con la Russia, lancia un messaggio piuttosto netto: «La guerra non si fermerà (dopo qualsiasi concessione). Sarà solo messa in pausa per un po’ di tempo. Dopo un po’, con rinnovata intensità, i russi costruiranno le loro armi, rafforzeranno la manodopera e lavoreranno sui loro errori, si modernizzeranno un po’, licenziando molti generali. E cominceranno una nuova offensiva, ancora più sanguinosa e su larga scala».



UK-USA VS RUSSIA: LA GUERRA TOTALE

Mentre nel Donbass la situazione è sempre più ad alta tensione, con vittime e distruzione che non si placano in molte città del Lugansk e del Donetsk, la situazione della diplomazia internazionale non sembra affatto migliorare.

Alle continue richieste del Vaticano per un ruolo di mediazione che lo stesso Papa Francesco potrebbe incarnare, non sono seguite “mani tese” né da Kiev né soprattutto da Mosca. E allora la terza guerra mondiale che si rischia sul campo sembra essere già del tutto cominciata a livello diplomatico: «La Russia deve pagare un prezzo di lungo termine per aver aggredito l’Ucraina con un’azione che ha lo scopo di distruggere l’identità dell’Ucraina», attacca il Presidente Usa Joe Biden, mentre dal suo Governo avanza l’ipotesi concreta dell’invio di truppe per proteggere l’ambasciata Usa riaperta a Kiev. Lo sostiene il portavoce del dipartimento della Difesa, John Kirby, al Washington Post: «Stiamo esaminando le condizioni di sicurezza della sede diplomatica in Ucraina ma non è stata presa nessuna decisione», ma è sotto valutazione «la possibilita’ di inviare forze speciali a protezione dell’ambasciata Usa a Kiev». Dai servizi di intelligence del Regno Unito, infine, giunge un aggiornamento importante in merito alle conseguenze della guerra sulle truppe degli invasori: «Nei primi tre mesi di quella che per Vladimir Putin è l’operazione militare speciale in Ucraina, la Russia ha probabilmente subito un bilancio di vittime simile a quello dell’Unione Sovietica durante i nove anni di guerra in Afghanistan». L’attacco al Donbass non starebbe che peggiorando la situazione interna russa, concludono dalla Difesa Uk: «l’opinione pubblica russa si è dimostrata sensibile alle vittime subite durante guerre per scelta. Mentre continuano ad aumentare le vittime subite in Ucraina, le perdite diventeranno più evidenti e l’insoddisfazione per la guerra e la volontà di esprimerla potrebbero crescere».