Le chiamano le energie della rivoluzione civile, ovvero l’economia sociale, ovvero il Terzo settore, e sono importanti, ma se ne parla poco. Dal 13 ottobre possono essere presentate le nuove domande relative alla misura agevolativa “Imprese dell’economia sociale” che il ministero dello Sviluppo economico ha deciso di riformare, già dal 10 agosto, con l’obiettivo di semplificare e facilitare i finanziamenti per i programmi di investimento proposti dalle imprese sociali, culturali e creative, nonché dalle società cooperative con qualifica di Onlus.
Con l’incentivo verranno agevolati gli interventi non inferiori a 100 mila euro e non superiori a 10 milioni di euro che determineranno effetti positivi sul territorio: dall’aumento occupazionale di categorie svantaggiate all’inclusione di soggetti vulnerabili, nonché la salvaguardia e la valorizzazione dell’ambiente e del tessuto urbano, dei beni storico-culturali o al perseguimento di finalità culturali e creative o di utilità sociale. Sono ammissibili le spese realizzate per interventi sui fabbricati e infrastrutture dell’azienda, ma anche investimenti per programmi informatici, brevetti e licenze.
La misura dispone di circa 200 milioni di euro ed è operativa con la sottoscrizione della Convenzione tra il Ministero, l’Abi e Cdp, mentre l’erogazione dei finanziamenti è gestita da Invitalia. La misura “Imprese dell’economia sociale” promuove la diffusione e il rafforzamento dell’economia sociale, sostenendo la nascita e la crescita delle imprese che operano, in tutto il territorio nazionale, per il perseguimento di meritevoli interessi generali e finalità di utilità sociale. Le imprese devono essere iscritte nel Registro delle imprese e inserite negli elenchi, albi, anagrafi previsti dalla rispettiva normativa di riferimento, ivi incluso il Registro Unico Nazionale del Terzo Settore (Runts).
I programmi devono determinare positive ricadute sul territorio, avendo riguardo ad almeno uno o più degli obiettivi previsti all’art. 8, comma 4, del decreto direttoriale 8 agosto 2022, ossia: incremento occupazionale di categorie svantaggiate; inclusione sociale di soggetti vulnerabili; raggiungimento di specifici obiettivi volti alla valorizzazione e salvaguardia dell’ambiente, alla rigenerazione urbana e al turismo sostenibile nonché alla sostenibilità ambientale dell’attività d’impresa, anche attraverso la decarbonizzazione, il riuso e l’utilizzo di materiali riciclati, di prodotti e sottoprodotti derivanti dai cicli produttivi in alternativa alle materie prime vergini, la riduzione della produzione dei rifiuti, l’ecodesign, la riduzione dell’uso della plastica e la sostituzione della plastica con materiali alternativi; raggiungimento di specifici obiettivi volti alla salvaguardia e valorizzazione dei beni storico-culturali o al perseguimento di finalità culturali e creative o di utilità sociale, di rilevante interesse pubblico, all’interno di una comunità o di un territorio.
Le agevolazioni consistono nella concessione di un finanziamento di durata fino a 15 anni, comprensivo di un periodo di pre-ammortamento massimo di 4 anni, al tasso agevolato dello 0,5% annuo. Al finanziamento agevolato deve essere associato un finanziamento bancario, a tasso di mercato e di pari durata, erogato da una banca finanziatrice individuata dall’impresa nell’ambito dell’elenco delle banche che hanno aderito alla Convenzione tra il ministero dello Sviluppo economico, l’Associazione bancaria italiana e Cassa Depositi e Prestiti del 12 ottobre 2022. Le domande di agevolazione possono essere presentate a mezzo PEC all’indirizzo [email protected].
L’attuale situazione economica e la temperie culturale mi fa affermare che le nostre società odierne hanno necessità più che mai di un Terzo settore forte e soprattutto autonomo dal pubblico e dal privato.
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