GUERRA MONDIALE: ALLARMI BOMBA IN TUTTA UCRAINA
Nelle ultime ore in Ucraina la tensione per una sempre più “possibile” terza guerra mondiale è nuovamente esplosa: allarmi bomba praticamente in tutto il Paese, da Kiev a Leopoli, passando per Odessa, Dnipro e Vinnytsia.
La contraerea ucraina è entrata in funzione per abbattere missili verso la Capitale e il sud-ovest dell’Ucraina: lo fa sapere il consigliere del Ministro dell’Interno Anton Gerashchenko. Esplosioni invece si sono viste e udite distintamente a Leopoli, la città più importante a ovest del Paese: il sindaco Andriy Sadovyi invita la popolazione a restare nei rifugi antiaerei e segnalando blackout in alcune zone della città. L’impressione è che sia sempre più vicino quel “assalto finale” lanciato dalla Russia per prendere pieno possesso del Donbass e avere vantaggi militari anche in altre aree dell’Ucraina. Dopo il nulla di fatto nei negoziati avvenuti oggi tra Macron e Putin (qui il resoconto, ndr), in attesa del nuovo pacchetto di sanzioni Ue contro il Cremlino (previsto per domani), il Consiglio di Sicurezza Onu è stato convocato per il prossimo 5 maggio: sul tavolo ovviamente la guerra in Ucraina e la visita appena avvenuta del segretario Guterres a Mosca e Kiev.
COLLOQUIO PUTIN-MACRON: “BASTA ARMI ALL’UCRAINA”
È durato quasi due ore il colloquio in videoconferenza tra i Presidenti di Russia e Francia, sul tavolo ovviamente la catastrofe della guerra in Ucraina: rispetto ai timori per una terza guerra mondiale sempre più “concreta”, Vladimir Putin ha confermato l’intenzione a voler continuare dei negoziati di pace con l’Ucraina anche se ribadisce come al momento «Kiev non è pronta per negoziati seri».
Il Cremlino accusa l’Europa di «ignorare i crimini di guerra delle forze ucraine e i loro bombardamenti sulle città e i villaggi del Donbass»: in attesa di un commento ufficiale da parte dell’Eliseo, Putin ha ribadito la sua posizione di netto contrasto all’Occidente, intimando «deve smettere di fornire armi all’Ucraina». Durante il colloquio con Macron non si è placata la tensione sul campo di battaglia con ancora Mariupol agli “altari” della cronaca internazionale: «Stiamo facendo tutti gli sforzi per evacuare le persone dai territori occupati, ma la situazione è davvero difficile da gestire, anche le organizzazioni internazionali sono quasi impotenti», lo ha detto vice premier ucraina, Iryna Vereshchuk, in conferenza stampa al centro commerciale Epicenter di Zaporizhzhia dove sono arrivati i primi convogli di 100 civili evacuati ieri dall’acciaieria di Azovstal. Poche ore prima le forze russe hanno lanciato quello che definisco «l’assalto finale» all’acciaieria nelle aree dove sono presenti ancora piccole frange di resistenza ucraina. Da Kiev arriva la condanna netta alle continue azioni russe nel Donbass e non solo: la procuratrice generale ucraina Iryna Venediktova, incontrando i giornalisti davanti alla Casa della Cultura di Irpin, ha spiegato «Putin deve essere assolutamente processato, è il principale criminale di guerra del XXI secolo: ricordate la Cecenia, la Georgia e ora l’Ucraina. E’ lui il responsabile come comandante in capo dei crimini di guerra commessi in queste zone». Sempre la procuratrice racconta di aver trovato 290 corpi civili uccisi dai russi a Irpin: «55 sono solo resti umani. Di questi, 40 sono stati uccisi da colpi di arma da fuoco, 35 da schegge, 5 sono morti di fame. Gli altri 210 hanno ferite ancora in corso di accertamento per poter risalire alle cause del decesso».
ODESSA, MARIUPOL, DONBASS: LA GUERRA IN UCRAINA CONTINUA
Bombe su Odessa, raid su Mariupol, esplosioni e droni abbattuti nel Donbass: la terza guerra mondiale è già in atto, come ha spiegato Papa Francesco nell’intervista odierna al “Corriere della Sera”, e le prossime settimane potrebbero davvero esser quelle decisive per capire le sorti e le dimensioni di questo conflitto.
Stamattina sono riprese le evacuazioni di civili intrappolati nell’acciaieria Azovstal di Mariupol, mentre in altre parti della città portuale si spara ancora con le ultime estreme resistenze delle brigate ucraine: «Sono oltre 200 i civili ancora intrappolati nell’impianto di Azovstal», ha spiegato il sindaco di Mariupol Vadym Boychenko, mentre sarebbero ancora 100mila in totale i civili presenti nella città assediata da due mesi. «Il processo di evacuazione sta avvenendo a livello molto alto, con la partecipazione del presidente ucraino Volodymyr Zelensky e la vice premier Iryna Vereshchuk. Voglio sottolinearlo, è molto difficile», spiega ancora il sindaco che denuncia Mosca di non rispettare le condizioni minime dignitose per i civili ospitati nei “centri di filtraggio” in Mariupol: «In media la gente aspetta un mese per questo filtraggio umiliante. Vediamo un calo del flusso della gente che arriva in Ucraina. Il motivo è che i russi creano motivi per impedirglielo. Gli uomini sono messi in detenzione e torturati. La gente viene tenuta senza cibo per due giorni o più, costretta a dormire in piedi», conclude Boychenko. Pesanti i raid avvenuti poi ieri a Odessa nell’ottavo anniversario della Strage alla Casa dei Sindacati mentre risuonano ancora oggi le sirene in diverse parti del Donbass: solo ieri, «La difesa aerea ucraina ha abbattuto ieri otto velivoli senza pilota russi, tra cui anche un Forpost, un sofisticato drone da ricognizione del valore in stimato in sette milioni di dollari», ha spiegato Comando dell’Aeronautica ucraina in una nota su Facebook.
TERZA GUERRA MONDIALE: PAPA VUOLE VEDERE PUTIN, MOSCA ATTACCA ZELENSKY
La pace sembra sempre più lontana e la terza guerra mondiale è ormai un dato di fatto: a dirlo è stato Papa Francesco nell’importante intervista al “CorSera”, «la Siria, lo Yemen, l’Iraq, in Africa una guerra dietro l’altra. Ci sono in ogni pezzettino interessi internazionali. Non si può pensare che uno Stato libero possa fare la guerra a un altro Stato libero. In Ucraina sembra che sono stati gli altri a creare il conflitto. L’unica cosa che si imputa agli ucraini è che avevano reagito nel Donbass, ma parliamo di dieci anni fa. Quell’argomento è vecchio. Certo loro sono un popolo fiero».
Lo stesso Pontefice si è detto pronto a incontrare Putin a Mosca per provare a convincerlo che la pace ad oggi è l’unica vera scelta da optare: «Perché adesso non è solo il Dondass, è la Crimea, è Odessa, è togliere l’Ucraina il porto del Mar Nero, è tutto. Io sono pessimista, ma dobbiamo fare ogni gesto possibile perché la guerra si fermi», conclude Papa Francesco. Da Mosca però giungono parole tutt’altro che “pacifiste” sul conflitto, denunciando ancora una volta il Governo ucraino di essere responsabile di questa situazione: «Il presidente ucraino Vladimir Zelensky non ha bisogno di alcun trattato di pace. Per lui, la pace è la fine», spiega su Telegram il vicepresidente del Consiglio di sicurezza russo Dmitry Medvedev, «Zelensky continuerà a mendicare all’Occidente armi e denaro esprimendo preoccupazione per gli ucraini». Con l’Ue pronta ad approvare nuove sanzioni contro la Russia, su cui pesa soprattutto il possibile embargo totale del petrolio, la linea di demarcazione tra Occidente e Cremlino si fa sempre più ampia. «La Russia ha dimenticato tutte le lezioni della Seconda guerra mondiale», attacca Zelensky citando l’intervista del Ministro Lavrov alla tv italiana (a “Zona Bianca” su Rete 4, qui le parole durissime usate da Draghi per contestare quell’intervista) e le dichiarazioni sugli ebrei e il nazismo, «nessuno sente obiezioni o scuse da Mosca: c’è silenzio. Come si potrebbe dire questo – si chiede il leader di Kiev – alla vigilia dell’anniversario della vittoria sul nazismo? Queste parole significano che il massimo diplomatico russo sta incolpando il popolo ebreo per i crimini nazisti».