CHAMPIONS LEAGUE – Niente male il secondo giro d’Europa italiano, con riferimento alla Champions League. Non male perché sono stati rispettati fattore campo e pronostici, con due vittorie interne e un pareggio esterno. Ma, soprattutto, la solita Inter ha dato una bella botta al Werder Brema e questo conta tantissimo in chiave classifica Uefa, per il quarto posto in Champions 2011-12 in cui dobbiamo effettuare il controsorpasso ai danni della Germania. Europa che è servita a lenire ferite e polemiche del campionato (soprattutto in casa Roma), Europa che conferma tendenze già intraviste in serie A. E che, nello specifico, riguardano le due milanesi.

In casa rossonera, così, appare sempre più evidente e acclarata la dipendenza da Ibrahimovic. Lo svedese ha firmato il pareggio di Amsterdam dopo essere stato decisivo contro il Genoa e dopo aver segnato la rete del vantaggio in casa della Lazio. Era logico aspettarselo da lui sempre abituato, Barcellona escluso, a essere pressoché unico nel fare la differenza sul campo. Ma, come s’è già detto, questa è la grandezza e – al tempo stesso – il limite del personaggio. Perché come si accusava l’Inter di José Mourinho di essere Ibra-dipendente, la stessa dinamica viene oggi percorsa dal Milan. Una via obbligata, se vogliamo parlare di una squadra che deve trovare una sua identità dopo il cambio in panchina e dopo alcuni inserimenti in settori delicati del campo. Ma una via che rischia di diventare stretta, il giorno in cui Ibrahimovic avesse la luna storta oppure gli avversari trovassero le contromisure adatte. Non a caso Clarence Seedorf, che non teme mai di vestire i panni del Grillo Parlante, ha già messo sull’avviso Massimiliano Allegri riguardo i possibili limiti della scelta tattica. Una scelta tattica che l’allenatore non nasconde di aver adottato in maniera consapevole, come dimostrano i suggerimenti che detta alla ricerca del lancio lungo sul centravanti.

CHAMPIONS INTER MILAN CONTINUA, CLICCA QUI SOTTO

E la questione centravanti rischia di diventare rovente anche in casa Inter. Perché se in rossonero Ibrahimovic fa la differenza, in nerazzurro Samuel Eto’o è a dir poco fantastico: la tripletta al pur burroso Werder Brema è la prima da quando l’attaccante è giunto a Milano, degno coronamento di un inizio stagione straordinario. Un inizio che rischia di diventare ingombrante, viste le fatiche di Diego Milito e visto che Eto’o ha dimostrato (ma non ce n’era bisogno) quanto sia immarcabile quando può agire vicino alla porta libero da compiti di copertura. E poiché qualcuno non nasconde l’insofferenza per un certo disinteresse del camerunese alla fase difensiva (ricordate Chivu a Roma?), Rafa Benitez farà bene a spazzare via ogni equivoco tattico in modo da evitare incomprensioni. Anche se questo vorrà dire andare al ballottaggio per il ruolo di centravanti, con relativa scelta. Unica e univoca. Perché l’Inter, visti i guai di Lucio e Samuel, avrà bisogno di tranquillità in vista di domenica sera, quando affronterà una Juventus che in attacco, almeno, al momento sembra sullo stesso livello dei nerazzurri.