GUERRA RUSSIA-UCRAINA SU TUTTO: SCAMBIO DI ACCUSE SU CHERNOBYL

Il livello dello scontro tra Russia e Ucraina, allargando il fronte della “guerra mondiale” anche ad Ue e Usa, è sempre più grande: dall’ospedale di Mariupol alla centrale di Chernobyl, dall’assedio imminente a Kiev alle sanzioni economiche ed energetiche, fino ai negoziati diplomatici. Le accuse e controaccuse sull’asse Kiev-Mosca proseguono e si avviano a proseguire ancora per molto tempo.



«Una messinscena provocatoria», viene definita dal Cremlino l’attacco alla clinica ostetrica di Mariupol, mentre di contro dall’Unione Europea – con il Consiglio Ue riunito informalmente a Versailles oggi e domani – attacca con Macron, «Siamo tutti sconvolti dalle immagini, in pieno centro città è stata bombardata una maternità. Donne e bambini sono stati di nuovo vittime, armi profondamente letali sono state usate senza discernimento. La Francia condanna con la massima fermezza questo atto di guerra indegno e illegale». Distanza e verità opposte anche sulla centrale nucleare esplosa nel 1986 in Ucraina: il Governo di Kiev tramite Energoatom (l’azienda di Stato) attacca il Cremlino, «fake news la notizia annunciata da Mosca secondo la quale esperti bielorussi avrebbero ripristinato la fornitura di elettricità a Chernobyl». Sul fronte diplomatico, gli Stati Uniti provano a mettere “contro” gli alleati Russia e Cina: il direttore della Cia Bill Burns, durante un’audizione alla commissione del Senato, ha spiegato che il Presidente Xi Jinping «è rimasto turbato dall’invasione russa dell’Ucraina anche perché pare che i suoi servizi non lo abbiano avvertito di cosa sarebbe successo. Il leader cinese teme un danno di immagine per la Cina essendo associata alla brutalità dell’aggressione di Mosca ed è preoccupato per le conseguenze economiche in un momento in cui il tasso di crescita dell’economia cinese è il più basso degli ultimi 30 anni».



GUERRA MONDIALE, PUTIN VS OCCIDENTE: “SANZIONI ILLEGITTIME”

Mentre gli sforzi diplomatici per far concludere il conflitto in Ucraina proseguono al forte rilento, non sono ‘tenere’ le considerazioni fatte da Vladimir Putin nel discorso ripreso dalla Tass dal Cremlino. «Troveremo una soluzione a tutti i problemi insieme ai nostri partner che non riconoscono le sanzioni», ha spiegato il Presidente russo addossando all’Occidente e agli Stati Uniti la responsabilità piena della guerra in Ucraina.

Con lo spettro della “terza guerra mondiale” sullo sfondo, Putin addossa le colpe della crisi geopolitica, economica e energetica all’Occidente: «non dare la colpa a Mosca per l’aumento dei prezzi dell’energia. E’ necessario agire in modo deciso nei confronti delle compagnie straniere che stanno interrompendo le loro operazioni in Russia, ci sono soluzioni legali al riguardo». Di contro, la Russia annuncia di star mantenendo tutti gli impegni relativi alle esportazioni energetiche: nel pomeriggio. Previsto a Mosca la visita dell’ex cancelliere tedesco Gerhard Schröder, personaggio non di secondo piano visto il suolo di presidente del consiglio di sorveglianza del colosso petrolifero Rosneft (e candidato ad entrare in Gazprom). Sempre oggi, Mosca ha annunciato di aver imposto il divieto di esportazione di alcuni prodotti ed equipaggiamenti stranieri proprio a seguito all’imposizione delle sanzioni da parte occidentale. Insomma, il conflitto è su tutti i fronti mentre sul “campo” prosegue la fuga dei civili dalle principali città ucraine: oggi i corridoi umanitari sembrano tenere più degli scorsi giorni, effetto forse della tregua più “solida” nel giorno dei negoziati in Turchia tra Kuleba e Lavrov. Notizia importante in arrivo invece da Chernobyl, dove era in corso da 24 ore il blackout elettrico della centrale nucleare: «La Bielorussia ha fornito energia elettrica alla centrale nucleare di Chernobyl, che è attualmente sotto il controllo delle forze armate russe», ha spiegato il vice ministro dell’Energia russo, Yevgeny Grabchak, «Gli ingegneri energetici bielorussi hanno assicurato la fornitura di elettricità alla centrale nucleare di Chernobyl, che è sotto il controllo delle forze armate russe. La linea di trasmissione di energia Mazyr – centrale nucleare di Chernobyl è stata alimentata».



L’ESITO DEL VERTICE IN TURCHIA E LA GUERRA CHE CONTINUA IN UCRAINA

L’esito del vertice in Turchia tra Lavrov e Kuleba è riassumibile in “no tregua, sì negoziati”: i due Ministri degli Esteri hanno convenuto di rivedersi tra qualche giorno con il medesimo schema visto oggi ad Antalya, ma concordano anche sulla possibilità di trovare il compromesso giusto per intavolare un vertice a tre Putin-Zelensky-Erdogan.

«Nell’incontro abbiamo affrontato la questione del cessione il fuoco di 24 ore per risolvere la maggior parte delle questioni urgenti dal punto di vista umanitario. Non abbiamo fatto progressi su questo purtroppo, sembra che ci siano altre persone che decidono su questo in Russia», ha spiegato il Ministro di Kiev, Kuleba. Di contro, Lavrov ha poi sentenziato «Abbiamo avuto la conferma che non abbiamo alternative», attaccando anche l’Occidente, «Coloro che riempiono l’Ucraina di armi devono capire che sono responsabili delle proprie azioni. Non abbiamo attaccato in Ucraina. In Ucraina si è creata una situazione che ha creato una minaccia a Mosca, abbiamo fatto vari appelli ma nessuno ci ha ascoltato. Questi contatti non possono esser usati per sostituire o svalutare i negoziati principali sul territorio bielorusso». La “terza guerra mondiale” è sempre sullo sfondo, anche se su questo Lavrov ha smentito la volontà di Mosca di iniziare una guerra nucleare, «non voglio crederlo e non lo credo»; nel frattempo, mentre le sirene anti-aereo proseguono a suonare nella Capitale Kiev, dopo l’incontro in Turchia Putin ha sentito ancora i leader di Germania e Francia, Scholz e Macron. «Germania e Francia hanno chiesto una tregua immediata. Scholz e Macron hanno insistito sul fatto che la soluzione a questa crisi debba arrivare dalle trattative fra Ucraina e Russa», fanno sapere le cancellerie di Berlino e Parigi.

VERTICE UCRAINA-RUSSIA IN TURCHIA: RISCHIO TERZA GUERRA MONDIALE

È cominciato alle 8.45 ora italiana il primo vertice tra i Ministri degli Esteri di Ucraina, Russia e Turchia: il diplomatico di Erdogan, Mevlüt Çavuşoğlu, ha accolto stamane ad Antalya i colleghi Sergey Lavrov e Dmytro Kuleba per scongiurare quella che appare sempre più temibile come una terza guerra mondiale nell’Est dell’Europa.

L’indomani del terribile bombardamento sull’ospedale di Mariupol, mentre ancora le bombe nella notte hanno colpito altre strutture sanitarie, civili e militari dell’Ucraina, i leader della diplomazia in guerra si incontrano in quello che viene definito il primo vero “banco di prova” delle effettive intenzioni delle parti di porre fine alla guerra scattata il 24 febbraio scorso. Il Presidente Zelensky ha fatto sapere che l’Ucraina è disposta a trattare su tutto, dal riconoscimento del Donbass e della Crimea al non inserimento del Paese nell’alleanza Nato; di contro però, non accetta ultimatum da Putin e chiede fermamente all’Occidente di disporre una no-fly zone sui cieli ucraini per impedire il continuare di bombardamenti russi. La Russia stamattina con Lavrov ha però fatto un passo diplomatico importante e non positivo per un più sereno dialogo con l’Occidente: ha annunciato che Mosca lascerà con effetto immediato il Consiglio d’Europa (che non è il Consiglio Europeo, ndr) «Il corso degli eventi è diventato irreversibile. La Russia non ha alcuna intenzione di sopportare le azioni sovversive intraprese dall’Occidente, che spinge per un ordine basato sulle regole e sulla sostituzione del diritto internazionale calpestato dagli Stati Uniti e dai suoi satelliti», ha spiegato il Ministro degli Esteri del Cremlino.

BOMBE, OSPEDALI, ARMI CHIMICHE: COSA STA SUCCEDENDO

Nel frattempo, sul campo di guerra, dalle ore 8 italiane in Ucraina hanno iniziato ad funzionare i corridoi umanitari lungo le seguenti rotte: Trostyanets – Poltava; Krasnopillya – Poltava; Sumi – Poltava; Mariupol – Zaporozhye; Volnovakha – Pokrovsk; Izyum – Lozova; Bucha, Borodyanka, Irpin – Kiev. Lo ha fatto sapere la vicepremier ucraina Iryna Vereshchuk: resta il problema del cessate il fuoco momentaneo che in questi giorni non ha impedito bombardamenti e vittime tra civili e militari, non da ultimo quanto successo ieri a Mariupol (3 morti, decine di ferite nell’attacco all’ospedale con reparti di maternità e pediatria, ancora da verificare se si tratti di raid mirato o più probabilmente di strage collaterale per missile mal calcolato) e nella notte a Kharkiv. Nella città ormai spettrale per gli attacchi in serie degli ultimi giorni, si segnala un nuovo bombardamento con almeno 4 morti, di cui 2 bimbi: lo riferisce la Bbc citando i servizi di emergenza statale ucraini. La Russia nel frattempo ha smentito di aver bombardato l’ospedale pediatrico di Mariupol spiegando che quelle di Kiev sono «fake news. L’edificio in questione era un ex ospedale pediatrico ora occupato dalle truppe», ha spiegato Dmitry Polyanskiy, rappresentante della Russia alle Nazioni Unite. Dagli Stati Uniti invece arriva contro Mosca l’accusa di voler usare armi chimiche per il prosieguo della battaglia: «Abbiamo preso nota delle false affermazioni della Russia sui presunti laboratori di armi biologiche degli Stati Uniti e sullo sviluppo di armi chimiche in Ucraina. Abbiamo anche visto funzionari cinesi fare eco a queste teorie cospirative», ha detto in un briefing con la stampa ieri la portavoce della Casa Bianca Jen Psaki. «Ora che la Russia ha fatto queste false affermazioni, e la Cina ha apparentemente appoggiato questa propaganda, dovremmo essere tutti in allerta rispetto all’uso di armi chimiche da parte della Russia o aspettarci che Mosca le usi per creare un pretesto, è uno schema chiaro», conclude la portavoce di Biden. Resta evidente che un coinvolgimento di armi chimiche non farebbe che alzare la tensione sulla guerra in Ucraina rendendola a quel punto sì il procinto reale della terza guerra mondiale. Gli sforzi di Turchia, Israele, della stessa Cina e dell’Occidente ora sono tutti tesi a trovare la “chiave” giusta per disinnescare questo rischio, imponendo un cessate il fuoco duraturo e un compromesso che possa accontentare, in parte, tutti. Non sarà facile.