LA TERZA GUERRA MONDIALE IN UCRAINA: MISSILI SU KIEV, MARIUPOL KO

Con i missili lanciati dalla Russia durante la visita in Ucraina del segretario generale dell’Onu, il livello di tensione anche geopolitica non può che far pensare più ad una “terza guerra mondiale” che non ad uno scontro, pur efferato che sia, ma “localizzato”.



Il conflitto tra Mosca e Kiev è ormai giunto a tutti i livelli con la diplomazia internazionale sempre più “incastrata” nei veti e contro veti, incapace di raggiungere dopo 65 giorni di guerra ad una tregua sostanziale. Ieri il Cremlino è tornata a lanciare missili su Kiev come non accadeva da settimane: il motivo, confermato anche dalla Russia, è la visita di Guterres da Zelensky: «abbiamo colpito e distrutto con missili di alta precisione fabbriche per la produzione di missili Artyom e un sito dell’industria spaziale». Il raid ha però danneggiato un edificio residenziale di 25 piani non distante dai luoghi visitati dal segretario generale Onu, che solo qualche ora prima si trovata a Mosca per cercare di dialogare con Vladimir Putin. Da Kiev al Donbass, con la città di Mariupol che vive ancora ore di terrore in vista dell’ultimo assedio all’acciaieria Azovstal: «sono scioccato e sconvolto per l’attacco missilistico russo su Kiev e altre città ucraine», ha spiegato L’Alto rappresentante per la politica estera Ue, Josep Borrell, il quale ha però aggiunto «Mariupol è la Aleppo europea. La città è stata rasa al suolo, con migliaia di civili uccisi. Faremo di tutto per porre fine a questa guerra il più presto possibile. E a tal fine continueremo ad aiutare l’Ucraina. La guerra in Ucraina sta trasformando la geopolitica globale».



ZELENSKY: “RUSSIA UMILIA L’ONU”. ALLARME DALLA CINA

Usa, Unione Europea e ovviamente Ucraina tutti uniti nel condannare l’invasione della Russia e il diniego continuo di Putin di raggiungere una tregua: allo stesso tempo, il Cremlino accusa Kiev e l’Occidente di non rispettare i primi negoziati svolti ormai in marzo, accusando la Nato di voler “distruggere la Russia dal suo interno”.

In questa situazione di stallo totale, il Presidente Zelensky torna a sferzare l’Occidente spiegando come i missili lanciati ieri dal Cremlino contro Kiev sono un’umiliazione delle Nazioni Unite: «i raid russi su Kiev erano mirati ad umiliare l’Onu», attacca il Presidente dell’Ucraina, ma aggiunge «Sono grato al popolo americano e personalmente al presidente Biden» in merito ai 33 miliardi di dollari stanziati ancora ieri da Washington per lanciare una nuova offensiva alla Russia, sostenendo Kiev. Dalla Cina viene lanciato un nuovo allarme circa la situazione attuale in Ucraina, con i timori che una potenziale “terza guerra mondiale” potrebbe scatenare sull’economia globale già messa a dura prova dal Covid: «dalla guerra in Ucraina, rischi e sfide per l’economia», si legge nella nota del Partito Comunista cinese che ancora una volta contesta il ruolo troppo filo-Ucraina degli Usa di Joe Biden. A chiudere la poco esaltante situazione geopolitica nell’Est Europa, l’intervento del direttore del Centro di ricerche geopolitiche dell’Istituto dello Sviluppo innovativo di Mosca lascia poco spazio a speranze immediate di pace nelle prossime settimane: «Se l’Ucraina non sarà denazificata e demilitarizzata fino in fondo, l’operazione militare speciale verrà ricordata come un fallimento. Bisogna solo andare avanti, anche perché la semplice liberazione del Donbass ormai è superata dagli eventi e dall’ostinazione del regime di Kiev nel procrastinare la resa», afferma Dmitry Rodionov, chiosando la nota del Centro Ricerche «l’Ucraina del sud deve rientrare in uno spazio russo, vedremo poi con che formula. La parte occidentale va lasciata al suo destino. Non si tratta più d’impedire all’Ucraina di entrare nella Nato, ma di creare una nuova nazione che ci protegga dalle manovre occidentali».