GUERRA IN UCRAINA, LE MOSSE DI DRAGHI E ZELENSKY

«Biden deve chiamare Putin. Serve un tavolo Usa-Russia per far finire la guerra»: lo ha detto il Premier Mario Draghi nel CdM di ritorno dal viaggio negli Usa. Aggiornando i ministri sullo stato della “guerra mondiale”, il Presidente del Consiglio ha ribadito come lo sforzo di tutti deve essere orientato alla pace, coinvolgendo al massimo possibile tutti gli alleati, a cominciare da Washington.



Poche ore prima nella registrazione dell’intervista a “Porta a Porta” di questa serata, il Presidente ucraino Zelensky ringraziava proprio Draghi per gli sforzi e il sostegno all’Ucraina, aggiungendo «Draghi ha ragione: noi possiamo vincere perché stiamo combattendo per la verità e non dobbiamo essere soli in questo. Sono molto grato a Mario Draghi e felice che l’Italia si sia unita alle sanzioni europee». Nella medesima chiacchierata con Bruno Vespa, il leader del Governo di Kiev ha enunciato le sue condizioni per il ritorno a negoziati di pace stabili con la Russia: «Noi non dobbiamo cercare una via d’uscita per la Russia. Proporre a noi di cedere qualcosa per salvare la faccia del presidente russo non è corretto da parte di alcuni leader, non siamo pronti a salvare la faccia a qualcuno pagando con i nostri territori, non penso sia una cosa giusta». Non solo, Zelensky ha poi sottolineato come l’inizio delle trattative può avvenire solo se i russi se ne vanno da Kiev, «e devono rispondere di quello che hanno fatto. Non possiamo accettare compromessi per la nostra indipendenza. […] Sono pronto a parlare con Putin, ma non devono esserci ultimatum. I russi devono uscire dal nostro territorio, è il primo passo per poter parlare«.



SCONTRO PUTIN-UE. ACCUSE DALLA RUSSIA: “RISCHIO GUERRA NUCLEARE”

I raid sul campo e le “bordate” diplomatiche: la terza guerra mondiale (in potenza) alle porte dell’Europa registra nuove importanti conflitti tra Occidente e Russia nel corso della giornata in cui a preoccupare maggiormente la comunità internazionale sono i possibili “spettri” di guerra nucleare ed emergenza energetica.

Ci pensa l’ex Presidente russo Medvedev a ribadire l’accusa contro gli alleati dell’Ucraina in merito allo sviluppo della guerra nei prossimi mesi: citato dalle agenzie Tass e Interfax, l’attuale vicepresidente del Consiglio di sicurezza afferma «aumentano la probabilità di un conflitto aperto e diretto tra la NATO e la Russia invece della “guerra per procura” che stanno conducendo». Medvedev ha poi aggiunto come un conflitto del genere «rischia sempre di trasformarsi in una vera e propria guerra nucleare. Questo sarà uno scenario catastrofico per tutti». Rincara la dose il Presidente russo Vladimir Putin che contesta le azioni in sostegno a Kiev di quasi tutti i Paesi occidentali: «Le sanzioni imposte alla Russia sono in gran parte responsabili di una crisi economica globale. Sono conseguenza di ambizioni politiche miopi dei leader occidentali e dalla loro russofobia, che danneggiano maggiormente proprio le economie dei Paesi che le adottano». L’Unione Europea ribadisce, di fatto “contraddicendo” quanto spiegato ieri negli Usa dal Premier Draghi, un punto netto sul tema gas: «La posizione nostra è chiara ed è stata spiegata ai Paesi membri. La Banca centrale russa è sottoposta a sanzioni, pagare secondo quanto stabilito dal decreto del Cremlino violerebbe le sanzioni», spiega il portavoce della Commissione Ue, Tim McPhie, che aggiunge «le dichiarazioni di Draghi? Non faccio commenti a riguardo». Questa sera su Rai 1 andrà in onda nella puntata di “Porta a Porta” una lunga intervista al Presidente ucraino Zelensky, che risponde nel merito alla tensione massima con la Russia: «Non credo che Putin riuscirà a salvare la faccia e per quel che riguarda le trattative con la Russia, la questione si complica ogni giorno perché ogni giorno i russi occupano villaggi, perché molte persone hanno lasciato le loro case, sono state uccise dai russi e vedo tracce di torture e uccisioni. Questo complica molto la possibilità di condurre trattative, vogliamo che capiate che la nostra società è molto pacifica, da otto anni volevamo fare una trattativa. Io sono pronto a parlare con Putin, ma senza ultimatum».



LA TERZA GUERRA MONDIALE IN UCRAINA: BOMBE A GRAPPOLO E FOSFORO

È iniziato il 78esimo giorno di guerra in Ucraina e ancora una volta le azioni sul campo superano purtroppo i tentativi – comunque in ripresa – di raggiungere una tregua effettiva. La “terza guerra mondiale” denunciata da Papa Francesco si fa sempre più vicina, almeno in termini di “minacce”, vedendo quanto ad esempio sta avvenendo in queste ore a Mariupol e nella regione del Dnipropetrovsk.

Nel primo caso, è ancora l’acciaieria Azovstal protagonista in negativo del fronte di guerra: evacuati praticamente tutti i civili, la Russia ha cominciato l’assalto finale accerchiando la zona siderurgica e lanciato raid di continuo contro le sacche di resistenza (circa 1000 soldati del battaglione Azov, ieri l’appello di due moglie di loro in Vaticano da Papa Francesco) ancora presente all’interno. Non solo, le truppe russe stanno bloccando le uscite dai passaggi sotterranei dell’impianto Azovstal di Mariupol, pare, dopo l’imbeccata di un traditore: così sentenzia il consigliere del sindaco di Mariupol Petro Andriushchenko su Telegram, citato da Ukrinform. In secondo luogo, sempre dall’Ucraina giunge notizia del bombardamento avvenuto per tutta la notte nel sud-est del Paese, precisamente nel distretto di Kryvyi Rih nella regione di Dnipropetrovsk. «Hanno usato le munizioni vietate al fosforo e a grappolo», denuncia il capo dell’amministrazione militare dell’area, Oleksandr Vilkul. Da ultimo, pare che stamane i russi abbiano attaccato con sistemi lanciarazzi multipli MLRS: «morti e feriti tra i civili», annunciano le autorità ucraine.

DRAGHI, FINLANDIA, UE: LA GUERRA SEMPRE È PIÙ MONDIALE

Sul fronte diplomatico, purtroppo, la terza guerra mondiale non è da meno: la mattina di giovedì il Presidente della Finlandia Sauli Niinisto e la Premier Sienna Marin hanno annunciato il sostegno all’adesione del Paese alla Nato: «La Finlandia deve presentare domanda di adesione alla Nato con urgenza», riporta la nota congiunta delle due più alte cariche finlandesi.

A breve dovrebbe giungere la medesima decisione da parte della Svezia, entrambe timorose di possibili attacchi russi nei prossimi mesi dopo la fine del conflitto con l’Ucraina. Ancora ieri tanto il Ministro Lavrov quanto lo stesso Putin hanno ribadito l’assoluta contrarietà ad una guerra totale mondiale, ma dalla Nato e dall’Occidente al momento non sembrano crederci. «La Russia oggi è la minaccia più diretta all’ordine mondiale con la guerra barbara contro l’Ucraina, ed ha un patto preoccupante con la Cina», ha affermato dal Giappone in visita la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen. Allo stesso tempo, lo sforzo degli altri leader europei – a cominciare da Emmanuel Macron e Mario Draghi – è quello di continuare il pieno sostegno all’Ucraina, ma allo stesso tempo evidenziare la necessità di negoziati e tregua, costruendo un tavolo con tutti i soggetti impegnati e interessati alla pace nell’Est Europa. Tutto, ovviamente, senza dimenticare chi è stato attaccato e quale peso economico e sociale sta scontando: «L’Ucraina ha bisogno di un piano Marshall per la ricostruzione», ha spiegato stanotte il Premier Draghi nel suo discorso per il premio ricevuto all’Atlantic Council di Washington. Ieri in conferenza stampa aveva invece ribadito la necessità che anche gli Usa di Biden spingano per colloqui di pace: «Ho detto a Biden che bisogna anche cominciare a parlare di pace. E deve essere una pace che vuole l’Ucraina. Abbiamo concordato che occorre continuare a sostenere l’Ucraina e a fare pressione su Mosca ma anche cominciare a chiedersi come si costruisce la pace. Il percorso negoziale è molto difficile ma il primo punto punto è come costruire questo percorso negoziale, deve essere una pace che che vuole l’Ucraina, non una pace imposta».