A prova di forza, prova di forza e mezza… Il Milan risponde alla fuga della Juventus e lo fa in forma violenta, come avveniva prima dello 0-0 nell’ultimo turno con la Fiorentina. E quindi gol, tanti gol, anche a una squadra solida contro il Chievo. Impressiona soprattutto la facilità con cui sono arrivati: quattro, in 36 minuti del primo tempo. Quattro, com’era accaduto in precedenza contro Lecce, Parma e Catania, con le tre reti rifilate a Palermo e Roma a far da corredo nelle ultime otto gare, in cui l’attacco del rossonero ha prodotto 22 dei 27 gol finora realizzati. La conferma di come Massimiliano Allegri abbia quest’anno invertito la tendenza, facendo della manovra offensiva (e lo ricordano anche le due reti date al Barcellona) il centro motore delle aspirazioni rossonere. Certo, il tecnico non dimentica che il suo primo scudetto è arrivato innanzitutto grazie alla difesa. E quindi può incassare con soddisfazione la terza partita consecutiva senza reti al passivo. Ma quando si è creato un sistema di gioco in cui non solamente gli attaccanti, ma anche gli altri due reparti partecipano attivamente alla caccia in area avversaria, allora non si può prescindere da una supremazia che nasce dal gioco e si concretizza nelle realizzazioni: non a caso contro il Chievo è toccato a Thiago Silva aprire la serie.
Milan che si pone quindi come la più seria alternativa alla Juventus: distacco mantenuto a un solo punto e curiosità per quanto potranno fare i bianconeri martedì sera nel recupero di campionato in casa del Napoli. In questo momento Juventus e Milan appaiono essere le due squadre più complete. La prima si identifica in toto nel suo tecnico: collettivo, tenacia, ferocia, con la capacità di colpire l’avversario nel momento in cui meno se lo aspetta. La seconda è più avvolgente, più dominante sul piano del palleggio piuttosto che sul pressing asfissiante. Alla fine quella rossonera potrebbe farsi preferire per la qualità dei singoli, che sono numericamente di più rispetto a quelli presenti in bianconero. Ma è un discorso troppo futuribile per essere affrontato oggi. Resta la realtà del ritorno di una grande rivalità in cui – in questo momento – altre contendenti non sembrano avere i mezzi per poter inserirsi.
Altre due segnalazioni di giornata. Il risveglio dell’Inter, innanzitutto. Non bella. Anzi, veramente brutta a Siena. Ma quando si portano via gare così, e di fronte a un avversario mai troppo generoso in casa, è il segnale che qualcosa stia cambiando. E la caduta libera della Fiorentina, poi. Vero che Delio Rossi è appena alla seconda giornata di gestione, ma nelle ultime nove partite è arrivata una vittoria appena (di misura, contro il non irresistibile Genoa) e la classifica comincia a farsi preoccupante, specie in presenza di segnali di risveglio altrui.