Se occorreva una conferma, questa è arrivata nel turno infrasettimanale di campionato: il Milan ha cominciato a muoversi con decisione e, come previsto da Allegri, a breve tornerà a proporsi come la squadra da battere in campionato. Il Parma è stato travolto in maniera netta, con una tripletta incredibile di Nocerino. La conferma di come i nuovi si stiano imponendo sempre nell’impianto rossonero, visto che anche Aquilani si sta dimostrando elemento imprescindibile della squadra.
La vetta ora dista appena due punti per un gruppo che, con eccessiva fretta, era già stato definito come bollito e in affanno. Le stesse parole che venivano usate un anno fa di questi tempi, salvo poi applaudire il Milan al momento dell’allungo invernale. Anche perché si è dimenticato che i rossoneri hanno dovuto anticipare i tempi della preparazione per disputare la Supercoppa italiana a inizio agosto. Si rischia di essere ripetitivi, ma nel caso della squadra di Allegri era necessario aspettare i tanti elementi fuori per infortunio, e i risultati lo stanno evidenziando.
L’impressione è che si tratterà di una corsa a tre, visto come sono ripartite Juventus e Napoli. Troppo brutta per essere vera la squadra di Conte vista contro il Genoa (anche se il risultato dei rossoblù contro la Roma pone quella partita in un’altra ottica) e, per un attimo, anche la Fiorentina ha fatto paura. Stavolta la Juventus non ha però accusato il calo di tensione e di agonismo come nel match precedente, per tre punti che le permettono di essere capolista solitaria. Con un ringraziamento al Napoli, che ha fermato proprio chi prima era in vetta da sola: prestazione concreta contro l’Udinese, grazie anche al ritorno della squadra titolare, e corsa ripresa dopo le poco convincenti prove contro Parma e Cagliari. Manca soltanto il ritorno al gol di Cavani per completare il quadro.
Il turno boccia le romane: la Lazio manca l’occasione di balzare da sola al comando della classifica (anche per merito di un Catania cui Montella ha conferito grande solidità), la Roma fa peggio cadendo a Genova ed evidenziando un deficit di maturità che – alla lunga – potrebbe rivelarsi un fardello troppo pesante con cui convivere.
Quel fardello che appesantisce ancora una volta il cammino dell’Inter, e c’è da ringraziare l’istinto di Castellazzi se la serata non ha registrato la quinta sconfitta in nove partite per merito dell’Atalanta. Otto punti dalla vetta cominciano a essere tantissima roba e sabato arriva la Juventus: dopo quei novanta minuti i nerazzurri capiranno se sarà meglio concentrarsi soltanto sull’Europa.