NYT: “RUSSIA VIA DA KHARKIV”. MOSCA: “OCCIDENTE VUOLE STRANGOLARCI”
«Nel loro desiderio di strangolare la Russia, le potenze occidentali sono pronte a tutto, incluso far resuscitare il nazismo»: il messaggio lanciato dalla Missione Permanente della Russia all’Onu di Ginevra rappresenta forse al meglio il senso di tensione pari ormai ad una “terza guerra mondiale” su ogni fronte.
La guerra in Ucraina prosegue da 79 giorni ininterrotta, i raid sul campo si sprecano e il conflitto diplomatico tra Mosca, Kiev e l’Occidente non sembra avere possibilità di frenarsi, almeno nel breve periodo. Il messaggio della Russia arriva nel giorno in cui presso il Consiglio per i Diritti Umani all’Onu si è votato in larga maggioranza per aprire un’inchiesta sulle presunte violazioni delle forze russe in Ucraina: Kiev, Chernihiv, Kharkiv e Sumy sono i luoghi attenzionati per i fatti avvenuti tra febbraio e marzo. Oggi però non si è certo placata la furia delle truppe russe e ucraine nei tanti campi di battaglia ancora attivi: nel Donbass, su Odessa, vicino alla regione di Kharkiv e Kherson. E ovviamente anche Mariupol, con l’assalto all’acciaieria Azovstal che non si placa: «le forze russe hanno organizzato assalti a più centri nell’Ucraina orientale mentre cercavano di espandere il controllo nell’area, ma non tutti hanno avuto successo», fanno sapere dallo stato maggiore di Kiev. Secondo le informazioni in mano al NYT, Mosca starebbe ritirando i propri soldati anche da Kharkiv davanti alla resistenza in “recupero” dell’esercito ucraino (con armi occidentali): «seconda maggior battuta d’arresto russa dal ritiro da Kiev del mese scorso», raccontano i funzionari Usa contattati dal quotidiano americano, «il Cremlino dovrebbe probabilmente reindirizzare le truppe verso sud-est, dove starebbe rafforzando la propria presenza a Izium, città a due ore da Kiev».
LA TERZA GUERRA MONDIALE TRA NATO, SANZIONI E…
«Sono pronto a parlare con Putin, ma non devono esserci ultimatum. I russi devono uscire dal nostro territorio, è il primo passo per poter parlare»: così ieri il Presidente dell’Ucraina Volodymyr Zelensky nella lunga intervista a “Porta a Porta” dove ha ripercorso tutti i principali temi “caldi” della guerra alle porte dell’Europa.
Secondo il leader di Kiev, la possibilità di disinnescare il rischio di una terza guerra mondiale può e deve passare da negoziati di pace in cui però le condizioni devono essere chiare: «Noi non dobbiamo cercare una via d’uscita per la Russia. Proporre a noi di cedere qualcosa per salvare la faccia del presidente russo non è corretto da parte di alcuni leader, non siamo pronti a salvare la faccia a qualcuno pagando con i nostri territori, non penso sia una cosa giusta […] i russi se ne devono andare e devono rispondere di quello che hanno fatto. Non possiamo accettare compromessi per la nostra indipendenza». Serve un tavolo negoziale con le nazioni più influenti del mondo, spiega Zelensky sposando la proposta fatta da Mario Draghi alla Casa Bianca con Joe Biden: in mezzo resta però la forte distanza diplomatica ancora presente tra Occidente e Russia, specie dopo l’annuncio di Svezia e Finlandia di un imminente ingresso nella Nato. Il Cremlino lo considera una «minaccia inammissibile» per la sicurezza di Mosca, di contro le autorità scandinave temono un’avanzata russa già nei prossimi mesi. Mentre si discute ancora a livello europeo sulle sanzioni a Putin – manca ancora l’accordo sull’embargo al petrolio – dalla stessa Ucraina guardano con timore l’ingresso nella Nato delle due nazioni “vicine” alla Russia: «Putin è irrazionale ma il giorno in cui la Finlandia, e io dico anche la Svezia, entreranno nella Nato, lui sarà stretto in un angolo e sappiamo che in quel caso potrebbe diventare più pericoloso di quanto sia già», ha spiegato Iryna Vereshchuk, vicepremier ucraina, in un’intervista al Corriere della Sera, «questo è il momento migliore per i due Paesi per fare questo passo e il loro ingresso nella Nato è anche una risposta a Putin sull’Ucraina. È un segnale forte, anche per i Paesi baltici che temono la Russia e si sentirebbero più protetti».