Rinvii e risultati collaborano alla definizione di una nuova – e inattesa – classifica. Comanda una strana coppia, quella formata da Udinese e Lazio, grazie al maltempo che rimanda ad altra data il big-match serale tra Napoli e Juventus. Un duo simile per caratteristiche, legate soprattutto alla concretezza. Nella passata stagione i friulani ovviavano alle sbandate difensive con un attacco stellare, i biancocelesti invece proprio non ci riuscivano, ed era stato uno dei motivi per cui avevano mancato l’aggancio alla zona Champions. Quest’anno Guidolin e Reja hanno invece inquadrato un assetto tattico che permette di ridurre i rischi al minimo, capitalizzando quanto si crea davanti. Non solo, perché è anche una questione di leader. E se nell’Udinese il ruolo viene sempre ricoperto da Di Natale, cui gli anni non sembrano assolutamente pesare, nella Lazio viene ottimamente gestito da Miro Klose, il cui impatto sul nostro campionato è andato al di là ogni più ottimistica previsione. E anche questo fa – oggi – la differenza.
Resta sempre il dubbio di fondo: resisteranno? La Lazio non ha mai nascosto progetti ambiziosi, l’Udinese ha sempre parlato di zona salvezza ma lo faceva anche la passata stagione quando è arrivata terza. Oggettivamente non sembrano attrezzate per durare fino in fondo, hanno però la personalità e – ormai – la maturità per poter inserirsi in eventuali pieghe negative delle favorite. Sempre che queste le aprano. Il Milan, per esempio, ha fatto dimenticare in fretta le esitazioni evidenziate contro Napoli e Juventus: contro il Catania (non una squadra qualunque, ha battuto Inter e Napoli e ha impattato contro la Juventus) è arrivato un agevole 4-0, quinta vittoria consecutiva in campionato. I rossoneri (elenchiamo) affrontavano il match senza Gattuso, Pato, Nesta, Mexes, Flamini, Nocerino, Boateng e Cassano, Non è la prima volta in cui si trovavano in una simile situazione, ma è indicativo del modo in cui abbiano ormai metabolizzato l’emergenza in forza di assetto, mentalità e (ritrovata) condizione fisica. Restano i favoriti numeri uno.
Turno in cui occorre sottolineare la continuità dell’Atalanta (senza la penalizzazione sarebbe quinta, a quota 18 punti), il cammino interno del Palermo (cinque vittorie su cinque) e l’inutilità del cambio di panchina a Cesena: perdeva Giampaolo, ha riperso Arrigoni. A riprova di un organico deficitario, lo stesso problema di Mihajlovic a Firenze, visto che sono stati lasciati andar via senza colpo ferire giocatori in scadenza (Comotto, Donadel, Santana, Mutu), altri sono stati ceduti per far cassa (Frey), altri ancora sono stati tenuti in condizioni ambientali conflittuali (Montolivo che non ha rinnovato, Gilardino che voleva cambiare maglia). Ora il serbo è segnalato vicino al taglio, ma siamo sicuri che i problemi derivino tutti da lui?