Champions League già scritta: a 90 minuti dalla conclusione della fase a gironi definite ben tredici delle sedici squadre che accederanno al turno a eliminazione diretta. Clamoroso il “pieno” di ieri sera, che ha promosso in un sol blocco otto formazioni. E, a ben vedere. soltanto in due gruppi si resterà con il fiato sospeso, con gli scontri a distanza Benfica-Celtic e Galatasaray-Cluj. Questo perché alla Juventus basterà un solo punto nella trasferta con lo Shakhtar (già qualificato) per proseguire il cammino. Ottavi raggiunti dal Milan, a modo suo. Primo tempo poco entusiasmante, ripresa di alto livello: 3-1 confortante ma che non tragga in inganno, perché i rossoneri sono riusciti a prendere un gol con l’Anderlecht in dieci, segno di una tranquillità non ancora acquisita. Squadra brava comunque a colpire quando l’avversario si è aperto, con il solito ed eccezionale El Shaarawy: dodicesima rete stagionale e un assist per far tornare il sorriso a Pato. Segnali di vita, comunque, da capitalizzare in vista di domenica, quando a San Siro arriverà la Juventus. Quest’ultima si è manifestata finalmente anche in Europa. Contro il Chelsea si è vista quella squadra feroce e sicura di sé che non aveva avuto rivali in Italia nella passata stagione.
Ritmo, aggressività, tecnica: spazzata via la tattica difensivistica dei londinesi e, con questa, la panchina di Di Matteo. A conferma di come sia difficile vivere nella società più “italiana” d’Inghilterra nel rapporto con gli allenatori. Un solo appunto da fare ai bianconeri: la cronica mancanza di un terminale offensivo, che costringe a cercare il gol con mulinare di palla e inserimenti continui. Usurante, per l’obbligo di costruire tanto; scoraggiante, se non arrivano i gol. Italiane protagoniste in positivo in Europa, dove primeggiano spagnole (quattro qualificate su quattro) e tedesche (tre su tre). L’Inghilterra perde il Manchester City, come un anno fa, e vede i campioni in carica del Chelsea sull’orlo dell’eliminazione. Bene il Psg, male le altre francesi, (Montpellier e Lille), che salutano. Imbarazzante il contributo di comprimarie come Dinamo Zagabria, Nordsjaelland, Dinamo Kiev, Spartak Mosca, oltre che delle due francesi già ricordate, mentre tre dei sei punti del Bate Borisov sono frutto di una distrazione incredibile del Bayern.
Non è un caso che (quasi) tutto sia stato deciso in anticipo. Manca una vera sorpresa come furono Basilea e Apoel una stagione fa, a dimostrazione che l’Europa viaggia a due velocità di gran lunga differenti. Se ne faccia una ragione Michel Platini: meglio valorizzare chi merita che non cercare di omogeneizzare il tutto, per una democratizzazione che svilisce lo spettacolo.