Torna Antonio Conte, la Juventus fa il vuoto. E’ un dato di fatto. In due giornate i bianconeri sono passati da un vantaggio di due punti sulla seconda in classifica a un confortante +7. Che vuol dire titolo simbolico di campione d’inverno e un vantaggio sostanzioso da gestire. Difficile che i bianconeri penseranno però a speculare e basta. Quello che li caratterizza è la ferocia di voler arrivare a ogni costo a un risultato, come evidenziato anche contro l’Atalanta: pochi secondi per aprire la partita, pochi minuti per renderla una passerella. Una manifestazione di potenza che stride ancor più se si va a vedere il comportamento di chi – in teoria – insegue. La seconda di due giornate or sono era il Napoli, oggi lo ritroviamo a -8 dai bianconeri. Giustificabile la sconfitta contro l’Inter, molto meno quella di domenica sera in casa (prima caduta interna) contro il Bologna. L’ennesimo segnale dell’incapacità della squadra di Walter Mazzarri di fare il passo decisivo verso la maturazione definitiva, con difesa e centrocampo che paiono sempre un gradino più in basso dell’attacco in quanto a valore. Nella corsa all’autolesionismo torna a brillare l’Inter, fermata dai pali e dai propri limiti, a fronte di una Lazio che costruisce poco ma molto concretizza. Mentre il parco delle eterne attese di stagione viene completato dalla Roma, che va a impantanarsi a Verona quando tutti pensavamo che ormai avesse svoltato verso l’alto. Torna a brillare la Fiorentina, prosegue la crescita nella continuità del Milan, giunto alla quinta vittoria consecutiva. Ed è questa forse l’unica novità da segnalare, insieme con il ritorno – con gol – di Daniele Portanova dopo la squalifica per il calcioscommesse. Napoli aspetta di sapere che cosa succederà alla squadra e a Paolo Cannavaro su questo fronte nel corso della settimana. E forse per questo era più nervoso del solito.