FONTI IV SU DESTINO TERZO POLO: “SI SPACCA TUTTO”. CALENDA “MA FIGURIAMOCI”
«Secondo me si spacca tutto»: nella convulsa giornata di scontro totale interno al Terzo Polo prosegue con nuove dichiarazioni, queste volte di un “fonte autorevole di Italia Viva” all’agenzia LaPresse. «Mi sembra che nessuno voglia fare più niente. Calenda e Renzi alla fine non riescono a stare insieme e secondo me si spacca tutto», rileva la “voce” vicina agli ambienti renziani, riportando del forte malumore tra gli stessi Renzi e Calenda per il destino di un partito unico del Terzo Polo. «La vera ragione per cui Carlo è impazzito è che ha capito che qualcuno di noi vuole candidarsi contro di lui», attacca il renziano rimasto anonimo, indicando nella possibilità che Luigi Marattin possa concorrere come avversario di Calenda nella corsa al congresso.
Ma non solo: «Azione potrebbe perdere pezzi: Carfagna potrebbe lasciare, è pronta a tornare in Forza Italia» rileva la “fonte” renziana a LaPresse. Secca e durissima la replica di Azione con nuova nota “anonima” recapitata questo pomeriggio: «Il nodo è che Renzi, tornato a fare il segretario di IV, non vuole scioglierla e non vuole destinare il 2×1000 al nuovo partito. Il ragazzo sui soldi non scherza». Tutto finito? Affatto, la controreplica di Italia Viva definisce come “schiocchezze” le accuse giunte da Azione. Insomma, una polveriera continua che non ha visto stop neanche dopo il primo appello dell’ex Ministro MISE: ce n’è voluto un secondo di appello per provare a ricomporre i “cocci”, questa volta con una nota all’Adnkronos dello stesso Carlo Calenda «Se siamo alla rottura? Ma figuriamoci». Maria Elena Boschi sottolinea il dispiacere nel vedere polemiche interne al Terzo Polo, «Mi dispiace. Abbiamo scelto di fare un partito unico e abbiamo già definito le date. Noi non cambiamo idea e lavoriamo in questa direzione #10Giugno». Questa sera Renzi riunisce Italia Viva in assemblea per le 21.30 nella sala della ex commissione Difesa del Senato, ma dal partito giunge continua “voce” circa il nervosismo di Calenda dettato da un unico fattore, «La verità è che Calenda ha paura di perdere il congresso», rilevano da Iv all’Adnkronos.
TERZO POLO NELLA BUFERA, LA “VELINA” DI AZIONE CONTRO I TATTICISMI DI RENZI
«Tatticismi di Renzi inaccettabili, se è così addio al partito unico»: passata la Pasqua, la ‘pace’ è tutt’altro che presente nel sempre più turbolento Terzo Polo a guida Carlo Calenda, proiettato verso il congresso di giugno per formarralizzare il partito unico Azione+ItaliaViva. Ma la “velina” uscita da alcuni importanti membri di Azione rimescola tutto, non approvando le ultime mosse di Matteo Renzi (specie l’aver accettato di dirigere il quotidiano “Il Riformista” per un anno) e l’attendismo del board di Italia Viva nel preparare il congresso.
Addirittura un altro dirigente di Azione all’ANSA rilascia la seguente dichiarazione-bordata: «L’unico problema dirimente oggi per la costruzione del partito unico dei liberal-democratici è che Renzi non vuole prendere l’impegno a sciogliere Italia Viva e a finanziare il nuovo soggetto e le campagne elettorali. La pazienza del gruppo dirigente di Azione si è esaurita. In settimana si capirà se questo nodo si potrà sciogliere. Se così non sarà il partito unico non potrà nascere».
ITALIA VIVA REPLICA: “STOP VELINE ANONIME, FACCIAMO CONGRESSO. RENZI HA FATTO PASSO INDIETRO MA…”
Questa “velina”, unita a quella sul “tatticismo” renziano ha mandato su tutte le furie il board di Italia Viva che non ha gradito l’attacco nel bel mezzo di una complicata azione di “unificazione” del Terzo Polo: «Adesso possiamo fare il congresso democratico anziché inviare veline anonime?», replica una nota ufficiale di Italia Viva dopo le critiche giunte dal gruppo di Azione in forma semi-anonima. «Ci sono le date già fissate, ci sono le regole decise da Calenda comprese quelle sul tesseramento, ci sono i gruppi di lavoro con i nomi già decisi, c’è il comitato politico. Noi siamo pronti al congresso che Calenda ha chiesto di fare. E ci mettiamo nome e cognome. C’è qualcuno che cambia idea una volta al giorno, ma quel qualcuno non siamo noi», rilevano le portavoci nazionali di Iv, Alessia Cappello e Ciro Buonajuto.
Non passano che qualche ora e il fuoco incrociato dei “big” del Terzo Polo appare sui social e nelle agenzie: parte Luciano Nobili, renzianissimo, che attacca «il problema non è se si scioglie Italia Viva, l’impressione è che si stia sciogliendo Azione per le proprie divisioni interne. Meno male che arriva il 10 giugno parte il congresso»; gli fa eco il deputato Davide Faraone, «Stiamo aspettando che Calenda convochi il tavolo di lavoro delle regole, stiamo aspettando che Calenda convochi il comitato politico, stiamo aspettando che Calenda spieghi come candidarsi al congresso. I tatticismi sono tutti di Calenda, non di Renzi». Alla dura critica di Matteo Richetti, n.2 di Azione, sulla scelta di Renzi di fare il direttore di giornale («fa politica o informazione?») replica il renziano Ivan Scalfarotto: «Leggiamo che Richetti ha dubbi sulle scelte di Renzi. Prima gli chiedono il passo indietro, poi non sono convinti. Fortunatamente con il 10 giugno parte il congresso del partito unico e tutti i dubbi saranno sciolti nel fisiologico gioco democratico». A provare a “chiudere” la giornata fitta di attacchi e contrattacchi ci ha pensato Carlo Calenda con un post sui social piuttosto aspro: «Per quanto concerne Azione la prospettiva di un partito dei liberal-democratici aperto e inclusivo resta l’unica utile al paese. Va perseguita seriamente e rapidamente con i soggetti realmente interessati. Polemiche da cortile non ci interessano e non vi prenderemo parte». Il percorso non sarà facile, basti vedere come in poche ore un processo di assimilazione durato mesi ha rischiato improvvisamente (e continua a rischiare, ndr) di frantumarsi.