SERIE A – Dalla possibile cacciata alle due partite che rilanciano le ambizioni. Il gentile Rafa Benitez benedice la buona sorte e incassa due successi che regalano serenità all’Inter. Due prestazioni simili per interpretazione, diverse per numeri. L’interpretazione è quella di un gruppo che prova a reincarnare il tremendismo che aveva caratterizzato gli anni esaltanti di Josè Mourinho. I numeri sono quelli finali: di misura il successo contro il Twente, esagerati quello contro il Parma. Esagerati e innaturali perché l’Inter realizza cinque reti (non accadeva dal 5-3 al Palermo del 29 ottobre di un anno fa) nel giorno in cui si ritrova senza centravanti, con Milito perennemente infortunato e con Eto’o squalificato dopo la follia ai danni di Cesar. Proprio per questo il successo sugli emiliani è maggiormente confortante, perché i nerazzurri – con Pandev centravanti di giornata – hanno dovuto battere nuove strade per andare alla ricerca del gol. e queste sono arrivate dai centrocampisti, pronti agli inserimenti sottoporta come alla ricerca dalla conclusione dal limite. Alternative che si erano perse nei meandri di una squadra attorcigliata – e schiava, di conseguenza – intorno ai colpi di genio di Eto’o. Guardate poi ai nomi di chi ha segnato: Stankovic e Thiago Motta. Questo significa che Benitez (se non sarà bersagliato dalle ricadute) sta ritrovando quanti affollavano l’infermeria, e potrà cominciare a giocarsela veramente con le altre grandi. A patto che registri la difesa, che ha concesso molto più del dovuto al Parma, oltre alla doppietta di Crespo.
Anche perché la giornata è stata sicuramente una delle più strane, caratterizzata dalla ricerca dell’autolesionismo nel gruppo che guida la classifica. Vincono soltanto i nerazzurri e il Palermo tra le prime otto, con il Milan che fallisce l’occasione di allargare ulteriormente il fossato tra sé e le inseguitrici. Dei due pareggi nell’anticipo ha sicuramente maggior peso quello dei rossoneri, che hanno pagato l’unica distrazione in trasferta contro la Sampdoria.
Fa invece un mezzo passo indietro la Juventus, soprattutto quando si vanno ad analizzare i nomi della Fiorentina che l’ha costretta al pareggio (una squadra, quella toscana, che rivaleggia con l’Inter per la quantità industriale di infortuni). Preventivabile il pareggio interno della Lazio: quando si tratta di imbrigliare le avversarie, Marco Giampaolo non è secondo a nessuno. Meno preventivabile la sconfitta della Roma. Non per il risultato in sé, ma per il modo in cui è arrivato. Il Palermo è avversaria di valore, ma concedergli il campo aperto è come fornire la corda al proprio boia. Così è stato, a cominciare dalla rete che ha aperto la gara per di più. Il resto è stata conseguenza, per l’attuale divario fisico e tattico tra le due squadre. E i siciliani avanzano, a braccetto dell’Inter, superando proprio la Roma: un ospite in più da contare al tavolo allestito tra scudetto ed Europa nobile.