LA TERZA GUERRA MONDIALE TRA RUSSIA E UCRAINA: LO SCONTRO SULLA NATO
«Il piano di pace italiano? Di Maio è un amico»: a differenza della Russia che non sembra gradire il piano esposto dal Ministro degli Esteri Di Maio all’Onu, l’omologo ucraino Dmytro Kuleba dal Forum di Davos conferma l’interesse per il dossier preparato dal Governo italiano.
Per il resto, le parole usate da Kuleba rappresentano un ulteriore attacco al Cremlino e pure alla Nato, accusata di essere del tutto “impotente” davanti al rischio di una terza guerra mondiale. «Noi vediamo la Nato come un’alleanza, come un’istituzione messa ai margini che non sta facendo nulla da ormai tre mesi», attacca l’inviato di Zelensky al Forum Economico mondiale di Davos. Kuleba aveva invece in precedenza lodato le decisioni «rivoluzionarie» dell’Unione Europea per le sanzioni adottate contro la Russia. «Abbiamo un bisogno disperato delle armi, ma anche di assistenza macrofinanziaria e poi dobbiamo riconsiderare la politica delle sanzioni – ha aggiunto il Ministro degli Esteri–. Bisogna uccidere la politica dell’export della Russia, basta comprare dalla Russia». Intanto dal Cremlino, il Presidente russo Vladimir Putin ha rilasciato alcune dichiarazioni in merito all’offensiva lanciata negli scorsi giorni nel Donbass: intervenendo durante una riunione del Consiglio di Stato, riportato dalla Tass, il leader russo sottolinea, «Tutti coloro che prendono parte all’operazione militare speciale per difendere il Donbass sono eroi e dovrebbero essere trattati come eroi. Indipendentemente dai premi che avranno o meno i partecipanti alle operazioni militari speciali, si tratta di persone che mettono a rischio la propria salute e la propria vita per il bene delle persone e dei bambini del Donbass, per il bene della Russia. Sono tutti eroi».
UCRAINA: “RUSSI ALLE PORTE DI SEVERODONETSK”
«Le truppe russe si sono già avvicinate molto a Severodonetsk, quindi possono sparare anche con i mortai. La città viene continuamente bombardata, 24 ore su 24. Ci sono pesanti combattimenti alla periferia della città, mentre bombe e missili vengono sganciati dai bombardieri, la situazione è molto difficile»: l’annuncio dato dal capo dell’amministrazione militare regionale del Lugansk Sergiy Gaidai conferma il “vento” di guerra totale finale che il Cremlino starebbe lanciando contro il Donbass.
Con l’Unione Europea che nuovamente lancia appelli al Cremlino di rivedere l’avanzata per evitare conseguenze peggiori (la sempre “paventata” terza guerra mondiale), il Cremlino tira dritto e anzi approva l’abolizione del limite all’arruolamento a 40 anni. Non solo, in giornata il Presidente Putin ha firmato un nuovo decreto che semplifica il procedimento per ottenere la cittadinanza russa per chi risiede nelle regioni ucraine di Kherson e Zaporozhzhia, da mesi ormai occupate dalle truppe di Mosca dopo l’invasione. Dopo la disponibilità data dalla Russia a dialogare con i partner commerciali sul fronte grano, chiedendo l’eliminazione delle sanzioni a suo carico, Kiev si ribella e controbatte: «La Russia sta ricattando il mondo chiedendo di revocare le sanzioni in cambio dello sblocco delle esportazioni alimentari dell’Ucraina», ha detto il Ministro degli Esteri Kuleba in presenza al Forum di Davos, «Qualsiasi politico o funzionario straniero che possa pensare di accettare questo gioco dovrebbe prima visitare le tombe dei bambini ucraini uccisi e parlare con i loro genitori».
GUERRA NEL DONBASS: “LUGANSK, SFONDATA DIFESA UCRAINA”
Una terza guerra mondiale in “latenza” da 91 giorni, un conflitto che non accenna a diminuire sul campo e un dialogo tra i due contendenti – Russia e Ucraina (o forse più in generale, Russia-Occidente) – che stenta ancora a decollare.
La guerra non si ferma ed è di oggi la notizia dal Donbass dell’avanzata ulteriore delle truppe russe verso la conquista del Lugansk: «Le unità delle autoproclamate Repubbliche popolari di Donetsk e Lugansk, con il supporto dell’esercito russo, hanno sfondato la difesa delle forze armate ucraine sullo Svetlodar Bulg, nella regione di Lugansk», lo annuncia l’ambasciatore dell’autoproclamata Repubblica di Lugansk in Russia, Rodion Miroshnik su Telegram. Mentre prosegue l’avanzata nel Donbass, con raid e bombe continui a Severodonetsk – per il capo dell’amministrazione militare Sergy Gaidai, «Stanno semplicemente cancellando Severodonetsk dalla faccia della Terra» – si segnalano vittime e feriti nell’ultimo bombardamento su Zaporizhzhia, città a Sud dell’Ucraina. Sono stati lanciati in tutto quattro missili da crociera: uno ha colpito un centro commerciale nel distretto di Oleksandrivskyi, altri due hanno colpito strutture civili nel distretto di Shevchenkivskyi. Il quarto missile è stato abbattuto dalla difesa aerea ucraina, riporta l’agenzia Ukrinform.
LA TERZA GUERRA MONDIALE TRA ARMI, SANZIONI E GRANO: SPIRAGLI DI DIALOGO?
Le sanzioni dell’Europa, il sostegno in armi ed economia all’Ucraina e ancora l’emergenza mondiale del grano rendono il conflitto a Kiev su scala sempre più globale, con il rischio continuo di una “terza guerra mondiale” ben oltre la già rottura dei rapporti diplomatici tra Occidente e Russia.
Una piccola ma importante novità sul fronte alimentare arriva dal Cremlino, con il vice ministro degli Esteri, Andrey Rudenko che si è detto disposto a dialogare con tutti i partner internazionali in merito alle forniture di grano dall’Ucraina. Dopo gli appelli di Onu, Ue e Usa affinché la Russia sblocchi le navi ancora ferme nei porti ucraini con tonnellate di grano, Mosca fa scorgere un minimo di apertura: «siamo pronti a fornire un corridoio umanitario per le navi che trasportano prodotti alimentari fuori dall’Ucraina», fa sapere ancora Rudenko, rispondendo all’appello lanciato dall’Occidente. Come condizione, la Russia di Putin chiede di eliminare le sanzioni contro di loro: «Risolvere il problema alimentare richiede un approccio globale, compresa la rimozione delle sanzioni e restrizioni imposte alle esportazioni russe e alle transazioni finanziarie russe. Richiede inoltre che l’Ucraina sdogani tutti i porti dove si trovano le navi. La Russia è pronta a fornire i necessari passaggi umanitari, cosa che fa ogni giorno», conclude il vice di Lavrov. Prosegue intanto il negoziato difficile tra Mosca e Kiev sul destino dei prigionieri dell’Azovstal: sempre Rudenko ha spiegato all’Interfax che la Russia è disposta a discutere «di uno scambio di prigionieri ucraini e russi solo dopo che i combattenti ucraini che si sono arresi nell’acciaieria Azovstal di Mariupol saranno stati processati».