RUSSIA ANNUNCIA IL RITIRO DELLE TRUPPE DA KHERSON. SI “FRENA” LA TERZA GUERRA MONDIALE?

Mentre dal fronte giungono voci di timidi ma importanti passi avanti per potenziali negoziati di pace tra Ucraina e Russia, il timore di una terza guerra mondiale vive oggi di (speranzose) fasi di “raffreddamento” della tensione. Il ministro della Difesa russo Serghei Shoigu ha ordinato alle truppe di Mosca di ritirarsi dalla città di Kherson: la decisione è stata presa dopo che sono stati fatti evacuare 115.000 civili, accusando però gli ucraini dai aver bombardato anche su civili nelle aree al di là del fiume Dnepr, durante l’avanzata della controffensiva di Kiev. Le accuse e gli scontri permangono, eppure una possibile frenate nelle ostilità viene comunque registrata.



Shoigu ha poi fatto sapere all’agenzia Tass di aver approvato la proposta del comandante delle forze russe in Ucraina – generale Surovikin – di rischierare «le truppe sulla riva sinistra del Dnepr per organizzare una nuova linea difensiva dopo la ritirata da Kherson». Secondo il generale russo, la situazione ora in Ucraina resta “stabilizzata” anche per l’invio di «soldati mobilitati e di volontari»: al di là della propaganda sulla guerra, le timide aperture vengono registrate dopo che dagli Stati Uniti è giunta netta la richiesta al Presidente Zelensky di rendersi più disponibile a dei negoziati nelle prossime settimane. La novità è che per la prima volta ci sarebbe stato un cambio di “strategia” di Kiev che sembra intenzionata ad accettare, con dovute condizioni, la seduta al tavolo di pace anche con la Russia.



IL DIALOGO TRA USA E RUSSIA È COMINCIATO PER EVITARE LA TERZA GUERRA MONDIALE

Dopo i “rumors” giunti alla stampa Usa dalla Casa Bianca, ora c’è la conferma ufficiale: per evitare l’ampliamento della “terza guerra mondiale” e soprattutto per fermare il conflitto ancora in corso tra Ucraina e Russia, gli Stati Uniti confermano l’apertura dei canali diplomatici con Mosca. «Nonostante la guerra in Ucraina, è nell’interesse’ di Washington mantenere i contatti con Mosca», ha spiegato alla vigilia delle Elezioni Midterm negli States, Jack Sullivan, il consigliere per la sicurezza nazionale del presidente americano Joe Biden. Gli Usa, conclude il diplomatico, «sanno chiaramente con chi hanno a che fare» ma non negano che l’interlocuzione con il Cremlino sia in corso per impedire ad ogni costo l’esplosione di una terza guerra mondiale nucleare.



Non di sola Ucraina reggerebbe al momento la discussione a distanza tra Russia e Casa Bianca: secondo il quotidiano russo Kommersant, le due super potenze starebbero esplorando la possibilità di tenere colloqui sulle armi nucleari strategiche per la prima volta dopo l’invasione della Russia in Ucraina (lo scorso 24 febbraio, ndr). «Kommersant ha appreso che la Russia e gli Stati Uniti stanno discutendo la possibilità di tenere una riunione di una commissione consultiva bilaterale sul Trattato sulle armi strategiche offensive nelle prossime settimane», scrive il giornale di Mosca, «Per la prima volta, le parti considerano la regione del Medio Oriente come sede dei colloqui».

TERZA GUERRA MONDIALE E CAOS BLACKOUT: L’UCRAINA CHIUDE AI NEGOZIATI (PER ORA)

A dimostrazione delle possibili evoluzioni in senso positivo dei colloqui con gli Usa, in Ucraina il commissario per i diritti umani del parlamento – Dmytro Lubinets – ha reso noto che 30 prigionieri di guerra ucraini catturati sull’isola dei Serpenti sono stati rilasciati dai russi. Questo purtroppo non significa che la minaccia della terza guerra mondiale sia diminuita, anzi: gli scontri sul campo proseguono e le città ucraine restano sotto il doppio “fuoco” di bombardamenti da un lato e rischio blackout energetici dall’altro, alle porte del rigido inverno. Anche per questo Kiev non ci sta all’evoluzione di possibili negoziati di pace senza passi indietro di Mosca sull’incedere della guerra.

«Non ci sarà negoziato finché i russi occuperanno la nostra terra», spiega Mikhailo Podolyak, capo consigliere del presidente ucraino Volodymyr Zelensky, intervistato da “LaRepubblica”. Rispondendo alle trattative in corso tra Biden e il Cremlino (finora solo a distanza), il consigliere del Presidente afferma «Trattare con Putin vorrebbe dire arrendersi. E noi non gli faremo mai questo regalo. l’offerta negoziale del Cremlino è un banale ultimatum: ammettere la sconfitta, e firmare per la perdita di territori e sovranità. La società non lo accetterà mai. L’esercito russo lasci il territorio ucraino, e poi verrà il dialogo». In maniera ancora più netta, Podolyak dichiara che trattare con Putin oggi o anche domani «è un biglietto di sola andata verso un mondo in cui il diritto internazionale non funziona più, in cui conta la forza e la forza sono le armi nucleari. E perché pagare un tale prezzo, se Putin non rinuncia all’idea di distruggerci? Il cessate il fuoco per la Russia è una pausa tattica per rinforzarsi. Vale la pena un regalo del genere a Mosca? […] Se smettiamo di difenderci, cesseremo di esistere. Letteralmente».