Dodici a sette: sono i punti raccolti rispettivamente da Juventus e Milan contro le squadre che occupano i posti che portano in Europa, fino alla quinta piazza. In questo dato sta la differenza del campionato delle due contendenti principali per lo scudetto, perché i rossoneri hanno saputo recuperare agevolmente il divario dagli avversari diretti sfruttando le opportunità garantite dal numero decisamente più ampio delle altre squadre che compongono il quadro della serie A. Un particolare che potrebbe insegnarci come la Juventus sappia mettere in difficoltà le grandi puntando più sulla frenesia del gioco che sulla tecnica, andando quindi a sua volta in difficoltà quando si tratta di affrontare avversarie che hanno la medesima impostazione. E che se approcciate con un calo di ritmo e di concentrazione, finiscono inesorabilmente per mettere in difficoltà. Non a caso, di fronte al proprio pubblico, i bianconeri hanno concesso punti a Bologna, Cagliari, Genoa, Siena e, per ultimo Chievo, confermando una tendenza al pareggio che potrebbe essere la mortale palla al piede dell’unica formazione tuttora imbattuta in campionato.
E in quest’ottica il recupero di mercoledì contro il Bologna rappresenta un’occasione per tornare in testa, ma anche un potenziale pericolo. Beppe Marotta lamenta la mancanza di un fuoriclasse che sappia indirizzare la partita quando la squadra è in difficoltà, facendo un implicito riferimento a quanto Ibrahimovic incida nel Milan. Giusto e lecito, di fronte alla prova di potenza data dallo svedese contro il Palermo. Ma è altrettanto giusto e lecito far notare come il Milan sia comunque riuscito a centrare risultati in difetto del suo attaccante nei passaggi più delicati del torneo, com’era accaduto lo scorso campionato nel girone di ritorno e com’è accaduto – per esempio – a Udine. Ci sarebbe piuttosto da domandarsi se la Juventus non avrebbe potuto concentrare i suoi sforzi sul mercato alla ricerca di un giocatore del genere invece di sprecare capitali per elementi poi non ritenuti inadatti da Conte al proprio progetto (e senza dimenticare alcune operazioni dell’estate 2010).
Dietro alle due contendenti non molla la Lazio, forte del doppio successo stagionale nel derby. Un trionfo che fa entrare definitivamente Reja nel cuore dei tifosi biancocelesti come l’incapacità del tecnico a vincere i confronti contro la Roma l’aveva posto in precedenza al centro delle critiche. Lazio concreta e cinica, ma il terzo posto potrà essere difeso unicamente se troverà la continuità finora mancata. Perché può approfittare dei passaggi a vuoto dell’Udinese, che comunque resta cliente ostico, ma deve guardarsi soprattutto dalle voglie del Napoli, giunto al sesto risultato utile consecutivo e che ha individuato nella riconquista della zona Champions l’obiettivo minimo stagionale.
Se la Roma si ritrova ancora una volta prigioniera delle proprie contraddizioni, l’Inter pareggia in rimonta con il Catania: il punto serve a interrompere la serie di quattro sconfitte in campionato e nulla più. Chissà che Ranieri non impari dalle scelte operate nel secondo tempo per tentare di salvare una stagione stortissima. Sul fondo il Lecce spreca nel finale l’occasione per allargare i confini della zona retrocessione ma, dalla Fiorentina in giù, occorrerà prestare particolare attenzione.