Arrivano nuovi, drammatici, aggiornamenti dall’Ucraina. Scattato l’allarme ad Odessa: come confermato dall’Ansa, un aereo ha sorvolato la città e dopo pochi secondi è stata avvertita una forte esplosione in tutta la città. Hanno tremato i vetri delle finestre e sono risuonate le sirene dell’allarme, la testimonianza dell’agenzia di stampa. Le autorità della città hanno annunciato un coprifuoco nel fine settimana dalle 21 del 9 aprile alle 6 dell’11 aprile per «la minaccia di un attacco missilistico».



Novità degne di nota anche da Londra, dove si è tenuto un incontro tra Olaf Scholz e Boris Johnson. Intervenuto in conferenza stampa, il primo ministro britannico ha annunciato che il suo governo invierà all’Ucraina nuove armi anticarro e antiaereo per un valore di 100 milioni di sterline. «L’Europa che conoscevamo appena sei settimane fa non esiste più», ha aggiunto nel corso del suo intervento: «Putin è riuscito a riunire l’Europa e tutta l’alleanza transatlantica nel sostenere l’Ucraina e nel dimostrarsi solidali l’uno con l’altro». (Aggiornamento di MB)



RAZZI SULLA STAZIONE DI KRAMATORSK: ALMENO 39 MORTI

Bombardamento sulla stazione di Kramatorsk. Al bilancio della guerra si aggiungono 35 morti, di cui almeno quattro bambini, ma i numeri sono destinati a salire. Anziani, donne e bambini in fuga dalla guerra sono stati raggiunti dai razzi nella regione di Donetsk. La stazione di Kramatorsk è uno degli snodi ancora operativi nella zona est dell’Ucraina, già usati da migliaia di civili per scappare dalla guerra. Le vittime, infatti, sono soprattutto profughi a caccia di un posto sicuro, visto che la Russia minaccia una nuova offensiva nel Donbass. La stazione era affollata al momento dell’attacco, avvenuto questa mattina alle ore 10:30 italiane. C’erano almeno 4mila persone in attesa di un treno, secondo quanto riferito dal sindaco Oleksander Honcharenko.



Secondo i media locali, su uno dei razzi caduti sulla stazione c’era una scritta in russo: “Per i bambini“. A denunciarlo la televisione ucraina Ukraine 24 su Telegram, che ha pubblicato un video in cui si vede il missile parzialmente distrutto con la scritta bianca in cirillico. Ma è impossibile stabilire ora chi abbia scritto la frase sul razzo. Ora i due fronti di guerra si rimpallano la responsabilità. Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky parla di “malvagità senza limiti“. La Russia respinge le accuse: secondo il ministero della Difesa russo dai frammenti del missile si apprende che apparterrebbe ad un vettore Tochka-U, “usato solo dall’Ucraina“. (agg. di Silvana Palazzo)

LA TERZA GUERRA MONDIALE NEL DONBASS. LIBERATA SUMY

Da Chernihiv a Mariupol, da Kharkiv a Odessa, passando per gli orrori di Bucha e Borodyanka: i luoghi degli orrori in questi 44 giorni di “terza guerra mondiale” in potenza tra Russia e Ucraina, stiamo imparando a conoscerli. Purtroppo, come ha spiegato stamane il Presidente francese Emmanuel Macron, la situazione attuale porta sempre più la convinzione che questa guerra «non durerà poco tempo. ogni giorno che passa e ogni scena di guerra, insostenibile, rende più difficile quello successivo e non avremo la pace in Europa se non arriviamo a costruire il domani». I negoziati di pace “latitano”, lo scontro tra le diplomazie cresce ogni giorno di più, il carico di sanzioni alla Russia aumenta con la conseguente estremizzazione dei residui contatti rimasti tra Mosca e l’Occidente.

E in tutto questo, le bombe continuano a piovere sul Sud e l’Est dell’Ucraina: «Abbiamo costantemente il nemico che cerca di sfondare la linea di difesa in determinate direzioni. Si vede che l’accumulo è in corso, c’è un aumento di bombardamenti e tentati attacchi», spiega Sergeiy Gaidai, capo dell’amministrazione militare regionale di Lugansk. Bombe vengono segnalate nelle ultime ore a Rubezhnoye e Adiivka nel Donbass e la situazione potrebbe peggiorare nelle prossime ore: l’Ucraina ha liberato la zona di Sumy, nel Sud del Paese, lo ha reso noto il sindaco Dmytro Zhyvytsky, «le esplosioni udite in città negli ultimi giorni sono dovute agli sminatori». Ora però con un’altra area liberata dalle truppe russe, Mosca potrebbe concentrare le forze tutte nel Donbass facendo prevedere prossimi mesi di inferno per le città ancora sotto il controllo ucraino nell’area voluta dalla Russia.

ZELENSKY VS OCCIDENTE: “FATE DI PIÙ”. OGGI VON DER LEYEN A KIEV

«La situazione a Borodianka, vicino Kiev, è molto più terrificante che a Bucha»: lo ha detto in un messaggio notturno dalla Capitale il Presidente Zelensky, lanciando nuove frecciate all’Occidente affinché possa fare di più sul campo di sanzioni e invio d’armi. Secondo la CNN, nei prossimi giorni gli Stati Uniti faranno arrivare – già inviati – 12.000 sistemi anticarro, centinaia di droni suicidi e 1.400 sistemi antiaerei. A costo del rischio di una “terza guerra mondiale”, la Casa Bianca risponde all’appello lanciato ieri alla Nato dal Ministro degli Esteri ucraino Kuleba: dal Cremlino già era arrivato il monito, «Riempire l’Ucraina con armi di vari formati non contribuisce al successo nei negoziati russo-ucraini. E, ovviamente, questo avrà molto probabilmente un effetto negativo».

Ma è nei massacri avvenuti negli scorsi giorni nelle aree occupate dalla Russia – come denuncia il Governo di Kiev – che l’ondata di indignazione mondiale rischia di far saltare qualsiasi “tavolo delle trattative”: ancora Zelensky, «oltre 300 persone siano state uccise a Bucha e che 50 siano state giustiziate». La Russia però nega e afferma con il Ministero degli Esteri, «i corpi senza vita non sono che una messa in scena per giustificare altre sanzioni e far fallire i negoziati». Lo stallo negoziale è percepibile, la guerra sul campo invece prosegue: oggi a Kiev arrivano la presidente della Commissione europea, Ursula Von der Leyen e l’Alto Rappresentante per la politica estera dell’Ue, Josep Borrell: incontreranno il Presidente ucraino e proveranno a concordare la strategia sul fronte sanzioni e aiuti militari. Esattamente quanto denunciato come “provocatorio” dai russi, da ieri tra l’altro sospesi ufficialmente dal Consiglio dei Diritti Umani dell’ONU, per alcuni verso passo iniziale verso un’esclusione tout court dalle Nazioni Unite.