Come ai bei tempi: il Milan grande in Italia sa esserlo anche in Europa. Era il passaggio che mancava per confermare la crescita della squadra di Allegri, è arrivato. Vittoria nella terza trasferta di Champions League, quella di Auxerre: è la prima nel torneo ed è la più importante, perché consegna – insieme con il Real Madrid – gli ottavi di finale con un turno di anticipo, riducendo l’ultimo impegno a un allenamento di lusso in casa contro l’Ajax. Milan che rimane fedele a se stesso, dimostrando che il calcio è uno sport dove si gioca in ventidue e segna sempre Zlatan Ibrahimovic (parafrasi-omaggio di una battuta di Gary Lineker).
Allegri ne aveva sottolineato l’unicità, lo svedese lo ha confermato sul campo. Gli basta un’occasione per essere decisivo, come è stato in Francia, dove è poi giunta la ciliegina sulla torta utile per confortare l’attualmente giubilato Ronaldinho. Milan prigioniero di Ibra ma non è una novità, è il destino di tutte le società che ne assoldano i piedoni e il talento. Nelle ultime otto partite, tra Italia ed Europa, ha segnato il passo unicamente in due occasioni e le sue reti sono state sempre decisive, tranne quella contro la Juventus. Un giocatore dal peso specifico ineguagliabile. Anche se, occorre doverosamente aggiungere, ad Auxerre si è avuta la riprova della bontà del nuovo sistema di gioco rossonero, impostato su una solida linea mediana.
Il segnale di come Allegri abbia saputo imparare dagli errori (la botta di Madrid) e di come sappia arrendersi solo a un aziendalismo ben temperato. Ha le sue idee e le mette in pratica, specie quando i risultati (e le beghe della politica romana) distraggono il tifoso numero uno. Dall’inferno al (quasi) paradiso è la parabola che percorre invece la Roma. Inguardabile nel primo tempo, con la difesa in palla di fronte a un Bayern accorto ma per nulla obbligato a cercare un risultato positivo.
Entusiasmante per come ha saputo ribaltare nella ripresa lo 0-2 incassato all’intervallo. Straordinaria la rete di Marco Borriello ma, soprattutto, l’ulteriore conferma di come Jeremy Menez possa diventare il leader del futuro giallorosso. Ora basta un punto per portare la seconda italiana agli ottavi, utile per godere nell’immediato e lavorare per il futuro. Il confronto per il terzo posto Uefa con la Germania continua