SERIE A -Scudetto, primo passaggio. Tanto, tantissimo ruota intorno al posticipo tra Milan e Napoli, con l’Inter spettatrice completamente interessata. Partita dai mille motivi: Ibrahimovic contro Cavani su tutto, e poi le polemiche localistiche tra Allegri e Mazzarri, la voglia di entrambe le squadre di tornare a vincere qualcosa d’importante. Può sembrare un assurdo, ma potrebbe rischiare maggiormente il Milan. Quest’anno in casa non è andata benissimo negli scontri diretti in campionato: sconfitte contro Juventus e Roma, quand’erano ancora accreditate come rivali scudetto, pareggio senza reti contro la Lazio. In più il Napoli è squadra che ama esibirsi in trasferta: non ha segnato unicamente in due occasioni, quando ha affrontato Lazio e Chievo. E – delle due – è la squadra che gioca mentalmente più libera, visto che nessuno le aveva chiesto lo scudetto alla vigilia del torneo. L’unico effetto controproducente potrebbe essere rappresentato dall’eccesso di attesa con cui è stata scandita la vigilia della partita: anche per questo il fatto di giocare fuori casa potrebbe rivelarsi un’utile valvola di sfogo. Lotta per il titolo che pare essersi ridotta alle prime tre della classifica, dopo la caduta della Lazio a Cagliari, una battuta d’arresto che conferma come la squadra di Reja difetti della mentalità necessaria per lottare per obiettivi prestigiosi.
In questo terzetto l’Inter rientra con la decima vittoria della gestione Leonardo. Il 2-0 in casa della Sampdoria ribadisce come i nerazzurri dipendano in questo frangente dall’ispirazione dei singoli (vedere la punizione di Sneijder per l’1-0) e non siano impeccabili in difesa: un palo, le parate di Julio Cesar e l’imprecisione altrui hanno aiutato parecchio. E contro una squadra che, nelle ultime dodici gare, ha segnato unicamente in due occasioni. Giornata dalle grandi emozioni, in negativo.
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Giornata dalle grandi emozioni, in negativo. La Roma manca immediatamente la controprova dopo la giubilazione di Ranieri e la panchina affidata a Montella: squadra slegata nei reparti e distratta in difesa, caratteristiche negative che non è possibile emendare nello spazio di una notte. La Juventus si ritrova invece in mezzo alla palude esattamente come un anno fa: Del Neri resiste ancora perché la dirigenza non vuol rimangiarsi la scelta fatta in estate ma la mancanza di idee, gioco e personalità sono imbarazzanti per una squadra che tenta faticosamente di tornare ai fasti del passato. E se vogliamo parlare di imbarazzo, si chiude nel peggiore dei modi l’esperienza di Rossi a Palermo, seppellito sotto le sette reti dell’Udinese (che si candida con prepotenza alla zona Champions). Zamparini cambia allenatore per l’ennesima volta ma, questa volta, non è un colpo di testa dei suoi: la situazione è insostenibile. Resta il mistero Palermo, dove ci sarebbe tutto per fare bene ma dove non si riesce a spiccare il volo.