BIDEN SULLA TERZA GUERRA MONDIALE: “FINISCE TUTTO SE…”

«La guerra in Ucraina non finirà finché Putin non lascerà il Paese»: dopo i segnali minimi di un riavvicinamento tra Usa e Russia per evitare l’escalation da terza guerra mondiale nucleare, le parole del Presidente Biden sembrano invece far “segnare” un punto in più a Zelensky e uno in meno all’ipotesi di negoziato. Il ritiro di Kherson rappresenta una svolta a cui guardare con attenzione, spiegano Ucraina e Stati Uniti: se sia l’inizio di un nuovo attacco “a sorpresa” o se invece un effettivo raffreddarsi del conflitto globale giunto ormai al 261 esimo giorno consecutivo.



Nella notte intanto la Russia ha continuato l’offensiva su obiettivi sensibili: attaccato un edificio residenziale di cinque piani a Mykolaiv con bilancio parziale già arrivato a 5 morti e diversi feriti. «La cinica risposta dello Stato terrorista ai nostri successi al fronte. Un attacco a un edificio residenziale di cinque piani. Distrutto dal quinto al primo piano. Purtroppo ci sono morti e feriti. Sono in corso le operazioni di ricerca e soccorso», ha detto su Telegram il presidente ucraino Volodymyr Zelensky. Sullo sfondo resta dirimente l’attenzione sulla Diga di Kakhovka, all’interno del territorio di Kherson: secondo Kiev infatti, i russi durante il ritiro potrebbero far saltare la diga fondamentale in quanto serve la penisola di Crimea (occupata dai filo-russi dal 2014 ormai) e l’impianto nucleare di Zaporizhzhia. Di contro, Mosca accusa l’Ucraina di volerla far saltare per far ricadere la colpa sul Cremlino: in entrambi i casi, notano gli osservatori internazionali, l’eventuale esplosione in quell’area potrebbe segnare il passo verso l’escalation inevitabile di un “tutti contro tutti” che spianerebbe la strada alla vera e propria terza guerra mondiale.



USA: “NO ASSEGNI IN BIANCO A UCRAINA”. LA MINACCIA DELLA TERZA GUERRA MONDIALE

Le Elezioni di Midterm negli Stati Uniti non hanno certamente visto la vittoria del Partito Democratico, ma neanche se per questo la cocente sconfitta: questo uno dei motivi che tiene sul fronte “rischio terza guerra mondiale” la posizione del Presidente Biden con ancora delle “carte” da giocare da qui verso la fine del mandato. La guerra in Ucraina prosegue ininterrotta, così come le minacce globali “connesse” (Cina, Iran, Medio Oriente) che fanno dei prossimi mesi forse quelli decisivi per capire se si riesce per davvero a neutralizzare la latente terza guerra mondiale già in corso. Già prima del Midterm il Presidente Usa veniva “pressato” internamente per iniziare a costruire una solida diplomazia internazionale che potesse convincere Russia e Ucraina a sedersi allo stesso tavolo.



Primi spiragli si sono visti nei giorni scorsi, tanto che lo stesso Zelensky ha modificato lievemente la sua richiesta per i negoziati di pace, ad esempio non escludendo più la possibilità di sedersi al tavolo della Russia anche con Vladimir Putin ancora in cabina di comando a Mosca. Ieri poi, dopo il ko “di misura” delle Elezioni di metà mandato, il Presidente Biden si è presentato in conferenza stampa e non ha evitato il tema della guerra in Ucraina: «All’Ucraina non abbiamo dato assegni in bianco. Ci sono molte cose che l’Ucraina vuole e che non abbiamo fatto». Le prime interlocuzioni tra diplomatici Usa e Russia degli scorsi giorni vengono confermate e trovano “sponda” anche nelle decisioni prese, anche forti, dal Cremlino in queste ultime ore.

RISCHIO TERZA GUERRA MONDIALE, RITIRO DA KHERSON: QUALI MOSSE DELLA RUSSIA ORA

Ci riferiamo ovviamente all’annuncio tonante di ieri del ritiro delle truppe russe dalla regione di Kherson nell’est dell’Ucraina: secondo Biden non è casuale che la Russia abbia atteso la fine delle Elezioni Usa per fare quell’annuncio, ma al netto di possibili “dietrologie” resta il punto di un generale “raffreddamento” del conflitto ad Est, anche se la minaccia della terza guerra mondiale rimane lì dirimente davanti a tutti anche in questo momento. Non ci sarà il colloquio diretto Biden-Putin al prossimo G20 di Bali (15-16 novembre) in quanto il Presidente russo sembra intenzionato a non presenziare di persona, ma restano comunque «altri leader, ci sarà possibilità di discutere dei prossimi passi necessari alla pace in Ucraina». Secondo il n.1 della Turchia Erdogan la svolta della Russia di ritirare l’esercito da Kherson rappresenta un punto positivo per costruire la futura pace: «I nostri sforzi per la mediazione vanno avanti ma non possiamo dare una data specifica riguardo a quando potrebbe iniziare un negoziato tra Mosca e Kiev», spiega il Presidente turco.

Nel frattempo secondo quanto raccolto dal Wall Street Journal, gli Stati Uniti non avrebbero ancora concesso droni da tecnologia avanzata all’Ucraina in quanto vogliono «evitare un’escalation con la Russia». In particolare, il Pentagono avrebbe rifiutato la richiesta «sulla base della preoccupazione che la fornitura dei droni Grey Eagle MQ-1C potrebbe aggravare il conflitto e segnalare a Mosca che gli Usa stiano fornendo armi che potrebbero prendere di mira posizioni all’interno della Russia». Anche questo è un segnale di una possibile rimessa in discussione della guerra mondiale attualmente in corso: così come i quasi 100mila soldati russi morti o feriti dall’inizio del conflitto inizierebbero a pesare sull’opinione pubblica a Mosca. Secondo il segretario della Nato Jens Stoltenberg, «la Russia ha perso l’iniziativa militare in Ucraina»: saranno le prossime settimane a dimostrare l’effettiva validità di tale posizione.