Dalla bocciatura nel ranking Uefa a flebili segnali di speranza: l’Italia affronta gli ottavi di finale di Champions League guardando tutte le altre nazioni dall’alto. Ci arriviamo con tre squadre, davanti alle due di Spagna, Germania e Inghilterra (che ci precedono nella graduatoria europea), e di Francia e Russia. Tre squadre che significano anche en-plein, dopo aver perso l’Udinese ai preliminari. Un risultato che ci fa recuperare un posto di rilievo nel continente e che presenta diverse interpretazioni. L’impresa l’ha sicuramente scritta il Napoli. Inserito nel girone considerato “della morte”, è stato capace di tenere testa alla corazzata Bayern, al ricco Manchester City e all’esperto Villarreal. Alla squadra di Mazzarri ha fatto bene (e parecchio) il buon cammino nell’Europa League della passata stagione, un torneo che le ha consentito di acquisire quella confidenza internazionale che non aveva. I risultati si sono visti, per la concretezza messa in campo soprattutto nei 180 minuti disputati contro il City, quelli alla fine rivelatisi decisivi. Ed è bello e significativo che la certificazione del passaggio di turno sia giunta sul campo del Villarreal, proprio dove si era conclusa l’esperienza di Europa League con qualche rimpianto.
Rispetto al Napoli, le due milanesi avevano timbrato la qualificazione con un turno di anticipo. Per questo si può passare sopra a un’ultima giornata sotto le righe (anche se l’unico punto raccolto dal Milan peserà nella classifica Uefa). Al momento l’Inter pare meno attrezzata dei rossoneri per ambire a un cammino solido nel torneo ma la “pazzia” che ha segnato le classifiche di ogni girone può essere d’aiuto al momento del sorteggio. E del cammino futuro. Perché la Champions attuale è stata segnata in profondità dalle scelte di Michel Platini, volte ad allargare il più possibile le opportunità per le squadre di seconda fascia. Fa parecchio effetto vedere agli ottavi vittime un tempo designate come Apoel e Benfica oppure vecchie glorie come Cska e Marsiglia. Come fa tantissimo effetto assistere alla sonora bocciatura di tutta Manchester, con United e City retrocesse in Europa League.

Tolte Barcellona, Real Madrid e Bayern (anche se i tedeschi non appaiono più formidabili come un mese fa) tutto è possibile. Con un’annotazione finale: chi mette sotto accusa il calcio italiano per eccesso di accomodamenti in campo, vada ad annotarsi come è finita Dinamo Zagabria-Lione. Ad Amsterdam non sono segnalati come molto contenti…