ONU VOTA PER LA RUSSIA FUORI DAL CONSIGLIO DEI DIRITTI UMANI

Con 93 voti a favore, 24 contrari e 58 astenuti, l’Assemblea Generale dell’Onu ha approvato la richiesta di sospendere la Russia dal Consiglio dei Diritti Umani di Ginevra: nella bozza presentata dall’Ucraina – ma tra i vari co-sponsor figura anche l’Italia – si legge come occorra «sospendere il diritto della Russia di far parte del Consiglio esprimendo grave preoccupazione per la crisi umanitaria in Ucraina, in particolare per le notizie di violazioni e abusi del diritto internazionale umanitario da parte di Mosca».



Non pochi temono che un’ulteriore “isolamento” di Mosca possa produrre effetti ancora più devastanti (terza guerra mondiale, tanto per intenderci), eppure l’Assemblea Generale Onu ha tirato dritto arrivando fino all’esclusione della Russia grazie alla maggioranza dei due terzi dei Paesi votanti (dei 193 membri delle Nazioni Unite). «Il dialogo e il negoziato sono l’unica via per uscire dalla crisi in Ucraina. Ci opponiamo fermamente alla politicizzazione delle questioni relative ai diritti umani», è il commento rilasciato dall’ambasciatore cinese presso l’Onu, Zhang Jun, dopo aver annunciato il voto contrario all’esclusione della Russia dal Consiglio. Questa mossa – conclude la Cina – «aggrava le divisioni tra gli Stati membri, aggiunge benzina al fuoco, e non aiuta i colloqui di pace». Sul fronte diplomatico, da registrare anche la risposta ufficiale della Russia all’ultimatum lanciato dal G7 circa l’utilizzo delle armi nucleari: «Le affermazioni occidentali su presunti piani della Russia di utilizzare armi nucleari in Ucraina non hanno assolutamente alcuna base razionale», spiega il Ministero degli Esteri, citato dalla Tass. Dall’Ucraina invece il Ministro Kuleba torna nuovamente sul massacro di Bucha e denuncia il suo omologo russo Sergei Lavrov per connivenza al piano di Putin: «è complice anche lui dei crimini di guerra russi a Bucha e Mariupol».



LA TERZA GUERRA MONDIALE TRA GAS, ARMI E SANZIONI

«L’incapacità dell’Ucraina di fare accordi sottintende un piano per tirare alla lunga e mette a repentaglio il dialogo con la Russia»: l’accusa viene lanciata dal ministro degli Esteri russo, Sergei Lavrov, contestando sia la modifica dei negoziati mossa da Kiev sia l’invio di armi da Usa e Ue verso l’Ucraina. Una “terza guerra mondiale” che parte dalla battaglia sul territorio e prosegue sul fronte energia, invio armi, gas e materie prime: mai come in questi giorni il livello di tensione tra Occidente e Russia aveva raggiunto “picchi” tali.



Dal Cremlino il portavoce Peskov aggiunge «Riempire l’Ucraina con armi di vari formati non contribuisce al successo nei negoziati russo-ucraini. E, ovviamente, questo avrà molto probabilmente un effetto negativo». La risposta piccata arriva dopo le richieste dell’Ucraina al Consiglio Atlantico di nuove armi e aiuti concreti, oltre a rendere più dure le sanzioni contro la Russia: nel frattempo il Parlamento Europeo ha votato questa mattina una risoluzione per chiedere più sanzioni contro la Russia e un emendamento che invece chiede un «embargo completo e immediato dell’Ue sulle importazioni russe di petrolio, carbone, combustibile nucleare e gas». Sul campo di battaglia Zelensky denuncia la situazione ormai compromessa a Mariupol, con il rischio di un allargamento del conflitto a Sud verso Odessa: «L’esercito russo ha distrutto tutto: ospedali, ospedali per la maternità, condomini e il teatro cittadino, dove i civili si nascondevano dalle bombe. Mariupol è quasi distrutta». Sugli scenari apocalittici di utilizzo di armi nucleari in Ucraina, la posizione del G7 si fa netta nel comunicato dei rispettivi Ministri degli Esteri: «Qualsiasi uso da parte della Russia di un’arma nucleare o chimiche sarebbe inaccettabile e comporterebbe gravi conseguenze», ergo sarebbe terza guerra mondiale. Ci aggiungiamo una postilla, che c’entra con l’Ucraina sono tangenzialmente ma che dà il senso di uno scontro epocale tra blocchi geopolitici: nel pomeriggio il portavoce del Ministero degli Esteri cinese Zhao Lijan ha commentato molto duramente l’ipotesi di una missione internazionale a Taiwan guidata dalla speaker del Congresso Usa Nancy Pelosi, «Se la speaker della Camera dei rappresentanti visiterà Taipei, la Cina adotterà misure risolute ed energiche per difendere fermamente la sovranità nazionale e l’integrità territoriale e gli Stati Uniti dovranno essere pienamente responsabili di tutte le conseguenze».

‘TERZA GUERRA MONDIALE’ IN UCRAINA: CONTINUANO I RAID NEL DONBASS

Non c’è solo Bucha nella tragedia da “terza guerra mondiale” in corso in Ucraina da ormai 43 giorni: nel giorno in cui l’Europa sgancerà nuove sanzioni contro la Russia e con la guerra su gas e materie prime che rischia di provocare una nuova crisi economica internazionale, il problema più grave resta lo scontro sul campo tra Est Ucraina e Donbass bombardati ad intermittenza tutti i giorni.

La potenziale “terza guerra mondiale” spaventa la comunità internazionale ma spaventa per primi i cittadini ucraini, costretti alla resistenza su diverse aree del Donetsk e del Luganks: da Mariupol a Kharkiv, fino alle porte di Kiev a Gostomel dove i combattimenti sono finiti dopo la ritirata sostanziale dell’esercito russo, ma dove il territorio va sminato completamente e per questo è stato convocato un coprifuoco notturno per tutta la settimana. L’Ucraina annuncia di voler aprire oggi dieci corridoi umanitari, con Mariupol che torna a vedere la possibilità di far evacuare più civili possibili dopo un assedio che dura ormai da un mese e mezzo. «Fino a ieri sera erano 320 i civili trovati uccisi. Gli specialisti stanno ora lavorando sui corpi: specialisti forensi, agenti delle forze dell’ordine, ma il numero di corpi scoperti cresce ogni giorno. Si trovano in tenute private, parchi, piazze, dove era possibile, quando non c’erano bombardamenti, seppellire i corpi. La gente cercava di seppellire i morti in modo che i cani non li portassero via. Quasi nel 90 per cento dei casi sono ferite da proiettili, non schegge», è invece la denuncia che arriva da Bucha con il sindaco Anatoly Fedoruk.

SANZIONI E GAS, RUSSIA: “ITALIA INDECENTE”. RISCHIO GUERRA LUNGA

Proprio il massacro visto alle porte di Kiev rappresenta ancora il punto di massima tensione nelle relazioni internazionali tra Russia e Occidente: il nuovo giro di sanzioni in arrivo oggi (dopo lo scontro diplomatico avvenuto tra Germania e resto dell’Europa) dalla Commissione Europea non fa che aggiungere benzina al fuoco della “terza guerra mondiale” diplomatica in atto contro Mosca.

Dopo la ferma presa di posizione del Premier Draghi sulle sanzioni alla Russia, la reazione del Cremlino non si è fatta attendere: «La posizione della leadership italiana sulle samzioni alla Russia è indecente», attacca la portavoce del ministero degli Esteri russo Maria Zakharova riferendosi al Governo italiano. «In questo momento difficilissimo probabilmente ha dimenticato chi ha teso a suo tempo una mano. E ora l’Italia, con tutta la sua leadership, è in prima linea in un attacco al nostro Paese. Questa non è la posizione dei cittadini italiani che scrivono di vergognarsi di chi li governa, di non associarsi a questa posizione, di comprendere la genesi di questa crisi, ma la dirigenza italiana ha preso posizione. Questa è semplicemente una posizione indecente», ha poi aggiunto la collaboratrice del Ministro Lavrov. Anche dall’Ucraina arrivano però pesanti contestazioni alle sanzioni europee, in questo caso perché considerate troppo “tenere”: «Noi insistiamo nel chiedere l’embargo al petrolio e al gas russo, la piena disconnessione da swift, i porti chiusi. Spero che non si arrivi a una situazione in cui servono altri shock come Bucha per imporre nuove sanzioni, non posso credere che il popolo ucraino debba soffrire così tanto per convincere i politici europei ad agire», ha detto il ministro degli Esteri ucraino Dmytro Kuleba al Consiglio atlantico. Lo stesso diplomatico di Zelensky ha poi aggiunto: «la mia agenda oggi a Bruxelles è molto semplice, ha solo tre temi: armi, armi, armi». Sul tema sanzioni è poi intervenuto anche il Presidente Zelensky, che domani accoglierà a Kiev la Presidente della Commissione Ursula Von der Leyen: «I Paesi occidentali hanno annunciato un nuovo pacchetto di sanzioni contro la Federazione russa. Vengono bloccati i nuovi investimenti in Russia, vengono applicate restrizioni contro diverse banche sistemiche in Russia, vengono aggiunte sanzioni personali e altre restrizioni. Questo pacchetto ha un aspetto spettacolare. Ma non è sufficiente», ha spiegato in un video notturno dalle strade di Kiev. Ad aggiungere ancora peso e complicanza alla guerra già destinata ad “allungarsi” ulteriormente vi è poi lo scontro tra il Cremlino e la Francia, con Bucha ancora sullo sfondo: l’Eliseo ha convocato l’ambasciatore russo dopo che stanotte la rappresentanza diplomatica in Francia ha postato immagini del massacro di Bucha, scrivendo “Set cinematografico, città di Bucha“. Il ministro per gli Affari europei, Clement Beaune, ha commentato «Oltre la vergogna. Stop».