Comincia il ciclo della verità e la Juventus lo affronta secondo le attitudini di Antonio Conte: aggredendolo. La Lazio era in questo momento l’avversario più complicato da incontrare. Imbattuta da nove giornate, reduce da un punto pesante in casa del Napoli, solida (con 4 gol presi in questo miniciclo positivo) ed esaltata dalla possibilità di ricacciare indietro la controparte nello scontro diretto per riappropriarsi della vetta della classifica: questo era il biglietto da visita della squadra di Reja. Un biglietto poi confermato sul campo, con una prova di carattere e di gioco, rintuzzata da un Buffon tornato a livelli eccellenti. Ma non può bastare la prestazione del portiere azzurro per spiegare quella della Juventus. I bianconeri hanno assunto ormai una maturità complessiva che permette loro di superare gli ostacoli con la forza del collettivo e del sacrificio. Non a caso il successo dell’Olimpico è firmato da Simone Pepe, giocatore quantomai prezioso quando si tratta di contenere ed eccellente quando è il momento di ribaltare l’azione. Dedizione e pragmatismo che saranno necessari nelle partite che attendono i bianconeri, con altre tre trasferte nelle prossime cinque gare, e trasferte che portano il nome di Napoli, Roma e Udinese. Si tratta – guardacaso – di tre avversarie che sono già scese in campo in questo turno spalmato su tre giornate. Andiamo in ordine di impegno in chiave bianconera, cominciando dal Napoli. La squadra di Mazzarri si salva a Bergamo all’ultimo minuto utile, offrendo una serata di sofferenza (premiata dalla deviazione di Cavani) ma anche di difficoltà assortite di fronte alle iniziative di un’ottima Atalanta impreziosita dall’ennesimo gioiello di Denis (decimo gol stagionale, il sesto nelle ultime cinque partite per l’ex azzurro).
L’esatto contrario della squadra ammirata in Champions League contro il Manchester City, pur comprendendo che la partita di martedì abbia provocato scorie ancora da smaltire a Bergamo. Il recupero di martedì contro la Juventus si propone come uno spartiacque stagionale: con uno svantaggio di 9 punti non è ipotizzabile altro risultato che non sia la vittoria, altrimenti il Napoli dovrà concentrarsi esclusivamente sull’Europa. La Roma quindi, da unire contro l’Udinese, fosse solo per il fatto che sono state le due protagoniste dell’anticipo di venerdì. Partita brutta, in cui i giallorossi sono stati ancora più brutti: incapaci di fare gioco, pronti a essere infilati alla prima azione di un’Udinese non irresistibile. La differenza? La mancanza di un leader cui guardare nei momenti di difficoltà, essenziale per una squadra giovane che ha bisogno di crescere. Quello che avrebbe dovuto essere…  



 

Totti, se non fosse stato frenato ancora da un infortunio. Quello che è stato Di Natale, anche se non è stato il migliore della stagione. Ed è ciò che ha fatto – e farà sempre – la differenza alla fine. Chiedere alla Juventus notizie su Pirlo, per esempio.

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