UCRAINA: “DONBASS, OFFENSIVA PIÙ GRANDE DA II GUERRA MONDIALE”
«E’ troppo presto per affermare che l’Ucraina ha già tutte le armi che le servono. L’offensiva russa nel Donbass è una battaglia spietata, la più grande sul suolo europeo dalla Seconda guerra mondiale»: lo ha detto sui social il Ministro degli Esteri ucraino, Dmytro Kuleba, invitando i partner occidentali «a velocizzare le consegna di armi e munizioni, specialmente (i lanciarazzi multipli) MLRS, l’artiglieria a lungo raggio e i veicoli blindati per il trasporto del personale militare».
Nelle stesse ore, dalla Russia arriva un primo sostanziale “niet” al piano di pace proposto dall’Italia negli scorsi giorni: se il Cremlino con il portavoce Dmitri Peskov dice ancora ufficialmente di non aver esaminato a fondo il piano italiano, l’ex Presidente russo e attuale vicepresidente del Consiglio di sicurezza Dmitri Medvedev boccia completamente il tentativo di negoziato avviato dal Governo Draghi. «La completa autonomia della Crimea all’interno dell’Ucraina è un’assoluta scortesia nei confronti della Russia, una minaccia alla sua integrità territoriale e un pretesto per iniziare una guerra a tutti gli effetti», spiega l’ex Capo di Stato russo, aggiungendo poi sul futuro del Donbass, «Hanno finalmente preso la decisione sul loro destino e non torneranno in Ucraina. Non c’è e non ci sarà mai una forza politica in Russia che accetterebbe anche soltanto di discutere il destino della Crimea. Sarebbe un tradimento nazionale». Dalla Commissione Europea intanto giunge nuova condanna al rischio di “terza guerra mondiale” avviato dalla Russia di Putin: intervenendo al Forum di Davos, la Presidente Von der Leyen sostiene «L’Ucraina deve vincere questa guerra e l’aggressione di Putin deve essere un fallimento strategico […] Faremo tutto il possibile per aiutare gli ucraini a prevalere e riprendere il futuro nelle loro mani. Per la prima volta nella nostra storia, l’Ue fornisce aiuti militari a un Paese sotto attacco. Stiamo mobilitando il nostro pieno potere economico. Le nostre sanzioni stanno prosciugando l’economia russa e la macchina da guerra del Cremlino. I nostri Stati membri si prendono cura di 6 milioni di rifugiati ucraini e di 8 milioni di sfollati interni».
GUERRA IN UCRAINA, BOMBE NEL DONBASS. RAID A SEVERODONETSK
Da diverse ore ormai la città di Severdonetsk nel Donbass dell’Est è sottoposta a continui lanci di bombe e raid dalle forze russe in quella che somiglia molto ad una “offensiva finale” da parte del Cremlino nel Donbass. I “venti” da terza guerra mondiale – con lo scontro diplomatico ormai serrato tra Occidente e Russia – restano tali, con l’Ucraina che invoca ancora sostegno e aiuti per contrastare l’esercito russo ed evitare di sedersi tra qualche settimana/mese al tavolo delle trattative in posizione di minoranza.
«Quattro persone sono rimaste uccise in un edificio residenziale nei bombardamenti russi caotici e quasi continui a Severodonetsk», è la denuncia del capo dell’amministrazione militare regionale di Lugansk, Sergiy Gaidai. Diverse abitazioni sono state poi danneggiate anche fuori Severdonetsk, ovvero a Lysychansk, Zolotoye e Novodruzhesk. Secondo i report dell’intelligence Uk, la Russia ha ulteriormente intensificato le operazioni nel Donbass: «l’obiettivo delle forze russe sarebbe di circondare Severodonetsk, Lyscgansk e Rubizhne», spiegano da Londra, sottolineando come tale mira serva per completare la piena occupazione dell’Oblast (Stato) di Lugansk.
LA TERZA GUERRA MONDIALE, LA PACE E LE ACCUSE A DAVOS
Dall’Ucraina però l’allarme per una possibile terza guerra mondiale sempre più vicina non si placa: lo Stato Maggiore Generale delle Forze Armate nel rapporto stilato ieri afferma che l’esercito russo «si prepara a riprendere l’offensiva nell’area di Vasylivka a Zaporizhzhia in direzione Bakhmut».
La pace è sempre più lontana, anche se va registrato come il piano presentato dall’Italia all’Onu sia sotto esame di valutazione tanto da Mosca quanto da Kiev: «Dicono che la Russia deve essere sconfitta, che si deve sconfiggere la Russia, farla perdere sul campo di battaglia. I politici occidentali devono essere andati male a scuola. Traggono le conclusioni sbagliate dalla loro comprensione del passato e di cosa sia la Russia», ha detto il Ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov, escludendo così qualsiasi tipo di pace con “punizione” alla Russia. Di contro, il Presidente ucraino Zelensky non ci sta e ribatte: «Le prossime settimane di guerra saranno difficili. E dobbiamo esserne consapevoli. Eppure non abbiamo altra alternativa che combattere… e vincere. Dobbiamo liberare la nostra terra e il nostro popolo. Perché gli occupanti vogliono portarci via non solo qualcosa, ma tutto ciò che abbiamo. Compreso il diritto alla vita degli gli ucraini». Dopo 3 mesi dall’inizio della guerra – sempre più “mondiale” – il leader di Kiev ritiene che l’unico vera possibilità affinché tutto finisca «è un mio incontro con Putin», anche se per il momento i negoziatori russi escludono tale opzione. Zelensky fa pressione all’Occidente affinché si possa invece arrivare ad un epilogo del genere e li accusa di fare continuamente affari con la Russia: «Serve un embargo completo sul petrolio, che tutte le banche russe siano escluse dai sistemi globali e che non ci sia nessun commercio con la Russia», ha spiegato ieri nel video collegamento con il World Economic Forum di Davos, «Questo è il momento in cui si decide se la forza bruta dominerà il mondo. Se così accadrà, non avrà più senso organizzare raduni come quello di Davos. Chiedo il ritiro completo di tutti i Paesi stranieri dalla Russia, in modo che non vengano utilizzati per gli interessi sanguinari di Mosca», ha concluso Volodymyr Zelensky.