PUTIN SENTE MACRON: “IMPOSSIBILE PER ORA RISOLVERE STALLO MARIUPOL”

«Per risolvere la difficile situazione umanitaria di Mariupol, i militanti nazionalisti ucraini devono smettere di resistere e deporre le armi»; lo ha detto il Presidente russo Putin nella lunga telefonata con Macron, al seguito della giornata di importanti passi avanti nella diplomazia internazionale dalla Turchia.



La terza guerra mondiale resta da monito e spauracchio per tutti, ma per il momento le evoluzioni nei negoziati non vedono parallelamente impegni per cessare il fuoco, almeno nel breve periodo. «Il presidente russo – viene diffuso dal Cremlino – ha informato in dettaglio sulle misure adottate dall’esercito per fornire assistenza umanitaria urgente e garantire l’evacuazione sicura dei civili, anche da Mariupol». Di contro, dall’Eliseo Macron fa sapere che l’apertura di corridoi umanitari, operazioni umanitarie, a Mariupol «sono impossibili in questa fase» proprio per la mancanza di accordo tra Russia e Ucraina. Nel frattempo, Kiev con il proprio Battaglione Azov fanno sapere che il comandante delle truppe cecene a Mariupol, Ruslan Geremeyev (vicino al leader ceceno Kadyrov e presunto organizzatore dell’assassinio del politico russo Boris Nemtsov) è stato gravemente ferito nella città assediata dai russi. Nel pomeriggio si è tenuto un vertice in videoconferenza tra i leader di Italia, Uk, Usa, Francia e Germania: «fermezza e determinazione contro Mosca», fa sapere il Premier Uk Johnson. Downing Street aggiunge poi in una nota, «Johnson ha evidenziato gli spaventosi attacchi in corso in città come Mariupol, che hanno già subito settimane di bombardamenti. Il primo ministro ha sottolineato che dobbiamo giudicare il regime di Putin dalle sue azioni, non dalle parole. Putin sta puntando un coltello nella ferita aperta dell’Ucraina nel tentativo di costringere il Paese e i suoi alleati alla capitolazione». Palazzo Chigi rileva invece l’importanza di uno stretto coordinamento «sull’aiuto alla popolazione e alle Istituzioni ucraine, con particolare attenzione al funzionamento dei corridoi umanitari e all’assistenza ai crescenti flussi di rifugiati. Hanno inoltre condiviso la necessità di sostenere i negoziati in corso, assicurando al più presto il cessate il fuoco. Al centro del confronto anche la diversificazione degli approvvigionamenti energetici». La Casa Bianca con Joe Biden fanno sapere che i leader hanno sostanzialmente convenuto «ad aumentare i costi contro la Russia per il suo brutale attacco in Ucraina, come pure a continuare a fornire all’Ucraina assistenza militare per difendere se stessa contro un assalto ingiustificato e non provocato».



LA TERZA GUERRA MONDIALE “SCONGIURATA”? I PASSI AVANTI DELLA DIPLOMAZIA

«Le proposte di Kiev implicano che da parte sua, la Federazione Russa non ha obiezioni al desiderio dell’Ucraina di entrare nell’Unione Europea», spiega il negoziatore russo Vladimir Medinsky al termine dei negoziati a Istanbul.

Continuano dunque le svolte sul fronte guerra tra Ucraina e Russia dopo la prima parte dei negoziati in Turchia: non è certamente scongiurato il rischio di una potenziale terza guerra mondiale ma lo spiraglio per vedere qualche accordo sul breve termine ora c’è. Dalla Turchia il Ministro degli Esteri Cavusoglu alla tv di stato Trt si dichiara soddisfatto dei negoziati (che proseguiranno in serata): «Oggi è stato raggiunto il più significativo progresso nei negoziati in corso. Continueremo il nostro impegno per arrivare a un cessate il fuoco e a una pace permanente». Prosegue da Mosca la “frenata” nei combattimenti su Kiev con il parziale ritiro dell’esercito in assedio alla periferia della capitale: non si fidano troppo dagli States con il Segretario di Stato Blinken che commenta «C’è quello che la Russia dice. E c’è quello che la Russia fa. Gli Stati Uniti si concentrano su quest’ultimo». Il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov nel pomeriggio alla Tass riaccende i rapporti tra Usa e Russia mantenendo pur sempre toni tutt’altro che concilianti: «Prima o poi Mosca e Washington dovranno parlare di questioni di stabilità strategica. E’ importante per tutto il mondo». Infine il portavoce di Putin aggiunge sul “caso Biden” (oggi tornato ad attaccare l’omologo Vladimir Putin, ndr), «Gli insulti personali non possono non lasciare il segno nelle relazioni tra i capi di stato. Soprattutto gli insulti personali, che in generale non dovrebbero avere posto nella retorica del capo di stato. Tuttavia il dialogo tra la Russia e gli Stati Uniti è necessario in ogni caso». Domani ci sarà un vertice a distanza tra Cina, Usa e Russia sullo status dell’Afghanistan, una possibile anticamera di trattativa su larga scala che potrebbe presto essere riproposta anche sul fronte Ucraina.



LA GUERRA E I NEGOZIATI IN TURCHIA

Al termine del primo round di negoziati a Istanbul (qui tutti i dettagli in costante aggiornamento, ndr) la terza guerra mondiale non è scongiurata ma di certo offre maggiori spiragli di “accordo” rispetto alle settimane precedenti.

La presenza al tavolo con le delegazioni di Ucraina e Russia del Presidente Erdogan aveva già fatto intuire che i negoziati di oggi potevano essere “qualitativamente” più importanti rispetto a tutti i precedenti: nelle tre ore di colloqui definiti «molto costruttivi» da Mosca, la delegazione russa ha annunciato due passi concreti per la escalation della crisi. «La Russia interromperà l’attività militare vicino a Kiev e Chernikiv», spiega ai giornalisti il consigliere presidenziale russo, Vladimir Medinsky. «Se il lavoro sul trattato Mosca-Kiev si muove velocemente e si trova un compromesso, la possibilità di un trattato di pace sarà più vicina», ha ribadito il capo delegazione russa. Dall’Ucraina la replica è positiva: «Proposto nuovo sistema di garanzie a Mosca, sì a neutralità se garanzie adeguate». Secondo le fonti riportate da Geopolitical Center, Kiev avrebbe sottoscritto nero su bianco il non ingresso nella Nato: «Continueremo i negoziati con la Russa, ma coinvolgeremo anche i Paesi garanti», annuncia il capo delegazione ucraino Mikhailo Podolyak. Non solo, l’Ucraina ha proposto alla Russia di tenere consultazioni per 15 anni sullo status della Crimea. Dal Pentagono il portavoce John Kirby ha poi spiegato di avere le prove che l’avanzata dei russi a Kiev è stata definitivamente fermata rispetto ai primi giorni di guerra.

LA TERZA GUERRA MONDIALE E IL RISCHIO DI ARMI NUCLEARI

Una terza guerra mondiale alle porte dell’Europa e l’impossibilità, per il momento, di vedere una fine prossima: dopo 33 giorni di guerra in Ucraina non si placa lo scontro sul campo con l’avanzata dei russi frenata dalla resistenza di Kiev: solo questa mattina, l’esercito di Mosca ha attaccato con diversi raid le città a ridosso di Odessa, poi anche Kharkiv e l’area attorno a Mariupol.

Il clima da “terza guerra mondiale” purtroppo non è solo sul fronte diplomatico ma anche per il livello di scontro ideologico e tecnologico tra Kiev e Mosca: la Russia, nel giorno in cui torna a incontrare in presenza la delegazione ucraina per i negoziati di pace in Turchia, respinge le accuse dell’Occidente di utilizzo prossimo di armi nucleari. «Nessuno in Russia sta prendendo in considerazione l’idea di usare armi nucleari», spiega il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, durante una intervista alle agenzie russe. Alla domanda se Putin avesse mai minacciato l’uso di armi nucleari qualora la Nato entrasse nel conflitto ucraino, la replica è tutt’altro che rassicurante, «Non credo. Ha invece dichiarato con chiarezza che se qualcuno dovesse interferire, la Russa ha tutti i mezzi necessari per reagire e punire chi lo farà». Lo stesso Cremlino giudica poi allarmante la dichiarazione di Biden in merito al potenziale “cambio regime” a Mosca, prontamente smentito dalla Casa Bianca ma anche dai principali vertici Ue: «parole allarmanti e un insulto personale al presidente», è il laconico commento di Peskov.

OGGI NEGOZIATI IN TURCHIA: COME CI ARRIVANO RUSSIA E UCRAINA

Detto di oggi, sono cominciati a Istanbul i negoziati di pace con la presenza delle delegazioni di Russia e Ucraina capeggiate dai rispettivi Ministri degli Esteri, Lavrov e Kuleba: aprendo il tavolo di trattative per scongiurare la terza guerra mondiale, le rispettive parti hanno concordato un giorno di “cessate il fuoco” a Mariupol con il ripristino del corridoio umanitario in uscita dalla città assediata da un mese sul Mar d’Azov (in tutto sono tre i corridoi concordati sul fronte ucraino).

Le delegazioni inviate da Putin e Zelensky vedono la presenza al tavolo del Presidente turco Tayyip Recep Erdogan, il quale si è rivolto ai negoziatori con un breve discorso e colloquio prima dei negoziati: «E’ arrivato il momento in cui i negoziati producano dei risultati concreti», ha detto il “sultano” della Turchia sottolineando come «i passi avanti fatti nel corso di questi colloqui consentiranno ai leader di Russia e Ucraina di avere un faccia a faccia […] Una pace giusta non avrà un perdente e la continuazione del conflitto non giova a nessuno». Il livello dello scontro resta molto alto, come testimonia anche la presenza tutt’altro che scontata oggi al tavolo delle trattative dell’ex Presidente del Chelsea Roman Abramovich: secondo la Tass l’oligarca russo, punto di contatto principale tra Putin e Zelensky per provare a condurre in porto il concordato, è presente a Istanbul nonostante il presunto tentato avvelenamento avvenuto in un precedente tavolo negoziale ad inizio mese. In un primo momento era emersa la notizia dal WSJ dell’avvelenamento anche di alcuni delegati ucraini, poi tutto smentito da Kiev: resta invece confermata dall’entourage di Abramovich del possibile avvelenamento-intossicazione che non starebbe però impedendo la continuazione dell’operazione di mediazione tra Kiev e Mosca. In un nuovo video apparso sui social il Presidente Volodymyr Zelensky torna ad attaccare l’Occidente per lo scarso intervento a fianco dell’Ucraina: «Gli ucraini pagano con la vita le sanzioni deboli […]. Gli ucraini non dovrebbero morire solo perché qualcuno non riesce a trovare il coraggio sufficiente per consegnare le armi necessarie. La paura vi rende sempre complici».