ZELENSKY A MYKOLAIV E ODESSA: “NON CEDEREMO IL SUD DELL’UCRAINA A NESSUNO”

La guerra tra Ucraina e Russia dura ormai da 116 giorni ininterrotti e non accenna a vedersi uno spiraglio per un cessate il fuoco nel breve periodo: il terrore di una terza guerra mondiale paralizza le diplomazia internazionali, ancora incapaci di gettare le possibili basi per la ripresa dei colloqui di pace tra Mosca e Kiev. Non solo, con l’allarme guerra che si estende sui campi economico, commerciale, sociale ed energetico, è l’intero mondo a soffrire delle conseguenze di quanto scatenato quel 24 febbraio 2022.



Nella giornata di ieri il Presidente dell’Ucraina Volodymyr Zelensky ha fatto vista ai soldati al fronte nel Sud del Paese, in particolare a Odessa e Mykolaiv: «Non cederemo il sud del paese a nessuno, riprenderemo tutto quello che è nostro, il mare sarà ucraino e sicuro», ha scritto poi su Telegram lo stesso leader ucraino. Dal Donbass all’area a Sud, il timore di Kiev (e dell’Europa) è quello di perdere qualsiasi connessione marittima-commerciale: mentre a Odessa Zelensky ha discusso per la possibile apertura di un corridoio per il grano, nel Lugansk la situazione è ormai prossima alla devastazione nelle prossime settimane. Sottolinea Sergiy Gaiday, il governatore dell’oblast che fa parte del Donbass: «la situazione attuale è difficile, nella città di Lysychansk e nella regione nel suo insieme poiché i russi stanno bombardando le nostre truppe 24 ore al giorno. C’è un’espressione: prepararsi al peggio e il meglio verrà da sé: dobbiamo prepararci».



LA TERZA GUERRA MONDIALE PER ANNI? L’ALLARME DELLA NATO

Dall’Ucraina l’allarme per una guerra duratura e che possa estendersi anche dai confini dell’Est Europa giunge fino alla Nato: in vista del prossimo decisivo vertice dell’Alleanza, il segretario generale Jens Stoltenberg alla “Bild” ribadisce come «La guerra in Ucraina potrebbe durare per anni».

Secondo il n.1 della Nato, occorre preparasi a tutte le possibile conseguenze, financo – anche se non lo cita esplicitamente – una terza guerra mondiale su più ampia scala: «non indebolire il sostegno all’Ucraina, anche se i costi sono elevati, non solo in termini di supporto militare, ma anche a causa dell’aumento dei prezzi dell’energia e dei generi alimentari». Ancor Stoltenberg conclude dicendo che i costi di cibo e carburante non sono nulla rispetto a quelli pagati quotidianamente dagli ucraini in prima linea: «inoltre, se il presidente russo Vladimir Putin dovesse raggiungere i suoi obiettivi in Ucraina, come quando ha annesso la Crimea nel 2014, dovremmo pagare un prezzo ancora maggiore». Usa e Ue valutano l’invio di altre armi a Kiev, mentre il Premier inglese Boris Johnson al “Sunday Times” chiarisce «Temo che sia necessario preparasi a una lunga guerra, poiché Putin ricorre a una campagna di logoramento, cercando di schiacciare l’Ucraina con brutalità. Il tempo – conclude – è un fattore vitale. Tutto dipenderà dal fatto che l’Ucraina riesca a rafforzare la sua capacità di difendere il territorio più velocemente di quanto la Russia possa rinnovare la sua capacità di attacco».