RUSSIA-USA, COLLOQUIO TELEFONICO
Oggi il capo di Stato maggiore delle forze armate russe, Valery Gerasimov, ha avuto un colloquio telefonico con il capo dello Stato maggiore congiunto Usa, Mark Milley. I due si sono sentiti per parlare di “questioni di reciproco interesse, compresa la situazione in Ucraina”. Come spiega l’agenzia di stampa russa Tass, la conversazione telefonica è arrivata “su iniziativa della parte americana”. Dunque dagli Stati Uniti hanno spinto per il colloquio con la Russia nel quale si è parlato del conflitto in Ucraina ma non solamente. Inoltre la scorsa settimana, il ministro della Difesa russo Sergei Shoigu e il segretario alla Difesa degli Stati Uniti, Lloyd Austin, avevano avuto già una conversazione telefonica per parlare della situazione in Ucraina. Si tratta della prima dopo lo scoppio del conflitto.
BOMBE SUL DONBASS, CAOS ALL’AZOVSTAL: LA GUERRA IN UCRAINA CONTINUA
Dopo 85 giorni di guerra in Ucraina la sensazione che il conflitto possa divenire sempre più globale è purtroppo netta: magari non sarà una terza guerra mondiale nucleare, ma di sicuro il livello dello scontro e l’incapacità finora di condurre negoziati di pace credibili rischia di portare la guerra Russia-Ucraina a livelli impensabili solo ad inizio anno.
Sono morti almeno 10 civili nelle ultime ore dopo un attacco bomba in due città della regione di Donetsk, nel Donbass: i bombardamenti, spiega il capo dell’amministrazione militare regionale Pavlo Kyrylenko, sono avvenuti ieri sera «i russi hanno ucciso dieci civili del Donbass, sette a Lyman e tre a Bakhmut. Tra i morti ci sono due bambini, uno a Lyman e uno a Bakhmut. Altre sette persone sono state ferite oggi». Lo stesso rappresentante ucrainoa ha spiegato che al momento è sostanzialmente impossibile stabilire il numero esatto di vittime nelle città occupate di Volnovakha e Mariupol. In quest’ultima, tiene ancora banco l’evacuazione del battaglione Azov dall’acciaieria Azovstal: da lunedì si sono arresti 1.730 soldati ucraini, secondo i dati del Ministero della difesa di Mosca. 900 di questi, annuncia la portavoce del ministero degli Esteri Maria Zakharova, «sono stati inviati in un ex colonia carceraria nella città di Olenivka». Bombardamenti vengono poi segnalati anche nel resto del Donbass (raid su Sievierodonetsk) e nella regione di Sumy (est Ucraina, tra Kiev e Kharkiv).
TERZA GUERRA MONDIALE: SANZIONI, NATO E GRANO, LO SCONTRO OCCIDENTE-RUSSIA
La terza guerra mondiale nel frattempo è già mera realtà per quanto riguarda i rapporti geopolitici internazionali: lo scontro tra Occidente e Russia non accenna a diminuire, anche se – come ha ricordato oggi nell’informativa al Parlamento il Premier italiano Mario Draghi – occorre che Italia, Ue e Usa puntino a negoziati di pace. «Per impedire che la crisi umanitaria si aggravi dobbiamo raggiungere prima possibile un cessate il fuoco e far ripartire i negoziati: è la posizione dell’Italia, dell’Ue e che ho condiviso con Biden», ha spiegato al Senato il Presidente del Consiglio.
Il sesto pacchetto di sanzioni contro la Russia ancora non trova un accordo tra i 27 Paesi europei, e comunque non si appresta ad essere il miglior viatico possibile per «mantenere canali di dialogo aperti con la Russia» (cit. Draghi). Energia, petrolio, ma anche adesione-allargamento della Nato e una gravissima crisi alimentare: il “costo” della guerra in Ucraina inizia ad essere molto alto non solo per l’Est Europa ma per l’intera comunità internazionale. «Quest’anno ci aspettiamo un raccolto pari al 50% della resa dell’anno scorso», è l’allarme lanciato dal Ministro ucraino dell’Agricoltura, Nikolay Solsky, durante un intervento all’Onu a New York: «a causa della carenza di grano e dell’inflazione, ogni Paese sta già pagando il prezzo dell’aggressione russa contro l’Ucraina. Per la guerra sono seriamente minacciate le semine invernali». Il tema però non è solo europeo: secondo Solsky, il prezzo del grano a livello globale da 430 dollari salirà a 700, «Siamo disposti a pagare 500, 600 o 700 dollari per tonnellata di grano? Questa situazione è critica per i Paesi dell’Asia e dell’Africa, che importavano grano principalmente dall’Ucraina». Da ultimo, si segnalano nuove frizioni tra Kiev e Occidente in merito alla fornitura di armi all’esercito di Zelensky: «gli Usa ci negano i razzi a lunga gittata», è la forte critica lanciata dall’Ucraina secondo quanto raccolto dalla rivista “Politico”. Biden starebbe resistendo – scrive ancora il giornale americano – alle pressanti richieste di Kiev «di ottenere sistemi lanciarazzi a lunga gittata, nel timore che possano essere usati per lanciare attacchi in territorio russo, espandendo e prolungando il conflitto in Ucraina». Per contrastare l’artiglieria pesante russa nel Donbass, l’Ucraina chiede da tempo la fornitura di «lanciarazzi multipli Mlrs, il sistema più pesante, complesso e potente sviluppato in tale categoria d’armamenti dall’industria occidentale».