BARCELLONA REAL MADRID – Nessuna sorpresa al Camp Nou: il Barcellona controlla la partita di ritorno e accede alla finale di Wembley. Dove, a meno di cataclismi, se la vedrà con il Manchester United, atteso da un agevole impegno casalingo contro lo Schalke 04 dopo il 2-0 raccolto all’andata. Piuttosto ieri sera è emerso ancor più come José Mourinho si sia fatto male da solo all’andata, complice una scellerata gestione della gara che il portoghese è riuscito (secondo abitudine) a far passare in secondo piano attaccando e attaccandosi agli errori arbitrali. Troppo attendista il Real visto al Bernabeu, ben altra cosa quello del Camp Nou. Nulla di eclatante, per carità. Ma, almeno, si è vista una squadra che ci ha messo determinazione e voglia, sia pure a corrente alternata. Capace, dopo aver assistito a un personale duello di Casillas contro il trio Messi-Pedro-Villa, di trovare il pareggio e di provare a mettere pressione all’avversario. Una reazione eterodiretta da Mourinho dall’albergo da dove ha scelto di seguire l’incontro e avvenuta dopo aver tolto dal campo Kakà, uno dei più deludenti insieme con Cristiano Ronaldo, un altro che ci sta abituando a fallire quando si presentano gli appuntamenti da non mancare. Il Barcellona approda con pieno merito all’ultimo atto della Champions League. E’ la logica conseguenza di quanto possa offrire una squadra straordinaria. Lo si è visto anche ieri sera, quando il Real ha cercato all’inizio di alzare il ritmo: gli uomini di Guardiola hanno reagito aumentando ancor più il numero dei giri, ma senza perdere le qualità di palleggio e possesso palla che ne fanno un unicum al mondo.

 

Quelle qualità che portano il Barcellona a dominare in patria e che lo spingono a tornare sul trono più alto d’Europa, da cui l’aveva scalzato l’Inter eliminandolo nella semifinale della passata stagione. L’ultimo atto sarà nuovamente contro il Manchester United, come a Roma nel 2009. Giusto e doveroso, visto che stiamo ragionando di due club che esprimono il massimo per quanto riguarda tradizione, capacità economiche, attenzione ai giovani e piacevolezza di gioco. Anche se sarà curioso vedere come se la caverà Alex Ferguson di fronte alle rinnovate voglie del Chelsea. Ma questo è un affare interno…