LO SCONTRO RUSSIA-UCRAINA SULLA “FINE DEL MONDO”
Hanno lasciato il segno le dichiarazioni di ieri dell’ex Presidente Medvedev contro l’Ucraina e l’Occidente: mentre proseguono i bombardamenti sul campo tra Sumy, Donetsk e Odessa, la “terza guerra mondiale” a parole tra Kiev e Mosca sale a livelli se possibile ancora più pericolosi dall’inizio della guerra. «Oggi, dalla Russia è stata rilasciata un’altra dichiarazione non proprio sobria su un presunto giorno del giudizio per l’Ucraina. Naturalmente, nessuno accetterà tali intimidazioni», ha detto stamane il Presidente ucraino Zelensky. A stretto giro, la contro risposta dal Cremlino acuisce la crisi diplomatica perenne tra le due nazioni in guerra: per il Ministro degli Esteri Sergey Lavrov, lo status di candidato Ue per l’Ucraina è una mera «mossa geopolitica contro la Russia».
Il leader della diplomazia russa da più di 10 anni ha poi aggiunto come «le forze armate russe e della autoproclamata Repubblica popolare di Donetsk (Dpr) stanno riuscendo nei loro compiti nell’ambito dell’operazione militare speciale, cercando di fermare il genocidio dei russi ed eliminando le minacce dirette alla nostra sicurezza». Dall’Europa non giunge una netta replica, semmai l’Alto rappresentante della politica estera dell’Ue Josep Borrell è intervenuto sul fronte grano reputando quell’emergenza attualmente come la più grave possibile, «Ho la speranza che questa settimana sarà possibile raggiungere un accordo per sbloccare il porto di Odessa e gli altri porti ucraini per le esportazioni di cereali. La vita oltre di decine di migliaia di persone dipende da questo accordo, quindi non è un gioco diplomatico, è una questione di vita e di morte per molti esseri umani. La Russia deve togliere il blocco e consentire le esportazioni, altrimenti continueremo ad accusarli di usarle come un’arma».
LA MINACCIA DELLA RUSSIA SULLA CRIMEA (E SUL MONDO INTERO)
Si è ormai specializzato nell’essere il “falco” di Vladimir Putin, a dispetto della “colomba” Sergei Lavrov: eppure le dichiarazioni dell’ex Presidente russo Dmitry Medvedev vanno prese con l’assoluta importanza che impone il suo ruolo (vice capo del Consiglio di sicurezza nazionale) oltre che braccio destro del Cremlino. Ebbene, dopo che nelle scorse ore sono giunte notizie dal Donbass di un possibile attacco che l’esercito ucraino sarebbe pronto a scatenare contro la Crimea (ampia regione meridionale occupata da forze filo-russe dal 2014, ndr), la risposta piccata di Medvedev ha fatto riaffiorare minacce “sinistre” di una terza guerra mondiale effettiva e imminente.
«Se le forze di Kiev dovessero attaccare la Crimea, l’Ucraina subirebbe una risposta russa da fine del mondo, immediata, che non potrebbe in alcun modo evitare», ha spiegato all’agenzia Interfax il n.2 del Consiglio di Sicurezza Nazionale. Non molti giorni fa era stato lo stesso Putin a parlare di «rischio nucleare» se l’Ucraina avesse continuato a ribattere agli obiettivi posti dal Cremlino sul Donbass ucraino: la minaccia di Medvedev però acquisisce anche dettagli geopolitici dal momento in cui spiega, «il rifiuto dei Paesi Nato e dell’Ucraina di riconoscere la Crimea come territorio russo costituisce una minaccia sistemica per Mosca, che potrebbe portare fino a uno scontro diretto». Ancora l’ex Presidente russo prima di Putin ha spiegato che «Se un altro nazionalista pazzo o un debole personaggio da operetta diventa capo dello Stato in Ucraina – ha concluso Medvedev – allora dovremmo aspettarci un conflitto, fino a un attacco. I tentativi di Kiev di resistere fino all’ultimo ucraino porterà al collasso dell’attuale regime politico a Kiev».
UCRAINA, I RISCHI DI UNA TERZA GUERRA MONDIALE: ANCORA RAID SUL DONETSK E…
Non sarà ancora la terza guerra mondiale, ma di sicuro le conseguenze in atto ormai da 144 giorni di guerra in ucraina producono sempre più eco e danni ben al di fuori della martoriata terra ucraina: l’invasione della Russia, le dinamiche geopolitiche (vedi Cina, ma anche Iran e Turchia), la crisi energetica e l’instabilità del commercio, il tutto nel mix terribile di una guerra che fa ogni giorno morti, feriti e sfollati. Ad essere sotto attacco in questa precisa fase storica della guerra tra Russia e Ucraina è il Donetsk, l’area del Donbass ancora sotto controllo ucraino in larga parte.
Missili russi contro Kharkiv e sull’Isola dei Serpenti fanno da “contraltare” agli obiettivi centrali in questo momento del Cremlino: nuovi raid sulle città del Donetsk, in particolare nelle ultime ore il bilancio di più di 10 morti si registra a Pokrovsk dopo l’attacco missilistico delle forze russe. «L’esercito di Mosca si preparano per una nuova fase dell’offensiva», denuncia Vadym Skibitsky, rappresentante della direzione dell’intelligence del ministero della Difesa ucraino. Il messaggio lanciato alla nazione (e all’Occidente) arriva da Kiev con il Presidente Volodymyr Zelensky: «Rimarremo in piedi e vinceremo. Ricostruiremo una vita normale. Lo faremo insieme. Questo è l’unico modo possibile. Questo è il nostro dovere verso tutte le generazioni del nostro popolo che hanno combattuto per la libertà e la sovranità per l’Ucraina».
L’APPELLO DEL PAPA CONTRO LA GUERRA MONDIALE: “SERVONO I NEGOZIATI DI PACE”
Mentre comincia un’altra settimana importante per i destini della guerra in Ucraina – con l’appuntamento il 19 luglio a Teheran tra i Presidenti di Russia, Turchia e Iran e con la possibile caduta del Governo Draghi in Italia – da Roma sovviene un importante appello, l’ennesimo, lanciato da Papa Francesco contro il rischio di una terza guerra mondiale effettiva alle porte dell’Europa. «Sono sempre vicino alla martoriata popolazione dell’Ucraina, colpita ogni giorno da una pioggia di missili», ha detto il Pontefice all’Angelus da Piazza San Pietro, una settimana prima del suo viaggio in Canada dove incontrerà, tra gli altri, anche il Presidente Trudeau tra i leader principali dell’alleanza NATO e G7.
«Come si fa a non capire che la guerra crea solo distruzione e morte, allontanando i popoli, uccidendo la verità e il dialogo?», si è chiesto nuovamente Papa Francesco lanciando un nuovo appello a tutte le forze occidentali per il prosieguo della sanguinosa guerra in Ucraina. «Prego e auspico che tutti gli attori internazionali si diano veramente da fare per riprendere i negoziati, non per alimentare l’insensatezza della guerra», conclude il Santo Padre. Secondo Kiev, Zaporizhzhia – ovvero la più grande centrale nucleare d’Europa, occupata dall’esercito russo – sarebbe usata come scudo per lanciare attacchi: lo scontro sul campo, assieme al fallimento finora totale della diplomazia fino ad oggi (ad eccetto della soluzione sul grano faticosamente raggiunta) rappresentano l’ostacolo più grande per un ritorno imminente della fase di negoziati.