RUSSIA CHIEDE ASSISTENZA MILITARE ALLA CINA
Mentre nel pomeriggio si era diffusa qualche lieve speranza di trovare un accordo tra Russia e Ucraina, dopo i negoziati andati in scena in videoconferenza, nei quali le posizioni erano apparse ravvicinate, in serata monta nuovamente la preoccupazione dopo la pubblicazione della notizia della richiesta di Mosca alla Cina. Dalla Russia, infatti, avrebbero chiesto alla Cina di fornire equipaggiamento militare a sostegno dell’invasione in Ucraina. A riportare la notizia è il Financial Times. La richiesta di aiuto militare di Putin alla Cina alimenta le preoccupazioni della Casa Bianca. La paura è quella che da Pechino possa fornire l’assistenza militare richiesta e perciò possa compromettere lo sforzo occidentale a sostegno delle forze ucraine.
Intanto domani è previsto a Roma un incontro tra il Consigliere per la sicurezza nazionale Usa, Jake Sullivan, e Yang Jiechi, membro del partito comunista cinese e direttore della Commissione Affari esteri. I due discuteranno della situazione in Ucraina e “dell’impatto della guerra della Russia contro l’Ucraina sulla sicurezza regionale e globale”, come si legge in una dichiarazione della Casa Bianca.
UCRAINA-RUSSIA, NEGOZIATI IN VIDEOCONFERENZA: “POSIZIONI AVVICINATE”
Arriva la conferma da Mosca in serata, i colloqui tra la delegazione della Russia e quella dell’Ucraina riprenderanno domani ma in videoconferenza: lo spiega il portavoce del Cremlino Dmitri Peskov, citato dalla Tass e “confermato” anche dal Governo di Kiev.
Si cerca un possibile “pertugio” diplomatico per ridurre la tensione da terza guerra mondiale sempre più alta ogni giorno che prosegue il conflitto in Ucraina: secondo il Ministro degli Esteri turco però «Le posizioni di Russia e Ucraina in qualche modo si sono fatte più vicine» in questi ultimi giorni. Da Cavusoglu l’orizzonte del domani potrebbe dunque non essere così nefasto come l’ieri e l’oggi: «Serie discussioni tra di loro continuano, sul tavolo c’è sempre la neutralità dell’Ucraina». Tra i possibili mediatori di un negoziato di pace vero e proprio restano per il momento la Turchia e Israele, più “distante” invece la Cina che viene vista dall’Occidente come troppo sbilanciata verso Putin per poter essere autentico arbitro “super partes”. Intanto Mykhailo Podolyak, consigliere del presidente ucraino Volodymyr Zelensky, ha dichiarato in un video pubblicato sui social e tradotto dalla Reuters: «Penso che otterremo alcuni risultati letteralmente nel giro di pochi giorni», chiarendo che l’Ucraina «non ha intenzione di cedere su questioni importanti. Le delegazioni russa e ucraina prevedono di condurre il loro quarto round di negoziati all’inizio di questa settimana». Nel frattempo i bombardamenti proseguono e la tregua umanitaria ancora non viene siglata da tre giorni: 2 sono i morti nel raid russo contro la scuola di Mykolaiv mentre la situazione a Mariupol viene data sempre più preoccupante per le centinaia di migliaia di civili rimasti assediati. I numeri stilati oggi dall’ONU sono purtroppo molto gravi: in 18 giorni, 596 i civili uccisi dall’inizio del conflitto in Ucraina, di cui 43 bambini: secondo l’Alto commissariato dell’Onu per i diritti umani, i civili feriti sono saliti a 1.067, di cui 57 bambini. Dovrebbe invece essere definitivamente conclusa l’emergenza alla centrale nucleare di Chernobyl: dopo gli allarmi nei giorni scorsi, la fornitura di energia elettrica è stata pienamente ripristinata, annuncia il gestore nazionale di Kiev Energoatom. (agg. di Niccolò Magnani)
GUERRA MONDIALE, RAID A MYKOLAIV: RASA AL SUOLO UNA SCUOLA, VIDEO
Il governatore dell’amministrazione statale di Mykolaiv ha reso noto in un video su Telegram – poi ripreso da diversi altri account social – che nelle ultime ore è stato lanciato un attacco aereo sulla scuola della regione di Mykolaiv, nel Sud dell’ucraina a 100km est da Odessa. «Al momento i soccorritori stanno scavando tra le macerie», ha spiegato ancora Vitaly Kim.
Secondo il Ministro degli Esteri Kuleba, «la Russia sta conducendo una guerra di aggressione contro l’Ucraina. Avverto i cittadini stranieri che potrebbero essere agitati per unirsi alle forze di invasione russe: non farlo. Abbiamo già avviato cause nei tribunali internazionali. Anche se sopravvivi, sarai un criminale di guerra. Non vale soldi o altro». Dall’Italia il Ministro degli Esteri Di Maio esclude ancora la possibilità di una no-fly zone per il rischio di un’escalation a quel punto incontrollabile, anche se aggiunge: «Sono preoccupato, perché se le bombe fossero scoppiate poche decine di chilometri più in là avrebbero colpito un Paese Ue e un Paese Nato, con il rischio di scatenare la Terza guerra mondiale. Non possiamo permettercelo e va tenuto aperto il negoziato, i segnali ci sono, ma la diplomazia non ha i tempi delle bombe, per questo le guerre non dovrebbero mai scoppiare». La tensione insomma è alle stelle, con l’allarme che arriva fino al confine est dell’Europa, tra Romania e Polonia: «Gli Stati Uniti sono pronti a difendere ogni centimetro del territorio della Nato se necessario», ha ribadito il portavoce del Pentagono, John Kirby, sottolineando come «con la Russia siamo stati chiari sul fatto che il territorio della Nato sarà difeso non solo dagli Stati Uniti ma da tutti gli alleati». In seguito al raid nella base militare di Leopoli, Mosca commenta così il bombardamento «Continueremo a eliminare i mercenari stranieri che arrivano in Ucraina». In questo lugubre scenario, qualche spiraglio di luce arriva dagli imminenti negoziati in avvio domani e dopodomani: «mi aspetto risultati concreti nei prossimi giorni nei colloqui con la Russia», ha spiegato in un video su Twitter il consigliere del presidente ucraino Volodymyr Zelensky e negoziatore di Kiev, Mykhailo Podoliak. Ancora il diplomatico ha poi aggiunto che Mosca è diventata «molto più sensibile alla posizione ucraina e ha iniziato a parlare in modo costruttivo»; sul tavolo ci sono le richieste massime, ovvero il ritiro delle truppe e il cessate il fuoco. (agg. di Niccolò Magnani)
#Russianarmy destroyed school at the Mykolaiv city. #Ukraine
Realy, #StopHatingRussians ?
#StopRussia #Putin_in_Hague #putinwarcrime #russianinvasion #StopRussianAggression pic.twitter.com/x2NRE0zmk5
— Russia Vs World (@RussiaVsWorld_) March 13, 2022
14-15 MARZO NUOVI NEGOZIATI UCRAINA-RUSSIA
Per la giornata di domani e di martedì, 14-15 marzo, sono previsti nuovi negoziati tra Ucraina e Russia: mentre i bombardamenti proseguono in diverse aree del Paese, si torna a parlare di tregua per corridoi umanitari. L’annuncio di Mykhailo Podoliak, consigliere del presidente ucraino Volodymyr Zelensky, arriva da Kiev: «Non appena saranno stabiliti i reciproci formati, sarà programmato il quarto round di negoziati. Potrebbe essere domani, dopodomani», da definire ancora il luogo se in Bielorussia o in Turchia.
Sul tavolo ci sono diverse proposte di negoziato: «una soluzione politica e, soprattutto, su una soluzione militare. Intendo una formula per un cessate il fuoco e il ritiro delle truppe», conclude l’esponente del Governo ucraino. «Nessuno esclude la possibilità di un incontro fra Putin e Zelensky, ma bisogna capire che cosa discutere in questo incontro e quale dovrà essere il risultato»: lo ha invece detto il portavoce del Cremlino Dmytry Peskov, citato da Interfax. Nel frattempo fino ad oggi sono stati circa 125mila le persone fatte evacuate dalle città sotto assedio dei russi sfruttando i corridoi umanitari: «l’impegno maggiore ora è Mariupol – ha spiegato Zelensky ai media ucraini -. Il nostro sforzo diplomatico è focalizzato sugli aiuti per raggiungere la città». Dalla Casa Bianca invece arriva la conferma della morte di un giornalista Usa in Ucraina colpito al collo da armi russe mentre filmava i profughi. Si tratta del giornalista Brent Renaud, già collaboratore del New York Times in passato anche se attualmente – spiega direttamente il NYT – non era in missione in Ucraina per conto del quotidiano liberale. Il consigliere della Casa Bianca Sullivan ha confermato la notizia data in anteprima dal capo della polizia di Kiev: «risponderemo alla morte giornalista Nyt». (agg. di Niccolò Magnani)
APPELLI PAPA E TRUMP CONTRO LA TERZA GUERRA MONDIALE
Nella 18esima giornata di guerra in Ucraina è l’area nord-occidentale al momento ad essere particolarmente stretta nella morsa dell’esercito russo: il bilancio delle vittime dopo la trentina di missili lanciati tra Leopoli e il centro ICPS di Yavoriv sale purtroppo ad almeno 35 morti e 57 feriti.
Il Paese è quasi dovunque sotto assedio dalle forze russe che circondano ormai la completezza dei centri strategici ucraini: «Circa un milione di persone sono senza gas e riscaldamento in Ucraina, a causa degli attacchi russi», fa sapere il fornitore di gas del Paese, GTSOU, secondo quanto riferisce il Guardian. I bombardamenti infatti hanno danneggiato, oltre a case, strade, servizi civili anche le infrastrutture di Donetsk, Luhansk e Mykolaiv creando enormi danni energetici all’Ucraina. La catastrofe insomma si allarga e dal fronte diplomatico si resta ancora ai tentati negoziati dei prossimi giorni in Turchia e Israele. Da Ankara il Ministro degli Esteri Cavusoglu, secondo la Tass, fa un passo verso il Cremlino e spiega «La Turchia non si unirà alle sanzioni dell’occidente contro la Russia». Di diverso tenore invece l’appello lanciato da Papa Francesco durante l’Angelus da Piazza San Pietro: «In nome di dio, fermate questo massacro», riflette con nettezza il Santo Padre, «Dio è solo Dio della pace – ha detto Bergoglio -, non è Dio della guerra e chi appoggia la violenza ne profana il nome. Ora preghiamo in silenzio per chi soffre e perché Dio converta i cuori a una ferma volontà di pace. Davanti alla barbarie dell’uccisione di bambini, innocenti e civili inermi non ci sono ragione strategiche che tengano. C’è solo da cessare l’inaccettabile aggressione armata prima che riduca le città a cimiteri». Dagli Usa invece nuove critiche contro la Presidenza Biden scagliate dall’ex Presidente Donald Trump: «quanto sta accadendo in Ucraina potrebbe portare alla terza guerra mondiale», sostiene il tycoon durante un comizio in South Carolina, «le cose andranno di male in peggio e questo anche perché non abbiamo nessuno che possa parlare con lui». Trump si ritiene uno dei pochi che con Putin poteva parlarci, «nessuno è stato più duro di me con la Russia», eppure questo caos in Ucraina «Non sarebbe mai dovuto accadere. Se avesse avuto rispetto per il nostro presidente non sarebbe mai accaduto». (agg. di Niccolò Magnani)
ATTACCO RUSSO A LEOPOLI. ZELENSKY ANCORA CONTRO PUTIN
Mentre quanto si temeva nei giorni scorsi sta delineandosi in Medio Oriente, con un possibile “allargamento” del conflitto ucraino con l’orrore di una possibile terza guerra mondiale all’orizzonte, i combattimenti in Ucraina si estendono ora con decisione anche nell’Ovest del Paese, a pochi chilometri dai confini dell’Unione Europea.
Nella notte i bombardamenti delle forze russe hanno colpito anche la zona di Leopoli, nuova capitale provvisoria dell’Ucraina, città patrimonio dell’Unesco e rifugio al momento di centinaia di migliaia di profughi ucraini in fuga dal resto del Paese. La Russia ha inoltre lanciato un attacco aereo «contro il Centro internazionale per il mantenimento della pace e la sicurezza, a circa 40 chilometri a nordovest di Leopoli», fa sapere il capo dell’amministrazione regionale Maxim Kozitsky. Otto missili in tutto e purtroppo anche le conseguenti 9 vittime: secondo Mosca, l’attacco aveva nel mirino una base militare a 25 chilometri dalla Polonia e sembra questo essere un messaggio piuttosto diretto dalla Russia a Nato e a Ue. Il Centro di sicurezza (Ipsc) è infatti la base militare dove a settembre si sono svolte le esercitazioni militari ucraine in coordinamento con la Nato. Il Kyiv Independent spiega che sono in corso raid tanto a Leopoli quanto a Kherson, Kharkiv, Dnipro e pure Kiev. Dal Presidente del Governo ucraino Volodymyr Zelensky arriva un altro appello all’Occidente e un altro duro attacco mediatico al Presidente Putin dopo gli ultimi bombardamenti: «La Russia sta cercando di creare nuove pseudo-repubbliche in Ucraina per spezzare il Paese», rilancia da Kiev chiedendo ancora una volta l’apertura della “no-fly zone” in Ucraina da parte della Nato. Il segretario generale dell’Alleanza Atlantica, Jens Stoltenberg, ribadisce il no alla richiesta ucraina per non scatenare una vera e propria terza guerra mondiale ma allerta comunque l’Occidente, «Dobbiamo restare vigili, perché è possibile che la Russia possa pianificare operazioni con armi chimiche e questo sarebbe un crimine di guerra». Una possibile nuova e buona notizia arriva invece da Israele dove i media locali – con la conferma anche del Presidente ucraino Zelensky che vedrebbe di buon grado l’operazione – rilanciano sull’ipotesi di colloqui di pace a Gerusalemme tra Kiev, Mosca e il Premier Bennett. Dalla Russia sarebbero arrivati segnali positivi e nei prossimi giorni potrebbe concretizzarsi il negoziato, sempre che la tensione dell’attuale guerra in atto non emerga ancora di più fuori dai confini ucraini allargandosi sempre più a Ovest e verso il Medio Oriente.
TENSIONE SI ALLARGA IN IRAQ: MISSILI SU CONSOLATO USA
Giungono aggiornamenti dall’Iraq e in particolare da Erbil, dove nella tarda serata di ieri una pioggia di missili balistici, dodici per l’esattezza, si è abbattuta sull’ambasciata USA e sulla relativa base militare, danneggiandola pesantemente. Tutto il mondo, di fronte a tale notizia, ha pensato a una possibile estensione del conflitto nato in Ucraina e alla terza guerra mondiale, ma al momento non si hanno conferme circa un possibile legame tra l’attacco in Medio Oriente e quanto sta accadendo nell’Est Europa dal 24 febbraio scorso.
Intanto, le forze di sicurezza curde in un comunicato stampa, hanno assicurato che questi missili sono stati lanciati “fuori dai confini dell’Iraq, più precisamente da est“ e i sospetti ricadono tutti sull’Iran. L’offensiva è stata portata avanti per mezzo di “12 missili balistici lanciati contro il distretto di Erbil e che hanno preso di mira il consolato americano. Non ci sono perdite umane, solo danni materiali”, si legge ancora nella nota, senza fare menzione o comunque specificare ulteriormente l’entità dei danni rilevati.
TERZA GUERRA MONDIALE: LA TENSIONE SI ALLARGA A IRAN E USA…
I venti della terza guerra mondiale potrebbero soffiare anche all’esterno dell’Ucraina. L’Iran avrebbe infatti lanciato missili balistici a lungo raggio verso l’Iraq, colpendo l’ambasciata USA e la base militare a Erbil. Alcuni dei filmati presenti in rete, infatti, provengono da Kamayran (Iran) e questo sarebbe un ulteriore indizio del fatto che i missili probabilmente siano stati scagliati dall’Iran.
La fonte di notizie delle milizie Sabreen sostiene che le milizie sciite ne abbiano sparati 6 di tipologia “Fateh-110”, nota anche come NP-110, missile monostadio superficie-superficie a combustibile solido, prodotto dalla Aerospace Industries Organization dell’Iran e caratterizzato da una portata massima di 300 chilometri. Anche l’agenzia di stampa Kurdistan24 ha riportato danni al proprio ufficio, poiché il tetto ha ceduto, ma non sarebbe stata colpito direttamente dai missili.
TERZA GUERRA MONDIALE: LA RUSSIA CONTROLLA LA CENTRALE NUCLEARE DI ZAPORIZHZHYA
Quella che potrebbe essere l’alba della terza guerra mondiale, vale a dire il conflitto che da 18 giorni è stato avviato dalla Russia in Ucraina, passa anche attraverso le centrali nucleari. Non è un mistero, infatti, che le autorità di Kiev proprio in queste ore abbiano informato l’Agenzia atomica internazionale (Aiea) del fatto che la Russia abbia intenzione di prendere pieno e permanente controllo della centrale nucleare di Zaporizhzhya. Un’accusa che Mosca nega, ma che il Paese di Zelensky conferma con forza. Nella lettera inoltrata all’agenzia delle Nazioni Unite, Petro Kotin, presidente di Energoatom, afferma che “da quando i russi hanno preso il controllo della più grande centrale nucleare d’Europa la scorsa settimana circa 400 militari russi sono presenti costantemente sul sito” e la centrale è controllata dal comandante delle forze russe.
Intanto, in base a quanto riferito dalla Bbc, la Russia starebbe reclutando una nuova brigata di mercenari sui social media e su altre piattaforme, al solo scopo di combattere in Ucraina. In particolare, su VK “sono stati postati avvisi durante la prima settimana di guerra per cercare guardie di sicurezza in altri Paesi dell’ex Unione Sovietica per una missione vicino”.
TERZA GUERRA MONDIALE, GUARDA QUI SOTTO I VIDEO DELL’ATTACCO DELL’IRAN AGLI USA
NOW – Multiple long-range ballistic missiles fired at US consulate in Erbil, Iraq, Sky News Arabia reports.pic.twitter.com/N5VlVlkIJl
— Disclose.tv (@disclosetv) March 12, 2022
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