Contrordine. Altro che fuga: basta una frenata collettiva in testa e i giochi si riaprono. Balbetta la Juventus, cadono Milan e Udinese. Dietro ringraziano Lazio e Inter mentre Napoli (stasera contro il Bologna) e Roma (nei minuti mancanti contro il Catania, anche se sabato i giallorossi hanno sofferto tantissimo) aspirano legittimamente a rientrare prima nel discorso Champions e poi, eventualmente, in quello scudetto. Scombina tutto la caduta del Milan nel derby. Caduta meritata perché, a livello di occasioni, i rossoneri non hanno raggiunto neppure il minimo sindacale e perché – sul piano tattico – non hanno individuato le chiavi giuste per aprire le porte nerazzurre. Avulso Ibrahimovic, poco dirompente Boateng, impalpabile il rilanciato Pato (pure fischiato al cambio): privo di sbocchi individuali offensivi, il gioco rossonero ha avuto poca fluidità nel far girare palla e contributi inesistenti dagli inserimenti di altri protagonisti, eccettuato Van Bommel con la sua traversa. Evento solitario e non ripetuto. L’Inter si è limitata a gestire bene un avversario malleabile: squadra compatta e corta, con pragmatismo eccelso. I pochi palloni giunti dalle parti di Abbiati hanno sempre corso il rischio di far male. Regolare la rete annullata a Thiago Motta mentre Milito è tornato implacabile punitore degli errori altrui: quarto gol nelle ultime tre gare e sesta vittoria consecutiva per Ranieri.

Allegri deve fare una profonda riflessione sui flop stagionali negli scontri diretti (ko con Napoli, Juventus e Inter, pareggi con Lazio e Udinese, battuta soltanto la Roma) e si consola con la mancata accelerazione della Juventus. La squadra di Conte ha evidenziato le fatiche intraviste contro il Lecce. Al Cagliari è basto un gioco ordinato per uscire indenne dalla trasferta e per sollevare qualche dubbio sulle virtù bianconere: una squadra che ha bisogno di viaggiare sempre ad altissime velocità per tramortire la controparte, altrimenti rischia di diventare una come tante altre. Specie quando Pirlo non illumina e gli attaccanti non mordono. Segna invece Di Natale ma l’Udinese incassa per la prima volta tre reti in un solo colpo, e la sua difesa non più la meno battuta del torneo. Troppe seconde linee (Ekstrand, Ferronetti e Fernandes) non possono non intaccare gli equilibri di Guidolin, a fronte di un Genoa tremendista nel secondo tempo. 

Decisamente più convincente la Lazio, che però perde Hernanes e Dias. Donadoni (bentornato) debutta con un successo a Parma, Cosmi trova la prima vittoria della sua gestione a Lecce e fa scattare la contestazione in casa Fiorentina (sotto accusa, con ragione, il mercato), dando un senso alla lotta sul fondo, insieme con il Cesena: il desiderio è non lasciare tranquilli Bologna e Siena lì davanti.