Juventus e Milan si sono messe la maschera nell’ultimo turno ma, pur variando in maniera differente l’undici titolare (i rossoneri in maniera più consistente), hanno dimostrato di stare benissimo. Riparte la squadra di Antonio Conte, dopo due pareggi consecutivi senza reti. Lo fa battendo il Catania, una delle squadre tatticamente più interessanti del campionato, e festeggiando la prima rete di Andrea Pirlo, sempre più centro-motore delle sorti bianconere. Conferma il suo risveglio quella di Massimiliano Allegri, quasi che la vittoria in rimonta (in una delle sue peggiori giornate) a Udine abbia avuto il sapore di una frustrata al cammino, in campionato come in Europa: i rossoneri hanno prima ridicolizzato l’Arsenal, hanno quindi dominato in comodità il Cesena con il debutto al gol per Muntari ed Emanuelson. Segnali che rendono ancor più appetibile il confronto di sabato sera a San Siro, anche in assenza di Zlatan Ibrahimovic. Sarà il crocevia del torneo, perché la Juventus – in caso di vittoria e con la gara di Bologna da recuperare – potrebbe prima superare i rivali in testa e poi allungare in maniera potenzialmente decisiva. La certezza, rispetto all’andata, è che il Milan arriverà all’appuntamento con maggiore convinzione nei propri mezzi, sia pure in una situazione di emergenza continua, pur se mancherà il suo punto di riferimento principe in attacco. Ci dovremo aspettare un incontro più equilibrato rispetto all’andata, quando la Juventus non ebbe alcun problema nel gestire e vincere la partita. Almeno allo stato attuale delle cose.
Uno stato che invece conferma come, dietro alla coppia di testa, il resto del gruppo si diverta a collezionare occasioni mancate. Clamoroso il crollo della Lazio a Palermo: va bene che mancava quasi tutta la difesa, ma 10 reti prese in tre gare sono più di un campanello di allarme. Ancor più clamoroso quello dell’Inter: nuova caduta interna contro una squadra con classifica peggiore e un solo punto raccolto nelle ultime cinque partite (ed era quello del 4-4 interno con il Palermo). Se non ci sarà una risposta decisa in Champions League contro il Marsiglia, la crisi di risultati potrebbe trasformarsi in una deflagrazione dello spogliatoio. Ne approfitta a metà l’Udinese, che però torna terza grazie a un pareggio miserello in casa contro il Cagliari (e che dimostra quanto Di Natale conti negli equilibri interni). Ne approfittano pienamente Roma e Napoli, che si mettono dietro l’Inter e tornano a inquadrare la zona Champions . Un torneo cui la squadra di Walter Mazzarri si avvicina consapevole del peso specifico dell’avversario (il Chelsea), ma il cui valore sembra in questo momento risiedere più nel nome della ditta che nell’eccellenza del prodotto proposto: l’impresa non è impossibile, come accaduto contro il Manchester City.

Ultime segnalazioni. La resurrezione del Lecce sul fondo: 12 punti nelle ultime sette partite e il Siena (travolto ieri) messo abbastanza inaspettatamente nel mirino. Quindi l’inaffidabilità del Genoa, che ora perde in casa quanto non riesce a conservare in trasferta (e con una difesa incapace di lasciare tranquillo Frey: sempre perforata nelle ultime 10 gare). Infine il recupero del Palermo sotto la gestione di Lino Mutti: 13 punti in 6 partite hanno avvicinato l’Inter a due soli passi.