RISCHIO TERZA GUERRA MONDIALE, PARLA BLINKEN: “NON SPINGIAMO KIEV CONTRO LA RUSSIA”
«Non abbiamo né incoraggiato né permesso agli ucraini di colpire all’interno della Russia»: il segretario di Stato americano Antony Blinken così replica ai media Usa davanti alle accuse giunte da Mosca sul ruolo di Occidente e Stati Uniti nel “provocare” una possibile terza guerra mondiale. Dopo che la Russia ieri ha rinunciato ai negoziati di pace con l’Ucraina – «la Russia deve raggiungere gli obiettivi dell’operazione militare speciale e questo sarà fatto», spiega il portavoce di Putin, Dmitri Peskov – il serio rischio di una escalation ulteriore in Ucraina resta dirimente. Di contro, va detto, che nelle parole del Ministro degli Esteri Lavrov oggi si scorge un possibile “pertugio” per risolvere il conflitto: «Se c’è una proposta seria su come fermare il conflitto in Ucraina siamo pronti a parlarne, ma dovrebbe tenere conto degli interessi della Federazione Russa».
La terza guerra mondiale, se non ancora sul campo (tranne che sul territorio ucraino dove prosegue da 287 giorni consecutivi) è quantomeno già presente sul fronte diplomatico e sull’incapacità per il momento di trovare una quadra per chiudere una prima tregua. Davanti alle accuse lanciate contro la Nato e gli Usa, anche il portavoce del dipartimento di Stato Ned Price resta sulla linea Blinken, «Gli Stati Uniti non hanno fornito all’Ucraina armi per colpire fuori dal suo territorio ma per difendere la sua sovranità dall’aggressione della Russia». Chiude il trittico di interventi da Washington il capo del Pentagono, Lloyd Austin, in conferenza con Blinken: «Non stiamo impedendo all’Ucraina di sviluppare le sue armi». Le pressioni attorno a maggiori interventi dell’Occidente nel conflitto ucraino crescono ma dopo il “patto” Biden-Macron della scorsa settimana, l’impressione è che si cercherà quanto prima di trovare un modo di affrontare il tema negoziato facendo accettare a Kiev alcune condizioni fin qui sempre rifiutate.
RAID E DIPLOMAZIA A TERRA: LA GUERRA IN UCRAINA NON SI SPEGNE
La diplomazia resta a terra e anche per questo si moltiplicano gli appelli di pace attorno al rischio di terza guerra mondiale tra Occidente e Russia/Cina: Papa Francesco è tornato a parlare di Ucraina nell’Udienza Generale del mercoledì, commentando l’atrocità della guerra. Secondo il Pontefice, «l’Operazione Reinhardt, durante la Seconda Guerra Mondiale, ha provocato lo sterminio di quasi due milioni di vittime, soprattutto di origine ebraica. Il ricordo di questo orribile evento susciti in tutti noi propositi e azioni di pace. E la storia si ripete, si ripete, vediamo adesso cosa succede in Ucraina. Preghiamo per la pace».
Gli appelli continuano anche perché sul campo la “terza guerra mondiale”, almeno in Ucraina, è già presente e non sembra avvicinarsi in nessun modo una “tregua” per il Natale: anche oggi proseguono gli attacchi della Russia sulle zone adiacenti alla centrale nucleare di Zaporizhzhia: colpiti con droni e missili due villaggi della regione, con almeno una vittima. Per il terzo giorno consecutivo, le sirene d’allarme hanno risuonato in un aeroporto militare in Russia, questa volta a Engels, nella regione di Saratov a centinaia di chilometri dall’Ucraina. Lo rendono noto le autorità locali, citate dall’agenzia Tass. Si tratta della medesima base russa attaccata da droni di Kiev due giorni fa: «Non vi è alcuna minaccia per le infrastrutture civili», ha specificato il primo vicecapo distrettuale Yevgeny Shpolsky.