Ora è palese: l’Inter non è un problema ma un caso quasi clinico. La Champions League attesa come possibile medicina si trasforma nel peggiore degli incubi. Come in aritmetica Gian Piero Gasperini cambia l’ordine degli addendi (modulo e squadra), il risultato rimane comunque lo stesso. Tre partite e tre sconfitte, una peggiore dell’altra dalla caduta in Supercoppa a Pechino contro il Milan, al passaggio a vuoto in campionato con il Palermo, al crollo europeo con il tutt’altro che irresitibile Trabzonspor. Squadra imballata e legata, incapace di produrre di gioco, anche soltanto di addentare l’avversario con la determinazione che nasce quando si è disperati. Era immaginato difficile l’inserimento di un allenatore nuovo dopo la telenovela Leonardo ma nulla lasciava immaginare simili complicazioni. E ora il destino di Gasperini si complica parecchio: appariva già mal sopportato da Massimo Moratti, avrebbe potuto salvarsi solamente con la forza dei risultati. Se questi non arrivano (come sta avvenendo) il futuro in nerazzurro può svanire in poco tempo, visti i frequenti chiari di luna presidenziali.

Tutt’altra musica si suona in casa Napoli. Alla vigilia era molto temuta la trasferta in casa del Manchester, attuale dominatore della Premier League insieme con i concittadini dello United. Invece il diavolo celeste non è stato così brutto come veniva dipinto, anche perché i campani hanno affrontato il City con le armi abituali: gran difesa, occupazione degli spazi e contropiede micidiale. Un pareggio che è una bella prova di maturità, che avrà ricadute non soltanto a livello europeo (nel girone più duro della manifestazione) ma anche in chiave italiana. 

Nella prossima giornata il Napoli ospita proprio il Milan, che torna con qualche certezza in più da Barcellona: altre due reti incassate ma nuovamente la forza di saper rimontare, sfruttando al massimo le poche occasioni costruite. E’ poco in linea generale, è tantissimo contro i campioni d’Europa.