L’istituzione della zona arancione rafforzata da domani nelle aree di Brescia, Bergamo e Cremona – qui sotto tutti i Comuni coinvolti nel dettaglio – comporta determinate regole particolari che si aggiungono alle “canoniche” previste dalla zona arancione (divieto di uscire dal Comune e chiusi locali/bar a pranzo e cena): chiusura delle scuole elementari, dell’infanzia e dei nidi; divieto di recarsi presso le seconde case; utilizzo dello smart working obbligatorio nei casi in cui è possibile; chiusura delle attività universitarie in presenza.



«Passeremo – ha spiegato Bertolaso in Consiglio Regionale a Palazzo Lombardia – da una logica di ‘riduzione del danno’ a quella di ‘sanità pubblica‘. Non possono bastare soltanto i provvedimenti sulla circolazione, bisogna utilizzare tutte le armi a disposizione. E l’arma più efficace è il vaccino. Inizieremo dunque a vaccinare nei territori maggiormente colpiti con l’obiettivo di diminuire fortemente i casi e conseguentemente il livello di ospedalizzazione». Si parte giovedì dalla provincia di Bergamo, dai territori di confine con la provincia di Brescia per poi spostarsi nelle altre aree del bresciano: ancora Bertolaso, «allungheremo i tempi tra la prima e la seconda vaccinazione». Sulle vaccinazioni agli over 80 il commissario straordinario per i vaccini in Lombardia ha evidenziato che «non si ridurrà nemmeno di una unità la somministrazione dei vaccini». Infine l’ex Protezione Civile, sottolineando come sia possibile allungare il lasso di tempo tra la prima e la seconda dose, spiega che ciò avverrà anche dopo i canonici 21-28 giorni per Pfizer e Moderna; «per Astrazeneca sappiamo che si può andare tranquillamente a 90-100 giorni tra la prima e la seconda dose. L’obiettivo è arrivare a un livello tale di copertura vaccinale per ottenere la riduzione del danno».



BRESCIA IN ZONA ARANCIO RAFFORZATA

In giornata il Presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana firmerà una nuova ordinanza per porre “zona arancione rafforzata” nell’intera provincia di Brescia, a Soncino (Cremona) e in altri 6 Comuni della provincia di Bergamo (Viadanica, Predore San Martino, Sarnico, Villongo, Castelli Caleppio, Credaro e Gradosso). «Oggi il presidente emanerà un’ordinanza per l’istituzione in tutta la provincia di Brescia di una zona arancione rafforzata che prevede anche la chiusura scuole elementari, dell’infanzia, nido ma anche le lezioni in presenza in università», ha spiegato l’assessore al Welfare e Sanità lombardo Letizia Moratti intervenendo in Consiglio Regionale.



Le varianti allarmano con la diffusione che arriva al 39% dei nuovi contagiati: «A Brescia è praticamente partita la terza ondata del Covid», dice invece Guido Bertolaso, commissario Covid per Regione Lombardia con delega alla gestione del piano vaccini. Brescia ha di fatto un’incidenza doppia «rispetto alle altre province del numero di casi in un determinato territorio in un determinato periodo. È largamente avanti rispetto a tutte le altre province», spiega ancora l’ex capo della Protezione Civile, «è questo il punto che va aggredito».

ORDINANZA LOMBARDIA, MORATTI: “RIMODULEREMO VACCINI”

Dopo le richieste dell’ordine dei medici lombardi e bresciano per l’aumento importante dei casi – specie nell’epicentro della pandemia ora, la Franciacorta – arriva la decisione della Regione che anticipa eventuali interventi nazionali, sempre concordato comunque con il Ministero della Salute. La Direzione Welfare e Bertolaso hanno deciso una immediata «rimodulazione della strategia vaccinale come strumento di contenimento del contagio»: per questo motivo, spiega ancora la Moratti, si parte con la vaccinazione nei Comuni dove sono attualmente i focolai, «per evitare di riempire gli ospedali».

L’assessore e vicepresidente della Regione in Consiglio annuncia «Abbiamo chiesto al ministero la rimodulazione delle schedule vaccinali per soggetti positivi al Covid19, in modo da prevedere o la somministrazione di una sola dose o il posticipo di sei mesi per la sua somministrazione, ipotesi validata da dati di letteratura e esperienze in corso. Una risposta positiva ci consentirebbe di avere più dosi di vaccino, ora scarse»; infine, conclude Moratti, «I vaccini verranno concentrati nei limiti del possibile e delle linee guida del ministero le vaccinazioni partendo dai Comuni al confine tra la provincia di Brescia e di Bergamo con presenza importante di focolaio e situazione di tensione legata alla saturazione delle terapie intensive locali».