La serata dei numeri 10. Ma non due numeri 10 qualsiasi, perché parliamo di Alessandro Del Piero e Francesco Totti, gente che ha scritto la storia del calcio italiano, e non solo. Il turno infrasettimanale è roba loro: non determinano svolte ma – con i loro gol decisivi – dettano una tendenza. Il bianconero entra e realizza la punizione che serve alla Juventus per scardinare il catenaccio della Lazio. Il giallorosso si fa trovare puntuale all’appuntamento per fissare il nuovo scatto della Roma (quello decisivo) ai danni dell’Udinese. Nuovamente protagonisti, dopo esserlo stati per lunghissimi anni, e in una stagione in chiaroscuro: quella che porterà al divorzio per il capitano bianconero, per manifesta volontà della società; quella che ha registrato i primi seri malumori della piazza, per uno abituato a essere adorato come il capitano giallorosso.
Juventus che quindi riopera il sorpasso in vetta alla classifica ai danni del Milan. Vittoria di misura e sofferta, quella bianconera, soprattutto per errori propri sottomisura. Se i giocatori di Conte fossero stati meno imprecisi, la rete di Mauri si sarebbe tramandata come quella che avrebbe reso meno pesante il punteggio finale, non come quella del pareggio che ha tenuto in affanno l’avversaria per quasi tutto il secondo tempo. La Juventus, pur con qualche fatica per finale (quando, per assurdo, è giunta la vittoria), ha dimostrato di avere dalla sua una condizione fisica ma, soprattutto, mentale che le potrebbe garantire di mantenere fino in fondo il pur esiguo vantaggio sulla diretta inseguitrice. Anche perché il Milan – pur considerando il consueto tributo versato sull’altare delle assenze – ha tutt’altro che entusiasmato nell’anticipo di Verona contro il Chievo. Soltanto gli errori dei gialloblù e l’ottima prova di Abbiati hanno impedito ai rossoneri di trovarsi ancor più distanziati in classifica dalla capolista.
Non cambia nulla in vetta, se non una condizione psicologica divenuta ancora più favorevole alla Juventus. Cambia, e parecchio, nelle altre zone calde della classifica. Lo stop della Lazio va infatti a unirsi a quello dell’Udinese nello scontro diretto con la Roma. La squadra giallorossa vive l’ennesima trasformazione di stagione e offre una prova di nuovo convincente, che le permette di riportarsi a un solo punto dall’Udinese e a meno quattro dal terzo posto della Lazio. Una lotta per la Champions League che perde quasi definitivamente il Napoli, umiliato in casa dall’Atalanta per gioco e condizione: terza sconfitta consecutiva per gli azzurri e conferma che tutti i dubbi sulla tenuta dell’organico su tre fronti non erano poi così campati in aria. La squadra di Mazzarri viene raggiunta dall’Inter, cui serve un rigore per mettere sotto il Siena in casa.
Per i nerazzurri ci potrebbe essere una speranza Champions perché sorretta dalla serie positiva messa in atto con Stramaccioni, ma non aver mantenuto imbattuta la porta contro Genoa, Cagliari e bianconeri toscani deve far riflettere. Sul fondo il Lecce prima spreca un rigore poi vince a Catania in un finale inimmaginabile fino a pochi minuti prima. Tre punti che suonano come un campanello di allarme per Fiorentina e Genoa, incapaci di vincere in casa e ora a portata di mano dei pugliesi: quello che sembrava chiuso, si è inaspettatamente riaperto. E il campionato resta appassionante su tre fronti, non si potrebbe chiedere di più.