CAOS A MARIUPOL. LA TERZA GUERRA MONDIALE OCCIDENTE-RUSSIA

Il presidente russo Vladimir Putin non ha dato nuovi ordini sull’acciaieria Azovstal di Mariupol: lo ha detto il portavoce del Cremlino, Dmytry Peskov, riportato dalla Tass. Mosca precisa che resta dunque in vigore la precedente decisione presa lo scorso 21 aprile – durante l’incontro tra Putin e il Ministro della Difesa Shoigu – per non lanciare alcun assalto all’acciaieria di Mariupol.



L’Ucraina però smentisce su tutta la linea la versione russa e accusa gli invasori di non rispettare l’accordo di tregua per 3 giorni siglato solo ieri sera: «bombe sull’acciaieria, i russi non rispetto il cessate il fuoco», denunciando le forze ucraine sul campo a Mariupol. Il “clima” economico, la diplomazia e purtroppo anche il conflitto sul campo, fa pensare sempre più ad una terza guerra mondiale di difficile, se non quasi impossibile, previsione. «Abbiamo lanciato il sesto pacchetto di sanzioni e le sanzioni stanno mordendo in profondità l’economia russa e questo è il loro scopo. Putin deve pagare un prezzo per questa aggressione», accusa la Presidente della Commissione Europea Ursula Von der Leyen annunciando nuovo invito di aiuti umanitari e militari a Kiev (200 milioni di euro, ndr). Intanto nelle autoproclamate repubbliche di Donetsk e Lugansk – nel Donbass – le autorità russe avrebbero annullato la parata e la marcia per la Giornata della Vittoria del 9 maggio, così afferma il primo vice capo dell’amministrazione presidenziale russa Sergei Kiriyenko, «La parata della vittoria e la marcia del reggimento immortale in questo giorno della vittoria a Donetsk e Lugansk è ancora impossibile da tenere. Ma quel tempo arriverà presto e le parate della vittoria passeranno per le strade del Donbass». Sono in corso da tutto il pomeriggio nuove operazioni di controffensiva dell’esercito ucraino contro gli occupanti russi nelle aree di Kharkiv e Izium, con in particolare i paesi di Popasna, Kreminna e Torsky posti sotto fitto lancio di raid e combattimenti.



RUSSIA VS UCRAINA, LA TERZA GUERRA MONDIALE E I TEST NUCLEARI

71 giorni di guerra per vedere il primo vero “cessate il fuoco” più lungo di qualche ora: è quanto avverrà da oggi fino a sabato nella città di Mariupol, per permettere l’evacuazione dei civili intrappolati all’acciaieria di Mariupol. Nel frattempo i venti di una “terza guerra mondiale” si fanno sempre più densi, con la Russia che annuncia i test simulati di attacchi con missili balistici nucleari: la diplomazia è sempre più in difficoltà e l’Ucraina rischia di diventare seriamente teatro di una guerra globale tra Occidente e Oriente per i prossimi mesi, forse anni.



I tentativi di “tregua duratura” rilanciati ancora ieri da Papa Francesco non hanno sortito per ora l’effetto sperato: alla possibilità di un incontro a breve tra il Santo Padre e Vladimir Putin, prima il Patriarcato di Mosca e poi lo stesso Cremlino hanno “declinato” l’invito di Papa Bergoglio. Nel mezzo i negoziati non procedono e ogni giorni vede invece attacchi in varie parti dell’Ucraina, dal Donbass fino a Leopoli, Odessa e ieri sera anche nella Capitale Kiev: ieri sera altre esplosioni sono poi state avvertite a Mykolaiv e Kherson, con altre vittime tra civili e soldati ucraini. «Il modo in cui Putin ha definito la vittoria sin dall’inizio era conquistare l’Ucraina. Questo non è successo. È chiaro che la Russia ha già perso», è il duro attacco sferrato ieri alla Casa Bianca dal Presidente Usa Joe Biden. Di tutta risposta, questa mattina il ministero della Difesa di Mosca ha annunciato le simulazioni avvenute negli scorsi giorni con missili balistici capaci di trasportare testate nucleari nell’enclave occidentale di Kaliningrad (tra Polonia e Lituania).

GUERRA UCRAINA, TRE GIORNI DI TREGUA ALL’ACCIAIERIA AZOVSTAL DI MARIUPOL

Mentre la Russia attende un nuovo pacchetto di sanzioni europee nelle prossime ore, con incluso il possibile embargo al petrolio russo (anche se l’Europa è spaccata con i Paesi dell’Est che minacciano il veto sull’eventualità dell’embargo), la terza guerra mondiale economica rischia di estendersi anche sul fronte umanitario.

La situazione a Mariupol è sempre più devastante: mercoledì sono state effettuate nuove evacuazioni e nella serata si è poi trovato un flebile ma per il momento attivo accordo tra Russia e Ucraina: Mosca ha annunciato un cessate il fuoco di tre giorni presso l’Azovstal, divenuto sempre più il “cuore” della resistenza ucraina che non intende mollare la presa sulla città simbolo sul Mar d’Azov. «Per il secondo giorno consecutivo, l’esercito russo ha fatto irruzione nello stabilimento. Ci sono battaglie pesanti e sanguinose», ha detto il comandante del reggimento Azov Denis Prokopenko all’Ukrainska Pravda. L’assalto ai soldati da un lato, l’evacuazione dei civili dall’altro: l’acciaieria è sempre più il simbolo di una guerra lunga ormai ben più di 2 mesi e che potrebbe ancora avere sviluppi imprevedibili.