Aveva ragione Leonardo: «Non è il Grande Fratello». E’ la realtà, piuttosto. Una realtà che parla di un rovescio e di un manrovescio incassati nell’arco di tre giorni, decisivi per minare certezze e togliere fondamenta agli obiettivi di stagione. Uno può trovare mille giustificazioni: sfortuna e stanchezza le più gettonate. La prima ci può stare, per gli incredibili errori di mira cui non ci avevano abituati Milito ed Eto’o; la seconda pure, visto il tour de force cui sono stati costretti i nerazzurri da un calendario dettato dal Mondiale per club. Ma il 5-2 incassato a San Siro dallo Schalke 04 (Schalke 04: non Manchester United, Real Madrid oppure Barcellona) è troppo serio e grave per poter limitarsi alle giustificazioni di cui sopra.
Perché sono emersi ancora una volta con chiarezza i limiti complessivi non tanto della squadra quanto, piuttosto, della gestione tecnica. Non è che sia cambiato molto da Benitez a Leonardo, se non l’approccio con la squadra: gli errori sono proseguiti in maniera pervicace a livello tattico. Nella scelta degli uomini come nell’assetto della formazione. In maniera più netta per quanto riguarda Leonardo, che ha ripresentato in chiave nerazzurra quanto proponeva la passata stagione in chiave Milan. E quindi una squadra portata naturalmente all’attacco ma incapace strutturalmente di difendere, a dispetto del sistema di gioco scelto: travolto il 4-2-3-1 visto nel derby, asfaltato il 4-3-1-2 proposto in Champions.
Perché Ranocchia e Chivu non sono al livello dei titolari Lucio-Samuel in difesa, perché Zanetti non ha più il passo del terzino (e, dopo aver sofferto Abate, è stato scherzato da Farfan), perché Thiago Motta non può giocare da incontrista come il tecnico gli chiede. Il risultato è una squadra scollata tra i reparti, con la difesa lasciata in balia dell’avversario, un centrocampo incapace di fare filtro, un attacco che vive più di fiammate che di continuità e una panchina incapace di incidere a partita in corso. Non a caso quest’anno l’Inter, tra le grandi, è riuscita a battere soltanto il Napoli all’andata e la Roma al ritorno. Per il resto non ha superato la Juventus più friabile degli ultimi decenni, ha incassato quattro gol (a zero) dal Milan, ne ha presi tre dalla Lazio e dall’Udinese. Forte con i deboli e debole con i forti: non è un’immagine rassicurante.