SERIE A – Erano in tre, sono rimaste in due. Soltanto Napoli e Lazio approfittano della caduta interna del Milan contro la Roma nell’anticipo: alla Juventus rimangono i rimpianti e un pareggio. Certo, il Chievo conferma le proprie capacità interne (vittoria contro l’Inter, rimonta da 0-2 a 2-2 contro la Roma) ma il modo e il momento in cui i bianconeri – pur in inferiorità numerica – hanno incassato la rete del solito Pellissier, sono indici di uno stop sulla strada della maturazione elogiata da tutti. A Luigi Del Neri resta una consolazione: non perde dal 23 settembre (1-3 contro il Palermo) e ha inanellato una serie positiva di tredici partite consecutive. La base da cui ripartire- e, possibilmente, migliorare, complice il mercato – l’anno prossimo. Serve una punta centrale, che possa aprire quegli spazi e creare quelle opportunità che l’ottimo Fabio Quagliarella non potrà inventarsi all’infinito.
Tocca quindi a Lazio e Napoli mettere pressione alla capolista, ora lontana tre punti appena. Due squadre totalmente inaspettate ma che si trovano in seconda posizione con grande merito. Stupisce, per esempio, la determinazione del Napoli. Contro il Lecce ha risolto per la terza volta in stagione una partita che, al 90′, era ancora in parità. Era già successo contro Palermo e Cagliari in Italia e contro la Steaua (due volte) in Europa. Il segnale che gli uomini di Walter Mazzarri non muoiono mai, ed è un bel segnale perché premia un gruppo che sa fare fronte unico ai problemi e che ha trovato in Edinson Cavani un fuoriclasse assoluto, bravo a prendersi sulle spalle la squadra quando Lavezzi non c’è e Hamsik non brilla. Risultati e classifica che spingono il presidente Aurelio De Laurentiis a intervenire nelle trattative di gennaio, per rinforzare il gruppo. E Napoli potrà passare naturalmente a ruoli più ambiziosi se arriveranno elementi in grado di arricchire tecnicamente la squadra.
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Anche la Lazio è squadra che non muore mai, come ha dimostrato all’ora di pranzo contro l’Udinese. Partita tanto assurda tatticamente quanto divertente sotto il profilo spettacolare. Edy Reja indovina ancora una volta la mossa giusta (la pressione che Libor Kozak mette sulla difesa udinese è decisiva) e scopre che, nonostante la classifica e gli ottimi risultati, deve eternamente fare i conti con un ambiente più facile alla critica che all’applauso, visti i fischi che accompagnano – a torto, detto a posteriori – le sue scelte. E sarebbe veramente sciocco se alla Lazio riuscissero a sciupare quanto di bello stanno costruendo. L’Inter, in questo caso, è pessimo esempio…