Nove squadre in cinque punti, metà serie A che può legittimamente aspirare allo scudetto in un campionato che – dopo sette giornate – non riesce a trovare una protagonista in grado di impadronirsene. Qualche aspirante c’è, comunque, perché occorre rendere merito all’Udinese, rimasta ora capolista solitaria. Una squadra che Guidolin ha saputo trasformare, rivelando di saper cucinare al meglio i nuovi ingredienti a disposizione. Non c’è più Sanchez? Ecco nascere una squadra che fa della fase difensiva il punto di forza: una sola rete subita, quella concessa al Milan nel pareggio di San Siro (e questo basti per capirne il peso specifico).
Ma senza dimenticare comunque la fase offensiva perché quando si ha in casa un giocatore come Di Natale sarebbe follia sprecarlo. Dieci i gol messi a segno, sei sono tutti del capitano che, continuando così, entrerà a far parte della spedizione azzurra di Prandelli al prossimo Europeo come promesso dal ct. Piace l’equilibrio dell’Udinese, piacciono la sua concretezza e la sua fluidità di gioco, che scorre anche quando giocano le seconde linee pronte a portare i bianconeri al vertice pure nel girone di Europa League. Non sarà l’ammazzacampionato, ma Guidolin se la sta godendo un mondo.
Un candidato al ruolo comunque ci sarebbe. Perché, zitto zitto, il Milan è soli quattro punti dalla vetta. Un Milan che sta ritrovando uno dopo l’altro tutti i titolari e che – ricordiamolo – ha già affrontato tutte le squadre che lo precedono o lo affiancano in classifica, Roma esclusa. Al contrario dell’Udinese, la squadra di Allegri non ha ancora però saputo trovare un suo equilibrio. O meglio: l’avrebbe trovato in un centrocampo con Aquilani e Nocerino. Non a caso il tecnico l’ha riproposto dopo il disastroso primo tempo di Lecce, non a caso i rossoneri hanno centrato una rimonta insperata. Il tutto nel segno di Boateng (altro cambio dell’intervallo), a dimostrazione di come la fisicità e la tecnica (perché ce l’ha) del ghanese siano nuovamente un valore aggiunto da cui non prescindere.
Milan in buona compagnia, perché poco più avanti c’è la Lazio, che sta evidenziando un pragmatismo la cui assenza era stato il limite nel momento decisivo della passata stagione. E c’è anche la Roma a evidenziare ulteriori segni di crescita nel progetto di Luis Enrique. Segni che invece stanno svanendo in casa Juventus, dopo l’esaltante successo sul Milan: primo lo 0-0 di Verona, quindi il 2-2 in casa con il Genoa.

La squadra di Conte dà l’impressione di dover viaggiare sempre sopra le righe per poter aver la meglio sull’avversario (ma ieri l’ha capito anche il Lecce nel primo tempo a danno dei rossoneri…), altrimenti le altre hanno in questo momento qualcosa in più sotto il profilo della qualità, Pirlo escluso. E se ci si mette anche il presidente Agnelli a rendere effervescente l’ambiente con le sue parole riguardo a Del Piero, allora viene voglia di evocare il Nanni Moretti di “continuiamo così, facciamoci del male”.
E attenzione al calendario perché il campionato potrebbe trovare indicazioni maggiormente precise questa settimana, tra turno infrasettimanale e giornata successiva: mercoledì occhi puntati su Napoli-Udinese, Genoa-Roma e Atalanta-Inter; sabato da emozioni forti con Inter-Juventus e Roma-Milan.