TERZA GUERRA MONDIALE: BOMBE NEL DONETSK, CAOS REFERENDUM NEL LUGANSK
Il Ministero dell’Interno di Kiev accusa la Russia di aver usato nuovamente delle bombe a grappolo nella regione di Donetsk (all’interno del Donbass), all’interno della zona residenziale di Krasnohorivka: lo riporta l’agenzia di stampa ucraina Unian, sottolineando come la polizia abbia invitato ancora oggi i residenti a fare attenzione a non avvicinarsi ai depositi d’armi e munizioni.
Dal Donetsk al vicino Lugansk, è ancora caos per l’annuncio delle forze filo-russe circa un referendum per decidere l’annessione alla Russia: alla dichiarazione di Leonid Pasechnik, il leader dell’autoproclamata repubblica di Lugansk, ha subito replicato il Governo Zelensky, «Qualsiasi falso referendum nei territori temporaneamente occupati è giuridicamente insignificante e non avrà conseguenze legali». Dal Donbass a Kiev, passando per Mariupol e Kharkiv dove i combattimenti proseguono a intermittenza con i tentativi di negoziati esteri: clima sempre più da “terza guerra mondiale” con ancora strascichi per le parole di Biden, vista anche la “correzione” della Casa Bianca. Il Cremlino parla di un Presidente americano «isterico» e con Vyacheslav Volodin, presidente della Duma, attacca «è debole, malato e infelice. I cittadini Usa dovrebbero vergognarsi del loro presidente. Forse è malato. Biden farebbe bene a sottoporsi a un check-up medico». Nel frattempo, sono stati annunciati altri round di negoziati tra le delegazioni di Russia e Ucraina: inizieranno lunedì 28 marzo e si estenderanno fino a mercoledì 30 marzo, luogo delineato la Turchia dunque con il ritorno dei tavoli “in presenza”.
ANCORA RAID SU KIEV. CASA BIANCA “CORREGGE” BIDEN
Nelle ultime 24 ore sono stati almeno 30 i bombardamenti su strutture ed edifici a Kiev, la capitale dell’Ucraina: a riferirlo è l’amministrazione militare regionale sui propri canali Telegram, «Durante l’intero periodo della guerra, distruzioni sono state registrate in 34 delle 69 comunità della regione di Kiev, ovvero il 49,2%. In totale, più di 500 obiettivi», riferisce la stessa nota.
Una “terza guerra mondiale” per il momento solo in “potenza” con il conflitto però che su larga scala fa temere sempre più il peggio negli osservatori internazionali: dalla Turchia e dalla Francia sono giunte infatti delle dichiarazioni di forte critica al livello di scontro “alzato” da Biden ieri contro il Cremlino. Ankara con il portavoce di Erdogan spiega che «non bisogna bruciare i ponti con Putin» mentre il Presidente francese Macron non ha apprezzato la definizione del Presidente russo come «macellaio», «Non bisogna alimentare una escalation né di parole né di azioni sulla guerra in Ucraina». Anche dalla Casa Bianca però giunge una nuova “correzione” delle medesime parole di Biden con l’intervento del Segretario di Stato Antony Blinken in visita a Gerusalemme: «Come ci avete sentito dire ripetutamente, non abbiamo una strategia per un cambio di regime a Mosca. Penso che il presidente e la Casa Bianca ieri sera abbiano sottolineato semplicemente che Putin non può avere il potere di fare una guerra o impegnarsi in un’aggressione contro l’Ucraina o contro chiunque altro». Ancora Macron dall’Eliseo ha poi fatto sapere che domani dovrebbe sentire l’omologo russo con il quale discutere, tra gli altri punti all’ordine del giorno, «un’operazione di evacuazione di civili da Mariupol», organizzata con Grecia e Turchia.
GUERRA IN UCRAINA, ZELENSKY SBOTTA CONTRO L’OCCIDENTE
«È impossibile salvare Mariupol senza ulteriori carri armati e aereoplani»: lo ha detto il Presidente dell’Ucraina Volodymyr Zelensky parlando alla nazione ancora via Telegram. Le ultime notizie sui raid piovuti nel 31esimo giorno di guerra non fanno che alimentare le forti tensioni internazionali, con rischi concreti che lo scontro atroce e immane in Ucraina possa elevarsi a vera e propria terza guerra mondiale nei prossimi mesi, se lo sforzo della diplomazia non riuscisse a compiere significativi passi in avanti.
I vertici Nato-Ue non hanno soddisfatto Kiev ma nemmeno il Cremlino, per di più con lo scontro avvenuto in Polonia a distanza tra Biden e Putin i margini per dei negoziati effettivi sono sempre molto risicati. Di contro, Zelensky sbotta contro l’Occidente in quanto colpevole di non fare abbastanza per impedire gli attacchi russi contro le città di Mariupol, Leopoli, Odessa, Kharkiv, Chernobyl e della stessa Kiev. «L’Ucraina non può abbattere i missili russi con fucili e mitragliatrici. Chi guida la comunità euro-atlantica? E’ ancora Mosca per intimidazione?», ha chiesto polemicamente in video messaggio il Presidente ucraino. Lo stesso Zelensky, in videoconferenza con l’omologo polacco Duda (dopo la visita di Biden in Polonia, ndr) ribadisce «Se l’Ucraina non riceverà aerei militari, la Russia potrebbe minacciare i Paesi vicini». Kiev è delusa dai vertici Nato anche perché nel frattempo i raid russi contro l’Ucraina non accennano a diminuire, nella ormai consueta fase a “intermittenza” tra bombardamenti e corridoi umanitari (gli ultimi due negoziati oggi nel Donbass dovrebbero portare fuori altri civili da Mariupol). Particolarmente feroci e inattesi i missili contro Leopoli, la città teoricamente più “sicura” dell’Ucraina in quanto vicinissima al confine europeo con la Polonia: «Con questo attacco gli aggressori mandano i loro saluti al presidente Biden che si trova in Polonia», ha detto il sindaco Andriy Sadovy alla Bbc. «Leopoli è a soli 70km dalla frontiera polacca e credo che il mondo debba capire che la minaccia è molto molto seria», conclude il primo cittadino di Lyiv.
TERZA GUERRA MONDIALE: LO SCONTRO PUTIN-BIDEN E I TIMORI SU CHERNOBYL
«Putin è un macellaio», si era lasciato sfuggire il Presidente Usa Joe Biden durante l’incontro con i rifugiati ucraini a Varsavia sabato 26 marzo, assieme al Presidente polacco Duda e ai Ministri inviati da Kiev (Kuleba-Difesa e Reznikov-Difesa). «È un tiranno e non può rimanere al potere», ha poi aggiunto sempre Biden parlando con i giornalisti: la Casa Bianca si è poi affrettata a “correggere il tiro” spiegando che il Presidente non intendeva sollecitare un cambio di regime in Russia, «Biden ha parlato a braccio».
Non si è fatta tardare però la replica di Mosca, su tutte le furie per le parole dagli States: «I nuovi insulti di Biden a Putin restringono ulteriormente la finestra di opportunità per ricucire i rapporti tra Russia e Stati Uniti. E’ strano sentire accuse contro Putin da Biden, che ha invitato a bombardare la Jugoslavia e uccidere le persone», ha dichiarato il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov. «Non è Biden a decidere chi sale al potere in Russia, è solo una scelta dei cittadini della Federazione», ha poi aggiunto il portavoce di Putin. Il clima da terza guerra mondiale continua purtroppo, come si evince dal costante allarme per la centrale nucleare di Chernobyl (che segue l’attacco avvenuto ieri al centro di ricerca nucleare di Kharkiv): l’Agenzia internazionale per l’energia atomica, Aiea, ha espresso forte preoccupazione per i lavoratori presso la centrale nucleare di Chernobyl in Ucraina dopo che i militari russi hanno conquistato la vicina cittadina di Slavutych. Lì infatti vivono molti tra i dipendenti della centrale: il direttore dell’Aiea Rafael Mariano Grossi, si è detto preoccupato per il fatto che «i lavoratori possano staccare, rispettare i turni e tornare a casa a Slavutych per riposare».