GUERRA MONDIALE RUSSIA-UCRAINA: ASSEDIO FINALE SU MARIUPOL

L’Onu ha chiesto ufficialmente una tregua umanitaria di 4 giorni nel Donbass per la Settimana Santa della Pasqua Ortodossa, da giovedì fino a domenica: lo ha detto il segretario generale Antonio Guterres, “confermando” il forte rischio di una terza guerra mondiale sempre più vicina qualora non si riesca a trovare una sostanziale trattativa tra le parti.



«Domenica ucraini e russi celebreranno la Pasqua, una festa che unisce i cristiani ortodossi in Russia e in Ucraina, così come gli ucraini cattolici. Chiedo una pausa umanitaria di 4 giorni per la Settimana Santa che inizi giovedì e duri fino a domenica 24 aprile, per consentire l’apertura di una serie di corridoi umanitari», sottolinea il segretario generale Onu ribadendo il vero obiettivo di una tregua del genere, «Il passaggio in sicurezza di tutti i civili disposti a lasciare le aree di attuale e previsto confronto, in coordinamento con il Comitato Internazionale della Croce Rossa, e inoltre la consegna sicura di aiuti umanitari salvavita alle persone nelle aree più colpite come Mariupol, Kherson, Donetsk e Luhansk». Tutti gli ultimatum lanciati intanto dalla Russia a Mariupol per far desistere gli ucraini asserragliati nell’acciaieria Azovstal sono stati respinti al mittente da Kiev: di contro, l’intelligence ucraina diffonde l’intercettazione di una telefonata tra un militare russo e sua moglie in cui sostiene che da Mosca sarebbe partito l’ordine di «radere al suolo l’acciaieria», dove, a suo dire, sarebbero rimasti «solo pochi irriducibili patrioti». Nel frattempo scatta una forte polemica sulla notizia dell’ospedale che sarebbe stato colpito da una bomba appena fuori l’acciaieria di Axovstal: secondo il parlamentare ucraino Sergiy Taruta, «I russi hanno lanciato una potente bomba su un ospedale vicino all’Azovstal, a Mariupol. Secondo le mie informazioni, ci sono circa 300 persone sotto le macerie, compresi bambini. I civili sono lì nascosti perché non ci sono altri posti dove nascondersi in una città distrutta». La smentita arriva però immediata dal consigliere del sindaco filorusso di Mariupol, Petro Andryushchenko: «Mariupol, in particolare la zona dell’acciaieria, è sotto pesanti bombardamenti. Ma da molto tempo nessuno si nasconde nella zona, soprattutto nell’edificio dell’ospedale», ha scritto su Telegram. Nel pomeriggio il Presidente Usa Joe Biden ha tenuto una video-call con gli alleati Nato per dirimere le prossime scelte sul fronte Ucraina: «il presidente americano e gli alleati hanno discusso del continuo sostegno all’Ucraina e degli sforzi per fare pagare alla Russia per le sue azioni», riporta la nota della Casa Bianca, «possibili nuove sanzioni contro Mosca, che potrebbero essere annunciate nei prossimi giorni in coordinamento con i partner».



GUERRA UCRAINA, RUSSIA: “STIAMO LIBERANDO IL DONBASS”

«La Russia ha iniziato la seconda fase dell’operazione speciale in Ucraina»: lo ha detto dal Cremlino il Ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov, annunciando i prossimi step della guerra mossa ormai 55 giorni fa contro l’Ucraina di Zelensky, prodromo pauroso di quanto potrebbe avvenire con una prossima terza guerra mondiale.

«Non posso discutere seriamente di quello che dice il presidente Zelensky, perché cambia continuamente punto di vista in direzioni diametralmente opposte», ribadisce il Ministro di Putin intervistato da “India Today”, citato dalla Tass. Secondo Mosca, l’Occidente continua a fare di tutto per far durare la guerra nel Donbass sempre più a lungo: «L’esercito russo sta attuando sistematicamente il piano per la liberazione delle repubbliche di Donetsk e Lugansk». Per Lavrov e il Ministro della Difesa Shoigu ora l’impegno è quello di puntare tutto sul Donbass per poter giungere alla “liberazione” nelle prossime settimane: «Nel corso dell’operazione militare speciale l’esercito russo sta svolgendo i suoi compiti, individuati dal comandante in capo supremo. Il piano per la liberazione delle repubbliche popolari di Donetsk e Lugansk viene attuato sistematicamente e si stanno adottando misure per riportare la vita alla normalità», conclude il Ministro Shoigu. Concludendo il messaggio da Mosca, il titolare degli Esteri promette che in tutta “l’operazione speciale” non verranno usate armi nucleari. Impazza nel frattempo la battaglia sul campo, specie intorno all’acciaieria Azovstal a Mariupol: poco dopo mezzogiorno l’esercito russo ha però annunciato l’apertura di un corridoio umanitario per consentire alle forze ucraine di lasciare la maxi sede siderurgica. Difficile però che il battaglione Azov accetti questo cessate il fuoco temporaneo, in quanto hanno già fatto sapere che intendono combattere fino all’ultimo sforzo possibile per ritardare la caduta di Mariupol. Da Londra la previsione a questa potenziale nuova fase della guerra mondiale in atto nel’Est Europa è ben poco augurante: «l’inizio di una nuova fase in Ucraina segnata da una guerra di logoramento che potrebbe durare diversi mesi», è il messaggio lanciato dall’intelligence Uk al Governo Johnson in audizione.



GUERRA IN UCRAINA, L’ASSEDIO FINALE NEL DONBASS

«Possiamo dire che la Russia ha iniziato la battaglia per il Donbass […] Qui è l’inferno»: con queste parole il Presidente dell’Ucraina Volodymyr Zelensky ha annunciato, nel consueto video-discorso notturno, l’assedio forse finale della “terza guerra mondiale” esplosa ormai due mesi fa nell’Est dell’Europa. Da Papa Francesco allo stesso Governo di Kiev si dicono convinti che non solo vi è il rischio che il conflitto ucraino possa sfociare in una catastrofe internazionale, ma già viene considerato questo tipo di guerra un inizio di “terza guerra mondiale”, specie se il livello dei “rapporti” tra Occidente e Russia continuerà su questa linea.

Il 55esimo giorno di guerra si “apre” come si era chiuso il precedente: bombe sulle regioni del Lugansk e del Donetsk, nel tentativo dei russi di chiudere la “partita” del Donbass nel giro di poche settimane. Udite poi esplosioni nelle città di Mykolaiv (vicino Odessa) e Kharkiv, mentre dall’area a Sud-Est dell’Ucraina giungono notizie sull’assalto cominciato da parte delle forze russe all’acciaieria di Azovstal, uno degli ultimi bastioni a Mariupol in mano agli ucraini. Per il terzo giorno di fila le delegazioni di Russia e Ucraina non riescono a trovare un accordo stabile per permettere corridoi umanitari e la situazione dei civili intrappolato nelle varie città assediate è sempre più devastante. «Oggi, 19 aprile, purtroppo non c’è un corridoio umanitario. Continuano i bombardamenti intensi nel Donbass», denuncia la vice premier Iryna Vereshchuk. Non solo, il sindaco di Mariupol Vadym Boichenko denuncia come negli ultimi giorni siano stati deportati «con la forza» circa 40.000 civili, «verificati attraverso il registro municipale».

LA TERZA GUERRA MONDIALE DAL DONBASS ALL’EUROPA: I TIMORI DI MACRON

La battaglia per il Donbass, le ultime resistenze a Mariupol e una diplomazia ancora inefficace per instaurare un minimo di tregua “propedeutica” a negoziati di pace stabili: la situazione è sempre più da terza guerra mondiale, purtroppo anche come numero di civili e soldati uccisi dall’inizio delle ostilità.

«Qualsiasi numero dei soldati russi verrà schierato sul nostro territorio noi combatteremo fino alla fine», ha spiegato ancora il Presidente ucraino, «non faremo prendere nulla di ucraino: sono grato a tutti i nostri difensori, a tutte le nostre città nel Donbass e nella regione di Kharkiv che ora resistono alle forze degli occupanti». Secondo quanto riportato dallo Stato maggiore delle forze armate ucraine (Apu), «Si registrano segnali dell’inizio di un’operazione offensiva nella parte orientale dell’Ucraina»: non solo, l’esercito di Zelensky denuncia come la Russia stia preparando provocazioni con l’uso di aerei dell’esercito nelle aree di confine tra Russia e Ucraina, in particolare nel tentativo di colpire obiettivi civili». L’obiettivo primario di Putin, secondo Kiev, è la piena «occupazione delle regioni di Donetsk e Luhansk e il mantenimento del controllo sui territori temporaneamente occupati». Per questo motivo i negoziati di pace si sarebbero arenati, sebbene il Cremlino continui a dire il contrario attribuendo la colpa dello stallo nelle trattative alla delegazione ucraina. Dialogo fermo interno, tutt’altro che “attivo” anche fuori dall’Ucraina: «Il dialogo con Vladimir Putin si è interrotto dopo la scoperta dei massacri di Bucha», ha ammesso il Presidente francese Emmanuel Macron nella recente intervista a France5. «Se andrò a Kiev, dovrà essere per fare la differenza, per apportare qualcosa di utile. Per dimostrare semplicemente il mio supporto non ho bisogno di recarmi lì», ha ribadito ancora il Presidente alle prese con l’imminente ballottaggio per le Elezioni Politiche. Macron non approva la scelta di Biden di insistere sul concetto di “genocidio” in Russia perché blocca ogni possibile trattativa con il Cremlino, già complicata da par suo: certo, i massacri emersi negli scorsi giorni non hanno aiutato, tant’è che Macron stesso ammette «Da quando abbiamo scoperto i massacri a Bucha e in altre città, la guerra ha preso una piega diversa, per cui da allora non gli ho parlato direttamente, ma non escludo di farlo in futuro».