GUERRA MONDIALE, BIDEN CONTESTA PUTIN: “NO PROVE MARIUPOL SIA RUSSA”

«Mariupol in mano russa? Non abbiamo prove che sia caduta»: così il Presidente Usa Joe Biden che in conferenza stampa da Washington risponde punto su punto agli annunci fatti dal suo omologo Vladimir Putin in merito alla guerra nel Donbass.

L’Ucraina come “teatro” di una terza guerra mondiale per il momento “solo” diplomatica ma con conseguenze ancora imprevedibili: di certo l’intervento Usa conferma l’appoggio dell’Occidente senza se e senza ma con Kiev. Biden ha infatti annunciato un nuovo invio di aiuti per 800 milioni di dollari al Governo Zelensky, dopo l’incontro alla Casa Bianca con il Premier ucraino Denys Shmyhal. Da Mariupol il sindaco ucraino in conferenza stampa ha spiegato che per il momento nessun autobus è riuscito ad arrivare in città per le evacuazioni dei civili, richiesta ribadita anche da Biden nel discorso del pomeriggio: dal Cremlino invece Dmitry Peskov annuncia come i militari ucraini possono deporre le armi all’acciaieria Azovstal e lasciare Mariupol attraverso i corridoi umanitari. «I militari ucraini hanno avuto e hanno ancora la possibilità di deporre le armi e lasciare la città attraverso i corridoi designati», spiega il portavoce di Putin in risposta alla richiesta di Zelensky di poter scambiare le truppe russe catturate con la fornitura di un passaggio umanitario sicuro per i soldati ucraini.



GUERRA IN UCRAINA, LA RUSSIA CONQUISTA MARIUPOL

Mariupol è caduta ma il rischio di una “terza guerra mondiale” non è purtroppo eliminato. La Russia ha annunciato questa mattina di avere il pieno controllo di tutta Mariupol e per questo il Presidente Vladimir Putin ha ordinato l’annullamento immediato dell’assalto all’acciaieria Azovstal appena fuori la città sul Mar d’Azov.



Vi sono ancora alcune frange del battaglione d’Azov rintanate nei bunker della maxi acciaieria, ma la quasi totalità della vasta città è ormai sotto pieno controllo delle forze russe e filo-russe del Donbass. Dal Governo di Kiev arriva immediata la richiesta di un corridoio da Azovstal: «è urgente, serve far evacuare 1.500 persone». Il Presidente Zelensky nella sua intervista al canale francese BFMTV sottolinea come a Mariupol in questo momento il 95-98% degli edifici è andato distrutto: «Bloccati i locali, i bambini, gli anziani e i militari. È come un’operazione terroristica da parte della Federazione Russa contro Mariupol e gli abitanti di questa città. Tutto è stato distrutto. Vi stiamo parlando di scuole, asili nido, comuni quartieri residenziali, fabbriche, lungomare, questa è una cittadina di mare». Il suo nemico e rivale Vladimir Putin invece, secondo quanto riporta Interfax, accusa gli ucraini di aver reso la battaglia una strage resistendo per così tante settimane: «la liberazione di Mariupol è un successo», anche se occorreranno almeno 4-5 giorni per concludere le operazioni all’acciaieria, come spiega il Ministro della Difesa russo Shoigu. Come ribadisce Putin, «tutti coloro che si arrendono ai soldati russi a Mariupol hanno la garanzia che la loro vita sarà risparmiata».



LA TERZA GUERRA MONDIALE: GLI OBIETTIVI DELLA RUSSIA E LO SCONTRO CON LA NATO

Al momento dunque, conclude Putin nell’annunciare la vittoria su Mariupol, «si fermi l’assalto all’impianto metallurgico Azovstal, ora bloccare questa zona in modo che non voli una mosca». Da Mariupol a Kherson e Kreminna, sono già diverse le bandiere sovietiche comuniste che iniziano ad apparire nei luoghi conquistati dai russi tra il Donbass e il Sud dell’Ucraina, quasi a simboleggiare la medesima vittoria avvenuto il 9 maggio 1945 nell’ingresso al Reichstag di Berlino. Insomma, dalla seconda alla terza guerra mondiale per Putin il “passaggio” è già effettuato.

«L’operazione militare speciale terminerà quando i suoi compiti saranno assolti. Tra questi ci sono la protezione della popolazione pacifica del Donbass, la smilitarizzazione e la denazificazione dell’Ucraina, nonché l’eliminazione delle minacce alla Russia provenienti dal territorio ucraino a causa della sua presa da parte di paesi Nato», ha spiegato l’alto funzionario del ministero degli Esteri russo Alexey Polishchuk all’agenzia di stampa Tass. Ieri Mosca ha reso noto i contenuti della bozza sui negoziati di pace inviata all’Ucraina lo scorso 15 aprile: Donbass “libero” e Crimea russa sono gli obiettivi da perseguire e per i quali la Russia non tornerà affatto indietro. Lo scontro mondiale con l’Occidente e la Nato è costante, con il Cremlino che accusa gli Stati Uniti – e l’Europa come loro “servo” – di armare l’Ucraina e di non voler alcuna pace, se non la distruzione dello Stato russo. I ministri delle finanze del G7 hanno annunciato in una nota l’impegno, con la comunità internazionale, per un ulteriore sostegno all’Ucraina «da più di 24 miliardi di dollari per il 2022 «aggiungendo che sono pronti « fare ancora di più se necessario». Ieri alcuni Ministri delle Finanze giunti al G20 di Washington si sono alzati e sono usciti dall’aula quando ha iniziato a parlare il Ministro Siluanov: tra gli altri, sono usciti Gentiloni (Ue), Yellen (Usa) e Marchenko (Ucraina). Sono invece rimasti in aula, pur condannando la posizione russa sulla guerra, i Ministri di Italia, Germania, Francia e Spagna. Lo scontro è tra Occidente e Russia ma anche nella Nato le posizioni sono tutt’altro che “unite”.