RUSSIA VS USA. LA GUERRA CONTINUA A MARIUPOL
«Prove credibili mostrano che militari dell’esercito russo hanno giustiziato ucraini che cercavano di arrendersi nella regione di Donetsk», l’ambasciatrice Usa all’Onu conferma la denuncia fatta davanti alla corte di giustizia penale, di fatto legittimando chi parla del conflitto ucraino come la “miccia” per una terza guerra mondiale. Le parole di Van Schaack arrivando in risposta alle tesi russe secondo cui vi sarebbero stati massacri e torture in Ucraina all’interno delle aree assediate di Mariupol.
Mentre prosegue lo scontro a distanza con l’Occidente sul fronte energetico, è ancora la città sul Mar d’Azov a confermare una piena attività bellica in corso: «stanotte c’è stata una quantità incredibile di bombe al fosforo, 50 attacchi aerei, razzi, artiglieria e tutto ciò che i barbari possono usare contro l’umanità. La vita a Mariupol adesso è un giorno pari a un anno», spiega in un video sui sociale il vice comandante del battaglione Azov Sviatoslav Palamar, «Io chiedo chi ha dato tempo a Mosca per nascondere crimini di vastità difficile da immaginare, chi ha dato la possibilità all’orda di portare dei propagandisti pagati in città». Nuovamente l’Ucraina accusa la Russia di genocidio per quanto successo nel Donbass, attorno a Kiev e in generale sui vari territori occupati dall’inizio della guerra: «è la distruzione di un popolo che viene attaccato. Noi resisteremo per il nostro futuro, per i nostri figli, per il futuro dei vostri figli», conclude il n.2 del battaglione Azov. Nel frattempo a rendere ancora più “mondiale” la guerra in corso ci pensa la Cina con un attacco diplomatico diretto alla Nato: «è uno strumento di singoli Paesi per cercare l’egemonia non solo nel Nord Atlantico, ma anche nell’Asia-Pacifico, verso cui si è rivolta negli ultimi anni per mostrare la sua potenza e fomentare conflitti», dichiara il portavoce del ministero degli Esteri Wang Wenbin, in risposta ai giudizi della ministra Uk Liz Truss sull’importanza della Nato di avere una prospettiva globale. «L’Alleanza dovrebbe valutare la situazione e apportare gli adeguamenti necessari», conclude il politico cinese.
RUSSIA VS USA E UCRAINA: ACCUSE SU DONETSK E MARIUOPOL
Le minacce tra Occidente e Russia che si susseguono tra guerra sul campo, invio di armi, sanzioni economiche e forniture energetiche portano il livello del conflitto in Ucraina sempre più prossimo ad una terza guerra mondiale su ampia scala. Le ultime notizie sul fronte di guerra nel 64esimo giorno dall’invasione russa vedono ancora una volta il Donbass e la città di Mariupol al centro dello scontro.
Mentre dalla Russia emerge voce secondo cui dal 1 maggio nella città conquistata di Kherson entrerà in vigore il rublo come moneta corrente, a Mariupol la situazione è sempre più delicata: «entrerà a far parte della regione russa di Rostov», ha fatto sapere l’autoproclamato “sindaco” della città sul Mar d’Azov, Konstantin Ivashchenko. Nel frattempo, il comandante della Brigata marina ucraina a Mariupol, Serhiy Volyna, ha lanciato un appello disperato per l’evacuazione immediata di civili e truppe ancora nell’acciaieria Azovstal: «Ho fatto appello a tutti i leader mondiali, ho fatto appello ai diplomatici mondiali, ho fatto appello a Papa Francesco, ho gridato a squarciagola chiedendo di essere estratti». Fronte Russia, le accuse ricevute di continui crimini di guerra anche a Mariupol vengono rispediti al mittente accusando invece gli ucraini di compiere torture nella città ormai fantasma sul Mar d’Azov: un diplomatico russo all’Onu ha denunciato Kiev di aver «torturato prigionieri in un centro di tortura a Mariupol chiamato “la biblioteca”». Giusto ieri sera dagli Stati Uniti l’ambasciatrice Onu Beth Van Schaack ha contro-denunciato Mosca: «Ora abbiamo informazioni credibili che un’unità militare russa operante nelle vicinanze di Donetsk ha giustiziato gli ucraini che stavano tentando di arrendersi, piuttosto che prenderli in custodia».
ARMI, PETROLIO, GAS:IL CONFLITTO DIVENTA TERZA GUERRA MONDIALE?
Se fosse vero, ha concluso la diplomatica Usa alle Nazioni Unite, «ciò costituirebbe una violazione di un principio fondamentale delle leggi di guerra, il divieto di esecuzione sommaria di civili e combattenti fuori combattimento in virtù di resa, ferita o altre forme di incapacità». I documenti e i report in mano agli Stati Uniti dimostrerebbero a Mariuopol «esecuzioni di persone alle quali erano state legate le mani, torture e violenze sessuali contro donne e ragazze».
I crimini di guerra, ma anche l’invio di armi, l’embargo di gas e petrolio e infine le sanzioni economiche concorrono a creare a livello internazionale una terza guerra mondiale di difficilissima lettura e analisi: dopo lo stop del gas a Polonia e Bulgaria per non aver accettato di pagare in rubli, la situazione tra Ue e Mosca è sempre più tesa (di ieri sera la notizia da Bloomberg dei preparativi che Eni Italia sta compiendo per aprire un conto in rubli presso Gazprombank) come ribadito dal segretario generale dell’Onu Antonio Guterres in visita a Borodyanka. «Distruzione inaccettabile nel XXI secolo», denuncia il delegato, quando poco prima il Presidente ucraino Zelensky aveva nuovamente intimato l’Occidente a sostenere Kiev nella guerra contro Putin, «La Russia usa non solo il gas ma i rapporti commerciali più in generale come un’arma. Nessuno in Europa può sperare di mantenere una cooperazione economica normale con la Russia». L’Ue prepara nel prossimo pacchetto di sanzioni – il sesto – l’embargo totale del petrolio, ma nulla è ancora deciso in quanto sarebbe un’opzione molto forte che potrebbe tra l’altro comportare il rischio di ripercussioni immediate anche sul gas, il vero nodo economico della disfida Occidente-Russia. Come rilanciato da Berlino ieri, «Con l’embargo dell’energia, la Germania andrà in recessione». Putin teme – e lo ha detto apertamente commentando il vertice di guerra degli alleati a Ramstein di martedì scorso – il riarmo della Nato direttamente contro Mosca e per questo ribatte con fantomatiche «armi segrete da utilizzare contro l’Occidente» in caso di attacco. Come si può intuire la situazione è ai limiti del sostenibile, con il solo Papa Francesco ad invocare instancabilmente a livello internazionale la tregua immediata per scongiurare la terza guerra mondiale.