Manchester United-Barcellona: il programma di Wembley sembra già scritto. Le due semifinali di Champions League regalano medesimo risultato (2-0) e medesimo contesto (in trasferta). Una ha seguito una trama logica, l’altra un po’ meno. Ma, nella seconda, ci ha messo molto di suo José Mourinho. E, questa volta, in negativo, come se il tecnico portoghese soffrisse terribilmente quest’anno il Barcellona, dopo averlo buttato fuori dalla competizione ai tempi dell’Inter. Forse credeva di aver trovato la formula magica, una volta conquistata la finale di Copa del Rey. Squadra coperta, Cristiano Ronaldo punta unica (e di difficile marcatura), estrema concretezza. Lo stesso copione che Mourinho ha messo in scena al Bernabeu ma, stavolta, con eccesso di prudenza. Partita brutta: al catenaccio del Real ha fatto da contraltare il catenaccio del Barcellona, nell’attesa che l’avversario uscisse.
Un surplace durato 45 minuti e interrotto dalla solita sciocchezza del solito Pepe: entrataccia su Dani Alves, rosso diretto per aggiornare le statistiche di Mou contro i blaugrana (“Vorrei chiudere una partita undici contro undici”). Il problema è che non è stata aggiornata la squadra in campo, per la felicità del Barcellona e di Leo Messi, autore della doppietta che lo conduce a 52 reti stagionali e che permette alla sua squadra di mettere un piede e mezzo in finale. Il trionfo di Guardiola, privo di Iniesta in mezzo al campo e costretto a reinventare terzino sinistro l’appena rientrante Puyol, per mancanza di interpreti del ruolo: il Barcellona non ne ha risentito.
La nuova bocciatura per Mourinho, che ha cominciato la partita rinunciando a Benzema, Higuain, Adebayor e Kakà. Servirà più di un’impresa al Camp Nou per evitare di bollare come fallimentare la stagione, in parallelo con quanto sta avvenendo per la sua amata Inter in Italia. Di più semplice lettura era stata invece l’altra partita. Troppo evidente il divario tra Manchester e Schalke 04, e il campo non ha fatto altro che confermare le suggestioni della vigilia. I tedeschi sono esistiti fino a quando ha retto Neuer tra i pali, quindi è stato il crollo di fronte a un’avversaria eccellente sul piano tecnico e strepitosa su quello individuale, il marchio di fabbrica di Alex Ferguson. E il finale di stagione che sta offrendo Rooney è l’antipasto che ci stiamo godendo in vista del duello conclusivo contro Messi.