Torna Conte, non torna la Juventus. Vince, è vero, ma spreca come ai tempi (non) belli. Tante occasioni, tanti errori e una fatica improba per vincere a Palermo. Sbaglia Matri, sbaglia Vucinic (che regala comunque un assist da favola a Lichtsteiner) e riemergono gli interrogativi su un settore che fa tanto gioco ma difetta di capacità penetatriva. Avere di nuovo il tecnico in panchina dopo la squalifica è servito comunque per possedere un punto di riferimento senza pari nelle situazioni più intricate. Tre punti utili per riallungare sulla seconda in classifica grazie alla sconfitta del Napoli. A San Siro i campani affondano nel big-match, come avvenuto per l’appunto contro la Juventus: tanti gli errori davanti, difficile il dialogo Cavani-Insigne e distrazioni fatali come quella sulla rete di Guarin. Stramaccioni ritrova i gol di Milito e serve il sorpasso, forte della sua capacità di leggere le partite, come gli era capitato a Torino in casa bianconera. Spunta la Roma nell’altro confronto diretto. Batte la Fiorentina in un match di grande intensità sottoporta, lo fa forte del ritmo e di capacità di dialogo come ai tempi belli di Zeman. De Rossi rimane enigma, Totti è fantastico per come si muove: gol, assist e idee nel contesto di una ritrovata giovinezza psico-atletica. Il Milan si sveglia nel secondo tempo, dopo una prima frazione che aveva fatto pensare a un nuovo passo indietro. Decisivo El Shaarawy, secondo abitudine: 13 reti in 16 partite e la capacità di far male anche con una sola accelerazione. L’addio a Ibrahimovic sembra averne liberato il talento. Affonda il Genoa, dove Del Neri viene messo in discussione, si risveglia l’Atalanta. Oggi si chiude con Sampdoria-Udinese e Bologna-Lazio, nella settimana di una coppa Italia che solleverà polemiche per scelta di calendario e orari.