PUTIN ATTACCA L’OCCIDENTE, TORNA LA MINACCIA ISIS MENTRE LA GUERRA PROSEGUE IN UCRAINA

«Sfruttare la guerra in Ucraina» come elemento di distrazione «per condurre attacchi in Europa e rivendicare gli ex leader uccisi»: questo l’appello lanciato dall’Isis ai suoi miliziani, rivelato da un audio diffuso su Telegram dal nuovo portavoce dello Stato Islamico, Abu Omar al-Muhajir. «A tutti i leoni del Califfato e ai combattenti dello Stato Islamico ovunque. Se colpite, colpite duramente in modo da causare dolore e terrorizzare», conclude il sanguinario appello di morte dell’Isis. La terza guerra mondiale sembra dunque sempre più un concetto appropriato per definire il livello di tensione e gravità raggiunti a livello internazionale dopo il 24 febbraio 2022.



Mentre le bombe proseguono su Mariupol, Kharkiv e Leopoli, con lo scontro “corpo a corpo” in corso in larghe parti del Donbass, l’ultima “miccia” diplomatica viene accesa dal Presidente russo Vladimir Putin: «Il “blitzkrieg economico” lanciato dall’Occidente contro la Russia attraverso le sanzioni è fallito, mentre le stesse sanzioni stanno già provocando un declino negli standard di vita nei Paesi europei», attacca il leader russo citato dalla Tass mentre annuncia onorificenza a brigata accusata della strage di Bucha. In risposta alle posizioni Ue sul possibile default della Russia, Putin replica che la situazione economica in patria «si sta stabilizzando» e anche il rublo è dato in recupero. Dall’Ucraina arriva invece il nuovo appello all’Occidente, questa volta direttamente a Papa Francesco (contestato negli scorsi giorni per aver invitato una donna russa, assieme all’amica ucraina, alla Via Crucis in Colosseo): «chiedo al Papa di intervenire per salvare la popolazione civile allo stremo nella città», scrive in una lettera indirizzata al Vaticano, il maggiore Sergiy Volyna, comandante della 36esima brigata dei Marines ucraini assediati a Mariupol. «Sua Santità, Papa Francesco! Mi rivolgo a Lei per chiedere aiuto: è giunto il momento in cui solo le preghiere non bastano più. Aiuti a salvarli. Porti la verità nel mondo, aiuti a evacuare le persone e salvi le loro vite dalle mani di Satana, che vuole bruciare tutti gli esseri viventi», aggiunge il comandante militare.



GUERRA NEL DONBASS: RUSSIA PRENDE KREMINNA, MARIUPOL “CHIUSA”

A quasi due mesi dall’inizio della guerra tra Russia e Ucraina, la distanza dalla tregua non è mai stata così ampia: solo nelle ultime ore, il livello potenziale di “terza guerra mondiale” nell’Est Europa ha visto un’altra città conquistata dai russi nel Donbass (Kreminna), con tanto di spari sui civili in fuga; Mariupol vicina ormai alla caduta, chiusa ai cittadini rimasti intrappolati; raid e missili contro Leopoli e Kharkiv, timore per le aree attorno a Kiev.

Il tutto, mentre tra sanzioni, armi e crisi economica si amplia lo scontro tra Occidente e Russia, senza ancora uno straccio di possibilità di raggiungere un minimo di accordo sui negoziati di pace (fondamentalmente fermi da almeno due settimane). «La mattina del 18 aprile, i residenti di Kreminna hanno cercato di evacuare con i propri veicoli. I russi hanno aperto il fuoco su un’auto con civili a bordo. Quattro persone sono rimaste uccise. Una persona gravemente ferita è ancora sul posto. I medici non possono raggiungerla a causa dei bombardamenti senza fine», lo ha denunciato su Telegram il capo dell’amministrazione militare regionale di Lugansk, Sergiy Gaidai. I russi qualche ora prima avevano preso la città nel Donbass anche se alcune sacche di resistenza permangono in alcune aree della città: da Kreminna a Mariupol, qui l’assedio ha praticamente raso al suolo la città tra le più importanti d’Ucraina. «Mariupol non c’è più», ha amaramente commentato il Ministro degli Esteri Kuleba, ricordando come però alcuni battaglioni ancora non si sono arresi ai russi, i quali hanno intanto imposto l’uso di particolari pass per poter uscire/entrare nella città sul Mar d’Azov.



TERZA GUERRA MONDIALE E DEFAULT: LO SCONTRO RUSSIA-UE

Sempre nelle ultime ore le autorità ucraine hanno denunciato la fitta pioggia di missili contro Leopoli: il bilancio parziale parla di almeno 6 morti, di cui 1 bambino, e 8 feriti: «ogni ritardo nella fornitura di armi ha permesso alla Russia di uccidere gli ucraini», denuncia ancora una volta con critiche all’Occidente il Presidente dell’Ucraina Volodymyr Zelensky.

È lo stesso leader di Kiev che annuncia l’imminente offensiva nel Donbass, prodromo alla “terza guerra mondiale” scatenata da Putin sull’Est Europa: «Le truppe russe si stanno preparando per un’operazione offensiva nell’est del nostro Paese. Che inizierà nel prossimo futuro. Vogliono letteralmente distruggere e mettere finire al Donbass», ha detto Zelensky nel suo ultimo messaggio sui social. Nel frattempo lo scontro diplomatico prosegue parallelamente alla guerra ignobile sul campo: stamane secondo la Tass, due cittadini inglesi che combattevano con le truppe ucraine sono stati fatti prigionieri dalle forze di Mosca. «I due militari hanno lanciato un appello al premier Boris Johnson – spiega l’agenzia russa – chiedendo di essere liberati in uno scambio con Viktor Medvedchuk», l’oligarca e deputato dell’opposizione ucraina arrestato nei giorni scorsi dall’intelligence di Kiev. Dal Regno Unito all’Europa, lo scontro tra Occidente e Russia è sempre più cruento: alle parole dette ieri dalla Presidente della Commissione Europea sull’imminente default dell’economia russa, «E’ solo una questione di tempo», ha replicato duramente il vicepresidente del Consiglio di sicurezza russo ed ex presidente, Dmitrij Medvedev. «Secondo le attuali previsioni, il prodotto interno lordo in Russia crollerà dell’11%. Il fallimento nazionale della Russia è solo questione di tempo. Con questa guerra, Putin sta distruggendo anche il suo stesso Paese e il futuro del suo popolo» erano state le nette parole di condanna alle azioni del Cremlino avanzate dalla n.1 di Bruxelles. La risposta di Mosca non si è fatta certo attendere, confermando il clima sempre più da “guerra mondiale” in atto dentro e fuori l’Ucraina: «Il default della Russia potrebbe comportare il default dell’Europa».