Basta poco per rivedere le gerarchie appena acquisite. Merito delle protagoniste e, soprattutto, delle controparti. Perché la Juventus può riallungare in vetta grazie a un’avversaria malleabile come il Pescara e perché l’Inter trova il primo stop dopo dieci successi consecutivi (e dieci trasferte sempre vittoriose) per colpa dell’Atalanta, una delle squadre più in forma del momento. Forti di tre vittorie e un pareggio nei quattro turni precedenti, i nerazzurri di Colantuono hanno riservato lo stesso trattamento che riservarono all’Inter quando l’allenava Mourinho (e in panchina sedeva Del Neri). Un rigore dubbio, certo, ma anche tre reti e una prova di sostanza tattica, abile a insinuarsi nei problemi altrui, fatti di troppe assenze per poter trovare alternative in corsa. Per questo Stramaccioni cade ma non si preoccupa, consapevole che la strada è lunga e che il duello con la Juventus continuerà. Magari sfruttando le pieghe del calendario, che nel prossimo turno propone due partite in casa: ma tra il Cagliari dei nerazzurri e la Lazio dei bianconeri si fa in fretta a capire da dove verranno i pericoli maggiori.
A proposito di prossimo turno sarà da tenere sotto particolare osservazione il San Paolo, dove si affronteranno Napoli e Milan. La squadra di Mazzarri ha ripreso a viaggiare anche in trasferta, con un’impressione: che il successo in Europa League – affrontata finalmente con una squadra all’altezza – abbia avuto benefici effetti anche sul campionato, contrariamente a quanto si era pensato in precedenza nell’ambiente azzurro. La vittoria in casa del Genoa ha ribadito il momento non felice della difesa e la straordinaria versatilità dell’attacco. Ma, soprattutto, la conferma del terzo posto. Quanto basta per mettere pressione a un Milan non solo abilmente domato dall’eccellente Fiorentina dell’eccellente Montella, ma anche nuovamente ritoccato – in senso negativo – da Allegri. Costretto, come avvenuto in altre occasioni, a rimangiarsi nell’intervallo gli esperimenti partoriti al minuto d’inizio, con inevitabili conseguenze negative (vedi l’infortunio a Bonera, non più sostituibile). Il derby di Roma ribadisce a chiare lettere la fragilità psicologica della Roma, ancor più grave se registrata nei suoi presunti leader (vero De Rossi?), il derby di Genova dirà invece domenica sera chi potrà ancora avere un futuro: quello di Ferrara sembra comunque scritto se arriverà l’ottava sconfitta consecutiva.